
Ce l’ho Corto Film Festival – Escapismo cosciente
Si è conclusa la quarta giornata di Ce l’ho Corto Film Festival, la rassegna di cortometraggi organizzata da Kinodromo, che dal 2015 porta a Bologna (e quest’anno sui nostri schermi) una grande selezione di opere indipendenti di giovani autori nazionali e internazionali. Uno dei numerosi ruoli, o effetti, del cinema è sempre stato quello dell’escapismo, una fuga dalla realtà che permetta di immergersi nei mondi creati sullo schermo, spesso migliori, o quanto meno differenti, dal nostro. Questo tema è presente in alcuni dei corti più interessanti del giorno, e ad essere trasportati in questi mondi fantastici non è solo il pubblico, ma anche i protagonisti, che, grazie alla fantasia, il contatto con la natura o il sogno, riescono ad accedervi, allontanandosi anche solo per un attimo dalle problematiche e difficoltà del mondo che li circonda.
Tutti i cortometraggi del festival sono nuovamente disponibili oggi, 29 novembre, e la talk con registi e distributori è disponibile sulla pagina Facebook del Festival. In serata verranno premiati i vincitori delle varie categorie (Ce l’ho Corto-Animazione-Internazionale-Ce l’ho Porno), per poi venire trasmessi un’ultima volta nella serata del 30 novembre.

Eggshell di Ryan William Harris (Italia – 2020 – 14’) – Internazionale
Il piccolo Joey vive a cavallo tra realtà e fantasia, dove la realtà è la periferia irlandese, una difficile situazione famigliare e il bullismo di altri ragazzi, mentre la fantasia è un copricapo robotico da lui creato, Notorious Megadrive (dal soprannome del suo idolo Conor McGregor), che gli permette di trasformarsi in un eroe buono e coraggioso. Riuscirà questa dimensione segreta, questo guscio contro il mondo esterno, a sopravvivere agli attacchi della vita reale?
Ryan William harris, filmmaker irlandese di formazione italiana, costruisce perfettamente il mondo di fantasia di Joey, aiutato dall’interpretazione del giovanissimo Charlie Carbery, con una regia che alterna il punto di vista del bambino a quello delle persone che lo circondano, mostrandoci come cartone e parti elettroniche possano diventare un amico robotico, un bastone un mitra, un prato un epico campo di battaglia.

Medusa di Antar Corrado (Italia – 2020 – 11’) – Concorso ufficiale
In un futuro distopico il mondo è sommerso dalle acque e una bambina vive con la madre, un’intelligenza artificiale inserita in un tablet, che le racconta la leggenda del Colombre, una misteriosa medusa immortale. La bambina cresce, desiderosa di ascendere anche lei alla vita digitale, ma, ancora influenzata dalla favola, scoprirà una seconda possibilità, trasferendo la sua coscienza proprio nella mitica medusa e garantendo un futuro migliore all’umanità.
Il cortometraggio di Antar Corrado nasce da un mondo di nuove sensibilità ambientalistiche, unite al riconoscimento del potenziale disumanizzante dell’era digitale, proponendo una soluzione che non passi per l’evoluzione tecnologica, bensì per la comunione con la natura. Esteticamente il tema marino viene reso in maniera originale, con sovraimpressioni di creature acquatiche nel mondo di superficie, scene subacquee, interni di acquari, fino ad arrivare al mondo microscopico e cellulare.

Sheep, wolf and a cup of tea di Marion Lacourt (Francia – 2019 – 12’) – Animazione
Cala la notte, e in una casa i membri della famiglia si apprestano al sonno, preceduto da una serie di bizzarri rituali. Solo un bambino rimane sveglio, intento ad evocare un magico lupo; la calma viene però presto interrotta dall’arrivo di inquietanti pecore…
La fonte di escapismo del racconto deriva qui non dalla fantasia o dal mito, ma dal sogno, che diventa sempre più surreale e ipnotico col procedere del cortometraggio. Interessante è la sovversione dei canoni della fiaba, con l’inversione dei ruoli abituali tra i lupi e le pecore. Molto vicino alla fiaba, e in particolare alle illustrazioni di un libro di favole, è anche il bellissimo stile disegnato, in cui l’abilità di illustratrice di Marion Lacourt permette di creare un mondo sempre più bizzarro man mano che ci si addentra in questa dimensione onirica, dove a un tratto pulito “da stampa” si accompagnano piacevoli colori sfumati, reminiscenti fin dall’inizio dello spazio, in cui si svolgeranno alcune delle sequenze più evocative.
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