
Fabrizio Frizzi: l’animo gentile nelle case degli italiani
Un anno fa moriva Fabrizio Frizzi. Definito da molti il volto gentile della televisione italiana, Frizzi era riuscito nella difficile impresa richiesta ad ogni conduttore: riuscire a coinvolgere ampie e diverse fasce di pubblico.
Alla base del suo successo vi erano una spiccata simpatia ed una naturale genuinità: il suo non voler mai essere considerato personaggio televisivo quanto piuttosto semplice persona. A lui oggi è andato il ricordo di tutto il mondo dell’informazione e del pubblico storico.
La sua quarantennale carriera era già tornata all’attenzione di tutti nei primi giorni del febbraio scorso, quando in occasione del 69o Festival di Sanremo la sala stampa dell’Ariston gli aveva dedicato una commossa standing ovation.
Proviamo a tracciarne un breve ritratto: per certi versi allievo della televisione di Corrado, Frizzi aveva definito la sua immagine pubblica attraverso la conduzione brillante di molti programmi tra loro molto differenti: quiz, varietà e talent show. Partito dal mondo delle radio locali e delle piccole emittenti televisive aveva anche partecipato ad alcune esperienze teatrali, prima di approdare in Rai come conduttore di programmi per ragazzi (Il barattolo, Tandem, Pane e marmellata). A lanciarlo in prima serata su Rai 1 fu l’autore Michele Guardì, lo stesso che gli propose nel 1991 la conduzione di Scommettiamo che…?, varietà del sabato sera in prima serata. Il successo fu straordinario. Anche le edizioni successive registrarono altissimi ascolti, che spinsero il giovane presentatore verso la conduzione di Miss Italia (conduzione che verrà confermata per ben 17 edizioni). Il suo talento venne notato anche dal gran maestro della televisione italiana, Pippo Baudo, che lo volle nello staff di conduttori di Luna Park, quiz che gli valse l’Oscar della Tv nel 1995.
All’impegno televisivo si aggiunse nel 1996 il doppiaggio nel film di animazione Toy Story – Il mondo dei giocattoli, in cui prestò la voce al protagonista della storia Woody, un cowboy pupazzo alle prese con mille avventure vissute assieme ai suoi amici giocattoli. Il grande successo della pellicola spinse la Pixar a realizzare due sequel (Toy Story 2 – Woody e Buzz alla riscossa -1999-, Toy Story 3 – La grande fuga -2010-) con la riconferma del ruolo per Frizzi.
Da sempre vicino al mondo della musica, aveva prestato il suo volto in più edizioni del Festival di Castrocaro per giungere negli anni 2010-2011 alla presentazione di Musicultura, festival della canzone popolare tenuto presso l’Arena Sferisterio di Macerata.
Molto attento alle politiche sociali, negli anni divenne il volto della celebre Maratona Telethon e di altri eventi benefici, come La partita del cuore.
In televisione tornò al successo attraverso la conduzione a più riprese de I soliti ignoti -Identità nascoste- e de L’eredità. In particolare, fu durante questa trasmissione che il conduttore riuscì ad entrare gentilmente nella vita quotidiana degli spettatori italiani, accompagnandoli nella fascia pre-serale. Questa conduzione lo vide impegnato fino al malore dell’ottobre del 2017. Nei mesi successivi, che precedettero la morte, i miglioramenti avevano allontanato ogni possibile spettro, anche grazie alle sue continue rassicurazioni. Amici e colleghi lo hanno dipinto con il sorriso fino alla fine.
Fabrizio Frizzi è morto a 60 anni il 26 marzo 2018. Un anno dopo il ricordo è ancora vivo.
Oggi la Rai ha deciso di omaggiarlo affettuosamente assieme al suo pubblico.
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