
L’intramontabile successo di “Amadeus” – Intervista a Karl-Heinz Teuber
Vincitore di otto premi Oscar, quattro Golden Globe, altrettanti prestigiosi premi BAFTA e tre David di Donatello, Amadeus del regista Miloš Forman rimane ancora oggi uno dei capolavori più importanti della filmografia mondiale. In esclusiva pubblichiamo l’intervista all’attore e truccatore di Amadeus Karl-Heinz Teuber che ci racconta la sua esperienza nel capolavoro pluripremiato di Miloš Forman.
Realizzato nel 1984, il film è tratto dall’omonima pièce teatrale di Peter Shaffer, opera a sua volta ispirata dal testo teatrale Mozart e Salieri di Aleksandr Sergeevič Puškin. La storia tratta della rivalità tra Antonio Salieri, compositore italiano estremamente apprezzato nella Vienna dell’imperatore Giuseppe II, e Wolfgang Amadeus Mozart, la cui genialità e musica oscurano chiunque provi a confrontarsi con lui. Secondo la leggenda alimentata dal testo di Puškin, l’invidia di Salieri nei confronti del giovane compositore salisburghese lo spinge ad avvelenarlo ma, al contempo, questa sua azione lo porterà ad un tormento eterno.

Folgorato dalla storia e dalla trasposizione teatrale diretta da Peter Shaffer per i palchi di Broadway, il regista cecoslovacco Miloš Forman, con già alle spalle titoli imponenti quali Qualcuno volò sul nido del cuculo (One Flew Over the Cuckoo’s Nest) del 1975 e Hair del 1979, decide di realizzare una sceneggiatura cinematografica del testo aiutato dallo stesso Shaffer. Le riprese iniziarono nel 1983 a Praga, Kroměříž e Vienna le quali, da un punto di vista architettonico, si prestavano alle ambientazioni settecentesche del film.
Oltre alla ricerca maniacale da parte di Miloš Forman per i singoli componenti del cast, i quali dovevano essere prevalentemente attori sconosciuti in modo da incrementare la cifra di veridicità dei personaggi, in occasione della realizzazione di Amadeus l’impianto musicale messo in atto è imponente. La musica viene eseguita e registrata esclusivamente per la pellicola dall’Academy of Saint-Martin-in-the-Fields Orchestra, diretta da Sir Neville Marriner. Per volere del regista, durante tutta la durata del film, ad essere protagonista assoluta è la musica di Wolfgang Amadeus Mozart, imponente, disarmante e monumentale, le note del compositore austriaco rendono ogni sequenza del film iconica e memorabile.

Nel mondo rococò e sfavillante della Vienna della seconda metà del XVIII secolo, ricreato dalla cinepresa di Miloš Forman, il compositore austriaco è impersonato da uno straordinario Tom Hulce (che il regista preferì ai candidati più famosi Mark Hamill e Kenneth Branagh). Irriverente, infantile, giocoso e assolutamente geniale, il Mozart interpretato da Tom Hulce è continuamente immerso nella sua musica. La sua personalità dirompente si pone in contrasto con quella rigida e austera di Antonio Salieri, interpretato da F. Murray Abraham, il quale si aggiudicò un meritatissimo premio Oscar per la sua interpretazione. Bianco e nero, notte e giorno, il binomio Mozart-Salieri governa tutta la pellicola e anche le vite degli altri personaggi: indimenticabile la scena al capezzale di Mozart in cui Salieri, nel tentativo di trascrivere le ultime note del celebre Requiem, sostiene il genio di un compositore ormai morente, ma la cui arte continua a superare qualsiasi barriera terrena.
I lunghi mesi di lavorazione di Amadeus mettono in azione un incredibile numero di maestranze, comparse, musicisti e attori. Tra i professionisti del dietro le quinte di Amadeus troviamo Karl-Heinz Teuber, responsabile del reparto trucco del film, che si distingue non solo per la bellezza delle acconciature e delle parrucche indossate dagli attori e dalle comparse, ma anche per un celebre cameo che lo ha reso immortale insieme alla pellicola. Nella scena in cui Mozart viene acconciato in occasione dell’imminente incontro con l’imperatore, il suo parrucchiere di fiducia è interpretato da Tauber stesso, alle prese con la sua prima prova d’attore. Abbiamo chiesto proprio a Karl-Heinz Teuber di raccontarci in questa intervista la sua esperienza all’interno del set di Amadeus.

Come hai conosciuto il regista Miloš Forman?
Dal 1973 al 1983 sono stato stilista e manager per quattro saloni di Vidal Sassoon in Germania e a San Francisco. Era un momento in cui sentivo il bisogno di un cambiamento professionale. Il mio amico Paul Leblanc, che ho conosciuto a Londra nel 1971, mi chiese di essere il suo assistente sul set di Amadeus che avrebbero girato a Praga. Sono stato presentato al produttore del film, Saul Zaents, che mi assunse subito vista la mia esperienza professionale presso i saloni di Vidal Sassoon. In seguito, durante le prime settimane di lavorazione, conobbi Miloš Forman di persona e mi diede l’incarico di occuparmi di tutte le parrucche e acconciature del film. Vivere il set giorno dopo giorno è stata per me la più grande scuola di recitazione.
Qual è stato il tuo ruolo specifico nel film?
Nel film ho recitato in un piccolo cameo in cui interpreto il venditore di parrucche. Nel copione della scena erano previste solo delle battute per il personaggio di Mozart perché inizialmente Miloš non era certo di voler girare quella scena. Successivamente, per arricchire il tutto, assunsero una signora anziana con due bambini che, in fase di montaggio, vennero eliminati definitivamente. Non sono presenti nemmeno nella versione Director’s Cut.
In che modo sei stato scelto per interpretare il ruolo di venditore di parrucche?
Qualcuno disse a Miloš che mi sarebbe piaciuto recitare in quella scena. Miloš venne da me a chiedermi se mi sentivo pronto e in grado di farlo e gli risposi che non doveva preoccuparsi, sarebbe andato tutto bene. Sinceramente non so ancora cosa mi spinse a voler interpretare quel personaggio con così tanta convinzione. Forse sapevo che era destinato a me. In poche ore, dopo che mi prepararono, mi ritrovai dall’altra parte della cinepresa, con il mio costume settecentesco, dopo due lunghi mesi in cui mi ero occupato esclusivamente del trucco e delle acconciature delle comparse e di tutti gli attori del film.

La scena in cui aiuti Mozart a scegliere la giusta parrucca è una delle più memorabili di tutto il film. Come ti sei sentito durante le riprese?
Chiesi a Miloš cosa voleva facessi e lui mi disse che per quella scena gli bastava che acconciassi la parrucca di Mozart. Fu un errore perché presto si accorse che quella unica azione non era sufficiente per far funzionare la scena. A questo punto provai ad improvvisare e, dopo la pausa pranzo, inizia a sentirmi più rilassato di fronte la cinepresa. Dopo l’ennesimo ciak cominciai ad entrare maggiormente nella parte del venditore di parrucche. Mi misi a cantare, improvvisai delle parole e Miloš mi fece proseguire, senza interrompermi. Tom Hulce mi consigliò più volte di guardare verso lo specchio mentre gli suggerivo cosa indossare. Provammo la scena da diverse angolazioni e inquadrature finché il regista non si ritenne soddisfatto.
A distanza di tanti anni cosa provi pensando di aver lavorato in una produzione così importante?
A volte stento a crederci. È stato un giorno irreale per me perché ho sempre desiderato essere un attore cinematografico sin da quando ero bambino. Guardandomi indietro mi rendo conto di non essere un attore, ma grazie all’esperienza sul set di Amadeus ho avuto modo di lavorare al fianco di un grande attore nominato all’Oscar in un film che ne ha vinti ben 8. È come un sogno.
Cosa ricordi del modo di lavorare di Miloš Forman sul set?
Di quella particolare scena Miloš ha realizzato tantissime take, al fine di avere una scelta più ampia nel processo di montaggio e, in questo modo, ottenere il risultato migliore. Questo suo modo di lavorare lo ha fatto diventare quello che è per tutti e gli ha permesso di ottenere anche 2 oscar nella sua carriera di regista. Accanto a Vidal Sassoon, Miloš Forman è stata la persona più importante nella mia carriera e vita artistica. Lo amerò per sempre e devo a lui tutta la mia carriera nel cinema durata 35 anni. Grazie Miloš.
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