
The Mole – Undercover in North Korea | Biografilm 2021
La nostra recensione di “The Mole: Undercover in North Korea” (2020) di Mads Brügger, uno dei film selezionati per la 17ª edizione di Biografilm Festival, di cui Birdmen Magazine è stato media partner.
Altro giorno, altra Talpa infiltrata al Biografilm Festival. Dopo l’ultraottantenne Sergio Chamy di El Agente Topo, il ruolo di insospettabile spia è questa volta dell’ex chef Ulrich Larsen, in pensione anticipata per problemi di salute, e il lento scorrere del tempo nella casa di riposo si trasforma in dieci anni di infiltrazione in Corea del Nord.
Mads Brügger è un documentarista danese, che già aveva ironicamente mostrato la dittatura nordcoreana in The Red Chapel, venendo di conseguenza bandito dal Paese. Alcuni anni dopo è stato contattato dal suddetto Ulrich, che sosteneva di poterlo sostituire nei suoi reportage facendosi strada nella Korea Friendship Association, un bizzarro fanclub internazionale della DPRK. Partendo dalle squallide cene della delegazione locale, la Talpa ha negli anni salito i ranghi dell’associazione, fino a incontri internazionali, una prima visita in Nord Corea e il contatto con Alejandro Cao de Benós, istrionico e razzista leader del gruppo e anello di congiunzione diretta con la dittatura.

Guidato da dietro le quinte da Brügger, Ulrich riprende e registra (a volte apertamente con vari escamotage, altre volte di nascosto) la sua scalata ad amico della Repubblica Popolare. Il primo impatto con la Corea del Nord è quello di altri documentari e film, ponendo l’accento sulla surreale e oppressiva atmosfera di Pyongyang, le visite guidate, la sfarzosa architettura démodé e la continua celebrazione della dinastia Kim. È però l’avvicinamento a Cao de Benós che alza la tensione, avviando un’imprevedibile catena di eventi che dà il via al materiale più incredibile della storia. Ogni bugia molto elaborata si complica nel tempo, ma, invece di abbandonare, la Talpa e il documentario continuano fino all’estremo: un giorno cerchi una storia divertente in un surreale club danese di apologisti di una dittatura, quello dopo sei in Uganda, a trattare la costruzione di una fabbrica di armi e droghe nordcoreana.

Prima di arrivare agli estremi della (a tratti incredibile) serie di eventi e testimonianze entra però in campo il secondo grande personaggio della vicenda: quando Cao de Benós chiede alla Talpa di trovare investitori, Brügger tira fuori dal cappello Mr. James, interpretato da Jim Latrache-Qvortrup. Ulrich è la talpa ideale: fisicamente dimenticabile, vestito sobriamente e dai modi pacati, affidabile e capace di guadagnarsi la possibilità di girare apertamente filmati di gerarchi e funzionari coreani solo grazie ad anni di filmini propagandistici su Facebook. Mr. James è l’opposto: ex legione straniera, precedentemente incarcerato per traffico di cocaina, il finto investitore interpreta il suo ruolo con lo charme eccessivo di un agente segreto cinematografico, gestendo incontri internazionali segreti con battute, shots di Hennesey e outfit da moderno dandy col baffo a manubrio. È interessante pensare alle motivazioni delle due spie: Mr. James è avvezzo e dichiaratamente attratto da situazioni ad alto rischio, sguazzando nel suo pericolosissimo ruolo, ma la Talpa, a parte citare i paralleli della Corea del Nord con la Germania divisa in cui è cresciuto, rimane ben più enigmatica.

L’atmosfera da James Bond è accattivante, ma la situazione diventa ben presto terribilmente reale: Mr. James finge di voler acquistare armi (con tanto di menù e prezzi fotografati) e metanfetamina, che i Nord Coreani sostengono di potergli procurare aggirando i controlli internazionali. A suon di bluff nei vari incontri in giro per il mondo (filmati e registrati) il duo di infiltrati arriva a scoprire la possibilità di un traffico triangolare di armi, droghe e petrolio tra Nord Corea, Africa e Medio Oriente, per poi scomparire sul più bello per l’eccessivo e continuo pericolo dell’incredibile situazione.
Il film si conclude con un debriefing della missione con un ex agente dell’MI6 britannico, il racconto di Ulrich alla moglie, alla quale ha incredibilmente nascosto tutto per anni, e lo smascheramento via Skype con Cao de Benós. Lo spagnolo, i cui effettivi contatti con la dittatura sono sempre stati sconosciuti e messi in dubbio, e gli altri individui coinvolti e ripresi hanno negato tutto, o evitato di rilasciare commenti.

Anche trattandosi di riprese reali, il montaggio sicuramente aiuta ad aumentare il notevole effetto drammatico di alcune scene, e il complicato traffico internazionale mostrato nel film potrebbe essere anomalo, maldestro e indagabile da un gruppo di privati solo a causa della difficoltà economiche nordcoreane causate dalle sanzioni dell’ONU; detto questo, The Mole è un documentario coraggioso e avvincente, ricco di materiale mai visto prima grazie alla folle indagine e infiltrazione organizzata da Brügger.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista