
The Second Life – La vita dopo l’estinzione | Biografilm 2021
La nostra recensione di “The Second Life” (2021) di Davide Gambino, uno dei film selezionati per la 17ª edizione di Biografilm Festival, di cui Birdmen Magazine è media partner. I film in programma saranno disponibili online su MyMovies e in presenza.
Negli ultimi duecento anni, a seguito della rivoluzione industriale, l’estinzione di specie animali ha subito una forte e inarrestabile accelerazione. Dati ufficiali parlano di una perdita del 60% dei vertebrati tra il 1970 e il 2014, mentre la popolazione umana continua a crescere. Secondo David R. Boyd, relatore speciale sui diritti dell’uomo e sull’ambiente all’Onu, si sta assistendo alla sesta estinzione di massa e l’uomo ne è l’unico responsabile. Davanti a questa emorragia di biodiversità, è fondamentale conservare il passato in modo tale da poterlo studiare, e comprendere la tragedia rappresentata da una simile perdita.
Una delle figure più importanti e al contempo ambigue in questa operazione è quella del tassidermista. Con questo termine si è soliti definire chi lavora e conserva le pelli degli animali per prepararle all’esposizione in musei a scopi educativi. Lo scopo è quello di dare una seconda vita, seppur solo apparente, ad esemplari morti, a volte appartenenti anche a specie ormai estinte. Per l’impegno richiesto all’esperto, la tassidermia può essere anche vista come un’arte, tra l’accuratezza scientifica e un lieve ma sempre presente margine di creatività.

Il documentario The Second Life di Davide Gambino, presentato a Biografilm Festival nella sezione Biografilm Italia, desidera evidenziare proprio l’importanza di questo mestiere nel tragico panorama odierno, ma per farlo sceglie una strada alquanto inusuale: usa come narratrice Petronilla, un orango del Bioparco di Roma morto nel 2015 all’età di 45 anni (a prestarle la voce è Caroline Donnelly). Il film così opera su due diversi piani narrativi: da una parte vi sono le interviste e il lavoro di tre tassidermisti – Maurizio Gattabria del Museo civico di Zoologia (Roma), Robert Stein del Museum für Naturkunde (Berlino) e Christophe de Mey del Naterra (Bruxelles) – in preparazione al Campionato Europeo di Tassidermia. Dall’altra parte invece si trova il voice over di Petronilla, che si fa testimone e portavoce dell’importanza storica e scientifica della tassidermia.
Attraverso la creazione di un “frozen zoo” dove gli animali sono cristallizzati in uno stato di apparente vita, si vuole mostrare la fauna che l’uomo ha distrutto nel corso degli anni, al fine di generare discorso a riguardo. Davide Gambino evidenzia più volte come per questi animali non esista una seconda vita e che l’unica azione possibile per riparare al danno compiuto sia educarsi e ascoltare il “silenzioso grido di aiuto” delle specie in via d’estinzione.

The Second Life non presenta elementi di innovazione per quello che riguarda l’aspetto formale, preferendo uno stile asciutto ma sempre attento ai dettagli del lavoro manuale di Gattabria, Stein e de Mey. Sul piano narrativo la scelta di concentrarsi sul Campionato Europeo di Tassidermia rischia di distrarre il pubblico dal vero obiettivo del documentario, mostrando il mestiere da un punto di vista egoistico e competitivo più che educativo. Il voice over di Petronilla, sebbene possa apparire di primo impatto estraniante, rappresenta invece la via più semplice e corretta per innestare The Second Life sulla via prefissata da Gambino fin dai cartelloni iniziali: ammonire l’umanità per il danno causato alla biodiversità e al contempo educarla prima che sia troppo tardi.
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