
Noah Baumbach farà un film su White noise di Don Delillo
Due registi hanno tentato di trasporre cinematograficamente White Noise (1985), il celebre romanzo di Don Delillo: nel 2006 Barry Sonnenfeld e nel 2016 Michael Almereyda. Senza risultati. Recentissimo è l’annuncio che il regista di Storia di un matrimonio (qui la nostra recensione) Noah Baumbach ci riproverà, per Netflix.
interpretare i protagonisti saranno Adam Driver e Greta Gerwig. Già due libri di Delillo – plurinominato al Nobel per la letteratura – hanno visto il grande schermo: firma lo stesso autore la sceneggiatura, venendo da una lunga esperienza come drammaturgo, di Game 6 (2006), diretto da Michael Hoffman, con Michael Keaton e Robert Downey Jr.; mentre si affida completamente a David Cronenberg per Cosmopolis (2012), con protagonista Robert Pattinson.

C’è una ragione se le trasposizioni di Delillo sono rare: i suoi romanzi non sono “semplicemente” dei romanzi, ma sono inquinati dal teatro, dalla performance, dalla musica, dall’arte (penso, su tutti, a L’uomo che cade). Nella loro natura ibrida, in certo senso sperimentale, sembrano resistere alle rielaborazioni. Di più: il tema principe, attorno al quale sembra organizzare un compendio impossibile, è la morte, individuale e collettiva, l’oblio, il buio, la tragedia: non a caso il suo ultimo libro tradotto in italiano è Zero Killed, su una clinica per aristocratici di criogenesi; non a caso, ancora, quest’anno uscirà The Silence, dialogo tra cinque personaggi durante il Super Bowl e, al contempo, una catastrofe che ha coinvolto l’universo digitale.
White Noise – tradotto Rumore Bianco in italiano da Mario Biondi per Einaudi nel 2005 – non è da meno. È un racconto sullo sfondo di una catastrofe antropogenica, artificiale: Jack Gladney è professore in un college del Midwest, diventato popolare per i suoi studi su Adolf Hitler. Lui e sua moglie Babette soffrono di una condizione psichiatrica: hanno il terrore di morire. La possibilità che esista una pillola, un farmaco che possa annientare questa paura è l’unica speranza che li fa andare avanti. Spietato, Delillo costruisce una claustrofobia esteriore per raccontare la claustrofobia interiore.
Per Baumbach senza dubbio una sfida ad alto rischio, considerando anche si tratti del suo primo adattamento da letteratura a cinema. Noi, vista la recentissima prova, diamo piena fiducia. Voi?
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