
5 consigli dalla prima giornata di Ce l’ho Corto Film Festival
Mercoledì 25 novembre ha avuto inizio la seconda edizione di Ce l’ho Corto Film Festival. L’evento dedicato ai cortometraggi di autori emergenti, organizzato da Kinodromo e di cui Birdmen è media partner, si sta svolgendo sulla piattaforma streaming Open DDB e proseguirà fino al 28 novembre. La giornata di domenica 29 novembre sarà invece dedicata a una replica dell’intera programmazione. Ricordiamo che è possibile accedere al festival al costo di 3 euro, implementabile con una donazione libera a sostegno delle attività di Ce l’ho Corto. Ecco le recensioni di cinque dei cortometraggi della prima giornata del festival.

Giusto il Tempo per una Sigaretta di Valentina Casadei (Italia – 2020- 15’) – Internazionale
Christian è un figlio che deve indossare anche i panni del genitore, visto che suo padre è un’incognita e sua madre sopraffatta dai suoi vizi. Per questi motivi deve adempiere a doveri che non dovrebbero essere suoi. La mattina Christian si assicura che suo fratello minore Giulio vada a scuola in orario e poi corre a lavoro, arrivando sempre in ritardo.
Valentina Casadei, al suo primo cortometraggio, segue con serratezza Christian, portando sullo schermo le sue angosce e le sue paure sul presente. Il crescendo di tensione però non manca mai di tenerezza, che sembra quasi insita in ogni immagine, e così quando arriva anche per il protagonista il tempo di una sigaretta, questo sembra un regalo da parte della regista.

Lola di Francesca Tasini (Germania – 2019 – 20’) – Internazionale
Lola di Francesca Tasini affronta il tema dell’adozione visto attraverso gli occhi di una donna transgender, Lola (Christina Rosamilia). Quest’ultima vorrebbe coronare il sogno di avere una famiglia con il suo fidanzato Jonathan (Klaus Salminen), che però sembra restio all’idea. Lola, nonostante tutto, decide di mettere al primo posto la sua felicità e di combattere fino all’ultimo istante per avere quella vita che ha sempre sognato.
Il quadro dipinto da Francesca Tasini (sceneggiatrice e produttrice, oltre che regista) con Lola è delicato e mai banale, mostrando senza filtri quanto sia difficile l’iter adottivo, soprattutto per chi non rispecchia l’ideale di famiglia accettato dalla società. La riuscita di Lola spetta anche all’ottima interpretazione da parte della sua protagonista, Christina Rosamilia.

Não te amo mais di Yasmin Gomes (Brasile – 2020 – 10’) – Concorso principale
L’attrice Yasmin Gomes esordisce nel cortometraggio con Não te amo mais (I Don’t Love You Anymore), una lettera sospesa tra amore e odio per San Paolo, dove ha vissuto per quasi dieci anni. La sua voce si intreccia a quella di altri che sono passati o si sono stabiliti in quella città, per parlare dei suoi difetti, dei suoi pericoli, ma anche della sua vitalità e della sua passione.
Se il desiderio di Gomes era quello di trasmettere il pensiero degli autoctoni, il risultato finale riesce ad avere un respiro molto più ampio, proprio perché quel sentimento di angoscia mista ad appartenenza è universale. Não te amo mais è un inno a vivere la propria città nelle sue gioie e nei suoi dolori.

Animali di Elisabeth Wilke (Germania – 2020 – 14’) – Concorso principale
Animali di Elisabeth Wilke è nato per caso. La regista si è recata a Roma per delle riprese e ha incontrato Emma, leader di un piccolo gruppo di ragazzini che ha iniziato a mostrarle i luoghi della sua quotidianità. Vedere la città attraverso gli occhi di Emma permette di riscoprire Roma e di vedere angoli inesplorati che diventano vividi grazie alla sua magia. Animali assomiglia a tratti a una versione documentaristica di The Florida Project (2017, Sean Baker): qui il pubblico non vede Moonee fuggire per andare a Disney World, ma Emma creare un parco giochi dall’asfalto bollente dell’estate romana.

A Meeting di Giuseppe Lanno (Italia – 2019 – 10’) – Ce l’ho porno
A meeting di Giuseppe Lanno, unico cortometraggio italiano della selezione di Ce l’ho porno, racconta del primo incontro di persona tra due filmmaker. Hanno passato mesi a parlare delle loro passioni e della loro arte e all’improvviso la loro attenzione si è spostata sul sesso. Quando è arrivato il momento di annullare la loro distanza digitale, decidono di filmare la loro intimità, cercando di usare la telecamera per capirsi e solidificare il loro legame.
Se la premessa potrebbe far pensare a delle riprese a mano quasi amatoriali, la ricerca estetica di Lanno mostra la sua esperienza come filmmaker e la voglia di elevare queste riprese, a metà tra la testimonianza e il voyeurismo, portandole a essere qualcosa di più delicato e personale.
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