
Crudelia – Emma contro Emma
Distribuito a partire dal 26 maggio nelle sale cinematografiche italiane e reso disponibile il 28 maggio sulla piattaforma Disney+ con accesso VIP, Crudelia è il nuovo live action della Disney che percorre, dall’infanzia all’età adulta, le vicende che hanno reso la protagonista un’icona di stile e una delle più note villain femminili della casa di produzione.
Il film, che vanta tra i produttori esecutivi il nome di Glenn Close, celebre Crudelia De Mon de La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera (Stephen Herek, 1996), è diretto da Craig Gillespie che, dopo Tonya (2017), presenta un nuovo personaggio femminile anticonformista e fuori dalle righe, interpretato dal premio Oscar Emma Stone nei panni di Estella/Cruella.

Non è semplice raccontare la storia di come una villain sia divenuta tale senza il rischio di giustificarla e di attribuire le sue azioni a un’ereditarietà sfortunata: il film si svincola subito da questo approccio, mostrando come Cruella possieda fin da bambina, in maniera quasi innata, dei tratti di luce e oscurità, bianco e nero (come i capelli), genio e follia.
La giovane, d’altro canto, non è un personaggio bidimensionale, ma una figura con cui riusciamo ad empatizzare o, al contrario, essere in disaccordo, preparandoci alla cattiva a tutto tondo che diventerà nella storia dei cuccioli di dalmata.
La vera antagonista del film è infatti la baronessa von Hellman, perfida e autoritaria direttrice di una rinomata casa di moda, interpretata da Emma Thompson: l’incontro-scontro tra lei e Estella si tinge dei colori più vistosi e del luccichio degli abiti con cui si sfidano – disegnati dalla mano esperta di Jenny Beavan – in una gara in cui vige un gusto barocco per l’eccentrico e il cui obiettivo principale è dare spettacolo, sfruttando l’effetto sorpresa e le entrate eccezionali.
La tendenza all’eccesso e all’intrattenimento è enfatizzata da un uso quasi onnipresente della colonna sonora, caratterizzata da musiche ben note (da Nina Simone ai The Clash), in una sorta di riproduzione casuale di una playlist che ci porta, insieme ai costumi, nel vivo degli anni ’60 e ’70, conferendo a questi un effetto nostalgia, più per le atmosfere che per la questione politico-sociale. crudelia disney emma stone

Oltre la patina delle scelte estetiche e i magnifici abiti, che collocano Crudelia in un immaginario della moda ben riconoscibile – consacrato da Il diavolo veste Prada (David Frankel, 2006), con i ritmi serrati e la figura tirannica della direttrice di Runway – c’è una narrazione costruita su diversi plot point che stupiscono più di una volta, grazie anche alle trovate che la protagonista e i suoi stravaganti amici architettano per portare avanti la sfida, alla ricerca del miglior effetto speciale. Il film risulta così diviso in due grandi atti, un doppio percorso di formazione, di Estella, come stilista, e di Cruella, come la nota Crudelia De Mon che tutti conosciamo.
Il polo centrale attorno a cui i personaggi orbitano, si è detto, è il rapporto tra Estella/Cruella e la baronessa, che, se da un lato viene giocato a colpi di stoffa e di paillettes, assume tinte più scure quando emergono segreti e rivelazioni del passato: la baronessa è la nemesi ma anche una potenziale proiezione della protagonista, dal modo presuntuoso di parlare fino alle azioni più perfide, che la stessa Cruella compirà in un futuro fuori dal film; la rivale è una figura necessaria e dominante nel suo arco di trasformazione, che la farà venire a patti col suo lato oscuro, un tempo sopito e ora vestito dei panni della vendetta.

Crudelia dunque riesce a superare il pregiudizio che circonda la scelta di realizzare un live action, spesso associata all’assenza di idee e di script, scegliendo interpreti quali Stone e Thompson, camaleontiche e versatili, e proseguendo una certa linea narrativa e produttiva dei film Disney (e non solo), la cui protagonista è un’antieroina – si veda Maleficent (Robert Stromberg, 2014) – offrendo un nuovo punto di vista su una delle villain più crudeli e iconiche dello studio d’animazione. crudelia disney emma stone
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