
«Io sono la Stella!» – Buon compleanno Whoopi Goldberg!
«Voglio puntualizzare una cosa mio caro Ahmal, io non sono e non sono neanche mai stata a Las Vegas una showgirl… io sono la Stella!» (da Sister Act 2 – Più svitata che mai).
Indimenticabile il personaggio di Deloris Van Cartier, alias Suor Maria Claretta, nel “dittico filmico” Sister Act, in cui la comicità di Whoopi Goldberg emerge in tutta la sua forza, consacrando l’attrice tra le icone del cinema comico e sentimentale americano degli anni ’80 e ’90.
Nata Caryn Elaine Johnson il 13 novembre 1955, ribattezzatasi artisticamente Whoopi Goldberg, l’attrice statunitense è davvero molte cose: attrice, doppiatrice, scrittrice, conduttrice e produttrice televisiva, comica, attivista statunitense. In campo cinematografico è possibile individuare alcuni punti chiave nel percorso di questa poliedrica personalità artistica, che permettano di delineare un quadro complessivamente ampio con cui ricordare l’attrice nel giorno del suo sessantaquattresimo compleanno.
Si è appena detto della comicità dell’attrice e molti non faticheranno a ricordarla nei panni della sedicente medium Oda Mae Brown in Ghost – Fantasma (1990), personaggio per la cui interpretazione la Goldberg riuscì ad ottenere l’Oscar alla miglior attrice non protagonista nel 1991. Alle sue origini, la carriera della Goldberg nacque all’insegna di un sentimentalismo drammatico ad impatto sociale: venivano messi in scena forti sentimenti per tentare di smuovere le coscienze del pubblico. A tal proposito, è ne Il colore viola (1985) il primo ruolo significativo: l’attrice americana interpreta Celie Harris, donna di colore nel Sud dell’America negli Anni Venti contro cui il destino si è violentemente accanito. Una storia in cui si parla di abusi sessuali, razzismo e violenza domestica, atti che la povera donna è costretta a subire fino alla rivincita finale. «Io sono povera, sono negra, sono anche brutta. Ma Buon Dio, sono viva, sono viva!». Alla fine della pellicola attraverso questa frase il personaggio di Celie dà corpo non soltanto al senso ultimo della vicenda, ma ad una serie di temi sui quali la Goldberg si concentrerà maggiormente nel suo percorso artistico.
«Sono negra» esclama Celie. Si può notare che alla tematica razzista dell’apartheid è legata parte della filmografia dell’attrice. In La lunga strada verso casa (1990) e in Sarafina! Il profumo della libertà (1992) ciò è particolarmente eloquente. Dall’energica risolutezza al più allegro movimento di danza, in uno spettro di azioni che la telecamera inquadra in tutta la loro densa fisicità, la Goldberg si muove con maestria, sapendo orientare su di sé gli occhi dello spettatore, anche attraverso il suo sguardo profondo, limpido e vivace.

Nello sguardo risiede uno dei punti di forza dell’attrice, sguardo che sa farsi carico di sentimenti in pellicole come Una moglie per papà (1994) e Il grande cuore di Clara (1988). Nel primo di questi due lavori possiamo vedere un ritorno della tematica antirazzista, più precisamente nelle difficoltà che intercorrono lungo la vita matrimoniale di un uomo bianco con una donna afroamerica. Nel secondo, un grave lutto famigliare innesca una serie di avvenimenti, tra cui il divorzio dei genitori del protagonista, con cui Clara (Whoopi Goldberg) dovrà avere a che fare. Più in generale è la dimensione familiare al centro della riflessione in queste pellicole, dal momento che si racconta di tragici eventi che sollecitano sempre una ricostruzione o una riparazione dei rapporti all’interno del nucleo d’origine. Ed è in queste pellicole che l’attrice, spesso inquadrata in primi piani, evoca icasticamente con il suo sguardo la massa di emozioni che agita e compone la vicenda.
Accanto allo sguardo, va ricordato anche il sorriso luminoso dell’attrice, spesso accompagnato da una smaccata gestualità, quale elemento chiave della recitazione in pellicole come Chiamatemi Babbo Natale (2001), così come in Sister Act – Una svitata in abito da suora (1992) e nel relativo sequel Sister Act 2 – Più svitata che mai (1993). Il sorridere dell’attrice sa creare un contatto umano forte con il suo pubblico, che la segue nel suo procedere di scena in scena, al punto da accettare anche la riproposizione di una figura tradizionale quale Babbo Natale in vesti femminili; di fronte ad un’emozione evocata, non si bada più al sesso della figura e quello della Goldberg è (forse) l’unico Santa Claus donna che conservi parimenti lo statuto del suo corrispettivo maschile: non è una Signora Natale, o un surrogato, lei è Babbo Natale in piena regola, con conseguente ammiccamento a tematiche femministe.
Un volto che vive soprattutto del suo sguardo profondo, della sua risata sincera quindi, elementi i quali, se necessario, sanno caricarsi di intensa riflessività. In virtù di questo, accade che la Goldberg diventi nell’immaginario comune un’attrice la quale facilmente si presti a ruoli che devono evocare emozioni intense fino a suscitare domande esistenziali. Non a caso ha modo di recitare il ruolo di Dio in Il mio angolo di paradiso (2011). Seduta su di un divano, con volto calmo e concentrato, dialoga con la protagonista del film sul significato della vita. E ancora, in Un respiro di sollievo (2014), l’attrice veste i panni di Viola Price, in un racconto che accompagna lo spettatore fino alle porte dell’aldilà.
Nel complesso, è innegabile il forte impatto che la recitazione di Whoopi Goldberg riesce ad avere. Le sue sono storie contro il razzismo, il sessismo, storie di profonda umanità, storie che si costruiscono attraverso i molti personaggi cui l’attrice ha dato anima. Muovendosi dal tragico al comico e viceversa, la Goldberg si è sempre saputa conquistare l’affetto del pubblico attraverso un’espressiva recitazione che, tra i vari premi, le è valsa nel 2002, dopo circa vent’anni di carriera, una stella nella Hollywood Walk of Fame. Buon compleanno Whoopi!
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