
Ennesimo Film Festival 2021 – Storie di famiglia e di invisibilità
Ennesimo Film Festival, giunto alla sua terza giornata, continua a proporre una programmazione attenta all’intrattenimento, alla formazione di un pensiero critico soprattutto nei pubblici più giovani e alla valorizzazione della cittadina di Fiorano Modenese che fa da cornice al festival. Birdmen è media partner di Ennesimo Film Festival, leggi qui la nostra copertura del festival.
La mattinata del 3 luglio è cominciata con due eventi nel Castello di Spezzano: le repliche di The Italian Baba, il nuovo cortometraggio di Elio Germano e Omar Rashid per Gold Productions, seguito dalla presentazione del volume Cinema di Classe. Il progetto di educazione all’immagine del festival è partito dapprima con delle giornate dedicate nelle scuole secondarie di primo grado, denominate Non è l’ennesima giornata di scuola. Dall’anno scolastico 2018/2020 è nata l’Ennesimo Academy, dei veri e propri corsi in collaborazione con gli istituti del territorio. Cinema di classe si presenta come la prosecuzione naturale di questo progetto: nell’attesa che l’insegnamento del cinema entri negli ordinamenti, il libro si occupa di fornire agli insegnanti una cassetta degli attrezzi per creare una preziosa sinergia tra didattica tradizionale e l’audiovisivo. Nel corso dell’incontro con i docenti della regione, i direttori artistici di Ennesimo Film Festival e alcuni dei saggisti presenti hanno specificato come sia importante usare il cinema e anche le serie tv in modo innovativo per educare gli studenti, passando anche per titoli meno scontati e senza mai dimenticare la storia italiana.
Sia alla mattina che al pomeriggio, il festival ha offerto la proiezione in loop di Omelia Contadina, il cortometraggio di JR e Alice Rohrwacher che piange e celebra la morte dell’agricoltura contadina. L’aspetto più peculiare è la struttura che ospita questo evento: non un cinema o una piazza, ma l’edicola di Via Santa Caterina da Siena di Fiorano. Il progetto La Sosteria vuole dare una nuova vita a spazi caduti in disuso e nel caso specifico del chiosco, l’obiettivo è trasformarlo in un centro di fruizione culturale e di dialogo tra i cittadini.

Nel pomeriggio il Castello di Fiorano ha ospitato due eventi sull’Italia del presente. Ennesimo Film Festival ha dapprima ospitato la proiezioni de La Grande Onda di Angelo Vassallo, il documentario di Giuseppe Falagario dedicato al sindaco impegnato nella lotta per la legalità e per la salvaguardia dell’ambiente. Prima della proiezione son intervenuti, coordinati dall’autore Alessandro Gallo, la vicepresidente della regione Emilia-Romagna Elly Schlein, il fratello del sindaco Dario Vassallo e l’attore Ettore Bassi (protagonista di una rappresentazione teatrale dedicata alla vita di Vassallo). Si è tenuto anche il primo dei due incontri di Lo Stato delle Cose, il dialogo tra il giornalista Riccardo Staglianò con alcuni protagonisti della contemporaneità. Nella giornata di ieri il festival ha accolto Francesca Mannocchi, reporter da luoghi come Siria, Iraq e Palestina per numerose testate italiane e internazionali, mentre il 4 luglio, poco prima della cerimonia di premiazione, sarà il turno del politico ed editore Pippo Civati.
Nel mentre, al BLA (Biblioteca Archivio Ludoteca), son stati proiettati i cortometraggi di Affari di Famiglia, una selezione ideata appositamente per i fioranesi per ringraziarli del supporto offerto al Festival. Saranno loro difatti la giuria del Premio Città di Fiorano, assegnato nella serata di domenica 4 Luglio durante la cerimonia conclusiva. Tra i sette titoli, tutti incentrati sul rapporto familiare, spiccano The Manchador di Kaveh Tehrani, Betrayal di Scott Calonico e Oh! di Olga Zolotareva. Nel mockumentary The Manchador, Saeed inizia ad indossare una benda sugli occhi cosicché le donne intorno a lui possano sentirsi libere di non indossare l’hijab, ma presto quella sua scelta diventa un vero e proprio fenomeno globale. Betrayal è invece un documentario true-crime, che esplora il rapporto di Andreas Stiller Hudson con le due identità di Werner Stiller, suo padre ma anche spia per la Stasi. In Oh! di Olga Zolotareva, un viaggio in campagna prende una piega sinistra quando una famiglia decide di aiutare una donna anziana.

La serata del 3 luglio è stata anche l’occasione per il pubblico di vedere gli altri dieci corti della variegata selezione ufficiale. La famiglia è di nuovo protagonista, ma in modi sorprendenti attraverso l’esplorazione di diversi generi cinematografici. In A Piece of Cake dei Bragg Brothers, una bambina vorrebbe una decorazione molto specifica sulla torta e il padre è disposto a tutto pur di non deluderla, anche a scontrarsi con pericolosi criminali. Anche Sticker di Georgi M. Unkowski segue l’odissea di uomo che vorrebbe solamente portare un regalo alla figlia, ma che per un minuscolo problema burocratici finisce in carcere. 3 sleeps di Chris Holt si allontana invece dal genere action dei suoi predecessori per guardare alle carenze della famiglia. In particolare il regista vuole denunciare l’abbandono infantile attraverso la storia vera di tre bambine (la maggiore è di 9 anni), che vengono lasciate sole dalla madre, partita per le vacanze senza di loro. La più piccola si ammala e le altre son costrette a scegliere se chiamare l’ospedale o proteggere la loro famiglia dagli assistenti sociali. Anche Rain, Rain and Run Away di Clémentine Carrié ha come sua protagonista una bambina, Boubou, che annoiata dal campeggio e ignorata dai genitori, coinvolge un suo coetaneo in avventure e rituali.
Vi è anche spazio per l’animazione con tre produzioni completamente opposte. One Left di Sebastian Doringer porta il pubblico nella sala d’attesa di uno studio medico, affollata da pazienti che vogliono scoprire quanto tempo resta loro da vivere. I risultati angoscianti però insospettiscono un uomo, che decide di affrontare il dottore. Snow Shelter di Robertas Nevecka usa uno stile d’animazione diverso che tende alla posterizzazione delle immagini. Anche dal punto di vista tematico risulta estremamente più cupo, trattando dell’odissea di un giovane per trovare ospitalità dopo che la sua città è stata devastata dalla guerra. Quarantine di Astrid Goldsmith preferisce invece la stop-motion per mostrare il conflitto tra una comunità di tassi e la struttura di quarantena per animali che è stata costruita sopra la loro tana.

Completano la selezione Exam di Sonia K. Hadad, Slow di Giovanni Boscolo e Daniele Nozzi e Invisible di Thomas Scohy. Nel primo, per una sfortunata coincidenza di eventi, una ragazza arriva in classe con una dose di cocaina nello zaino, non sapendo che l’insegnante ha deciso di controllare le borse proprio quel giorno. In appena 15 minuti Hadad è capace di costruire un vortice di paranoie e ansie dove una ragazza responsabile ma troppo gentile è costretta a vivere il suo peggior incubo. Slow invece, l’unico titolo italiano della serata, segue un gruppo di anziani che desidera un mondo più abituato ai loro ritmi, dove non risulteranno più ignorati. Ad interpretare il figlio di una delle protagoniste vi è Lino Guanciale. Anche il delizioso Invisible di Thomas Scohy parla di invisibilità, ma nel senso letterale del termine. Pierre, un timido scienziato, vorrebbe smettere di arrossire davanti alla donna che ama e decide di testare su di sé un nuovo prodotto chimico. Quando guardandosi allo specchio si scoprirà invisibile, sarà costretto a trovare una soluzione in fretta.
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