
Raffaella Carrà – La regina della televisione sul grande schermo
Ci lascia all’età di 78 anni, dopo una lunga malattia, la leggendaria Raffaella Carrà, regina indiscussa della televisione italiana. Showgirl, cantante, ballerina, attrice, conduttrice di successo e autrice televisiva, Raffaella Carrà rimane una figura iconica nella storia della televisione e del costume consegnando un ricco bagaglio di innovazioni nel campo dello spettacolo, della musica e del varietà italiano. La sua forza dirompente e inarrestabile la porta a diventare la prima showgirl italiana nel noto programma Canzonissima (1970) riscuotendo un clamoroso successo di pubblico. Negli anni Ottanta ricopre il ruolo di regina assoluta della televisione italiana conducendo Pronto, Raffaella (1984) e Domenica In (1986), fino ad essere una presenza costante del piccolo schermo durante tutti gli anni Novanta. Icona pop e protagonista nella conduzione dei programmi Rai, Raffaella Carrà ha condotto una lunghissima carriera di successi nazionali ed internazionali.

La showgirl più amata dagli italiani muove i suoi primi passi verso il mondo dello spettacolo proprio nel cinema, dopo aver frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dove consegue il diploma nel 1960 a pieni voti. La carriera cinematografica di Raffaella – nata Pelloni poi nota come Carrà – vede il suo inizio nei primi anni Cinquanta, a soli otto anni, con la partecipazione al film melodramma firmato da Mario Bonnard Tormento del passato (1952) in cui interpreta il ruolo della figlia di un rapinatore di banche e di una sarta. Dopo questa prima apparizione come attrice giovane e molto promettente, la vediamo partecipare in numerosi peplum storici girati a Cinecittà quali Maciste, l’uomo più forte del mondo (1961) di Antonio Leonviola, Ponzio Pilato (1962) di Irving Rapper, Ulisse contro Ercole (1962) di Mario Caiano e Giulio Cesare il conquistatore delle Gallie (1962) di Tanio Boccia. La carriera nel mondo del cinema continua negli anni Sessanta con la partecipazione ai film La lunga notte del ’43 (1960) dell’esordiente Florestano Vancini, al fianco di un intenso e monumentale Gino Cervi, e Il peccato degli anni verdi (1960) firmato da Leopoldo Trieste. In quegli stessi anni Raffaella assume lo pseudonimo di Carrà su consiglio del regista Dante Guardamagna, il quale unisce le suggestioni del nome di Raffaello Sanzio e del cognome di Carlo Carrà, esponente del futurismo e della pittura metafisica. Molto apprezzata anche all’estero, si reca in Spagna per partecipare alla realizzazione del film L’ombra di Zorro (1962) di Joaquín Luis Romero Marchent e in Francia per la commedia L’amore e la chance (1964) diretta dai registi Bertrand Tavernier, Claude Berri, Charles L. Bitsch e Eric Schlumberger.

Durante la metà degli anni Sessanta, nel clou del successo delle prime apparizioni televisive, Raffaella Carrà partecipa come comparsa in pellicole di rilievo quali I compagni (1963) di Mario Monicelli dove interpreta la sorella del giovane operaio Omero e di seguito, nel 1965, veste i panni di Graziella, il suo ruolo cinematografico più noto, nel film Il colonello Von Ryan, produzione hollywoodiana diretta da Mark Robson in cui Carrà recita al fianco della star americana Frank Sinatra. Nello stesso anno regala una intensa performance attoriale al fianco di Domenico Modugno nello sceneggiato televisivo Scaramouche di Daniele D’Anza e viene notata dai grandi nomi del cinema italiano come Carlo Lizzani e Steno, i quali la scritturano rispettivamente nelle pellicole per il grande schermo La Celestina P…R... nel 1965 e Rose rosse per Angelica del 1966. Uno dei suoi ruoli cinematografici più riusciti è quello della modella Alberta Radelli nel film Il caso Venere privata (1970) del regista francese Yves Boisset, tratto dal primo romanzo della quadrilogia dell’ex medico Duca Lamberti. La pellicola, di genere noir con una forte cifra thriller, restituisce al grande pubblico una Carrà con un look totalmente stravolto e un sex appeal inusuale per il cinema italiano dell’epoca. La showgirl è protagonista anche di alcune scene a luci rosse, come una serie di sequenze che la ritraggono nuda e in posa per scattare delle fotografie e delle scene con chiare ambientazioni sadomaso. Questa interpretazione arricchisce di sfaccettature la sua figura consacrandola nel mondo dello spettacolo internazionale.

Negli anni Ottanta Raffaella Carrà regala al suo pubblico una grande interpretazione al cinema nella pellicola argentina Barbara (1980) di Gino Landi, mai distribuita in Italia. Qui veste i panni di una star della musica italiana invitata in Argentina per recitare in un musical, dove la sua piacevole permanenza verrà interrotta dalla presenza di un uomo misterioso con un passato segreto. La sua carriera nel cinema si interrompe durante tutti gli anni Novanta, periodo in cui Raffaella Carrà si dedica ai numerosi programmi che conduce sul piccolo schermo proclamandosi la regina della televisione e del varietà italiano. Nonostante il successo televisivo, la sua passione per il cinema la spinge ad accettare nel 2013 un ulteriore ruolo cinematografico nella pellicola a episodi di Neri Parenti Colpi di fortuna in cui recita se stessa. A terminare la sua carriera nel cinema è il cameo nella commedia musicale – copia latina del più noto La La Land di Damien Chazelle – Ballo Ballo (Explota Explota) del regista spagnolo Nacho Àlvarez. Ambientato in Spagna durante gli anni Settanta, la colonna sonora del film è interamente costituita dai grandi successi musicali di Raffaella Carrà: da Fiesta a Rumore, da Tanti Auguri a Com’è bello far l’amore… a testimonianza del notevole spessore mediatico e della notorietà riscossa dall’artista oltre i confini nazionali come regina della televisione. Nell’ultima scena, dopo il susseguirsi continuo di citazioni musicali, Raffaella Carrà appare in un cameo nell’intento di salutare sorridente due giovani ragazzi in Vespa. Il suo ultimo saluto rimane qui immortalato dal cinema.
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