
I videoclip imperdibili di Ce l’ho Corto Film Festival 2021
Dal 24 al 25 novembre si è tenuta a Bologna – sia in presenza, al Centro Sociale TPO, che online – la terza edizione di Ce l’ho Corto Film Festival, evento dedicato ai cortometraggi organizzato da Kinodromo e diviso in cinque sezioni (Ce l’ho Corto, Kinocorto, Animazione, Ce l’ho Porno e Video Killed The Radio Star). Sabato 27 è stata la giornata dedicata a Video Killed The Radio Star, sezione nuova del festival, che si concentra sui videoclip musicali.
Sono state proiettate dieci opere nate da collaborazioni tra artisti emergenti; di seguito proponiamo una selezione dei videoclip da non perdere.
LUS U
Girato con una macchina da presa degli anni Settanta, il video diretto dall’austriaco René Mühlberger, in arte Pressyes, e da Marlene Lacherstorfer, è girato interamente in esterni e brilla di contrasti cromatici – su tutti il basco giallo della protagonista che si staglia sul cielo limpido. I due protagonisti, che sono anche i registi, ballano, cantano e corrono per le strade di Malta, conferendo alla scena un continuo dinamismo. La fotografia è luminosa e i colori sono saturati, mentre l’abbigliamento dei protagonisti, insieme all’utilizzo di oggetti come un walkie talkie e al frequente cambio di formato, ci trascinano in un’atmosfera rétro, primaverile e sgargiante, che inevitabilmente viene velata di malinconia nel finale, con un allontanamento della camera dalla protagonista, che rimpicciolisce pian piano fino a diventare solo una macchia gialla affacciata a un balcone.
WINTER CHILD
Diretto da Lorenzo Massa, che ha realizzato il videclip interamente in camera sua, Winter Child è un collage di immagini e animazioni che danno vita ad un viaggio onirico, ispirato alle opere di Magritte, del quale sono presenti citazioni. Come da titolo, l’opera rimanda all’inverno, difatti la componente cromatica dominante è fredda. Protagonista è una bizzarra natura che interagisce e si fonde con l’essere umano. Dopo una sfilza di castelli nel mare, volti che sovrastano le montagne e teste che scompaiono e ricompaiono, la scritta finale The end? rimarca l’apertura ad un viaggio potenzialmente infinito.
SHE DOESN’T KNOW WHO I AM
Diretto da Tomas Rigoni e girato tra esterni e interni, il videoclip ha come protagonisti Giulia Bianchi e UnFauno (il cantante), in un’alternanza di scene che vedono lui viaggiare in macchina e lei in una stanza dismessa dalle pareti scrostate che si spoglia faticosamente, seduta su una poltrona. Le riprese proseguono tra espedienti come lo split screen, il rewind e didascalie ironiche inserite sopra l’immagine, queste ultime come ammissioni di ricerca della fama da parte degli autori. La ragazza, poi, si ritrova con dei fiori in mano per venire infine sostituita da UnFauno, che, nudo sulla poltrona, non ha in mano che sabbia; una sostituzione che fa pensare a un alter ego femminile dell’artista.
SATURN
Questo progetto nasce dalla collaborazione a distanza tra il regista Bill Denbrough e il musicista Bob Rocket ed è girato a Bologna, durante la pandemia. Il protagonista, il performer Federico Montaresi, si muove negli ambienti deserti di Santa Viola, dell’Opificio Golinelli e della zona Fiera, messi in risalto da una fotografia fredda e asettica. Nell’opera vengono rielaborati i suoni catturati dalla sonda Cassini, mandata in orbita intorno a Saturno nel 2006; le immagini del pianeta vengono inoltre inserite nel video, accompagnate dalla voce narrante dell’astrofisico Amedeo Balbi, grazie al quale gli autori si sono appassionati alla vicenda della missione NASA. Il risultato è un’alternanza di velocità e lentezza, data dai giochi di ritmo e montaggio e dall’utilizzo del ralenti.
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