
Avengers: Endgame, riferimenti ai fumetti fantastici e dove trovarli
di Luca Carotenuto e Nicolò Villani
Avengers: Endgame è arrivato nei cinema e continua a macinare record, la censura sugli spoiler è stata ufficialmente ritirata e una sola domanda rimane ancora senza risposta: perché Birdmen non ha realizzato un pezzo della rubrica “Come arrivare preparati a…” per Endgame? La risposta è semplice ragazzi: perché neanche noi eravamo preparati, nemmeno bibliograficamente, al film. Avengers: Endgame è un film corale sotto molti aspetti, non solo a livello di cast, ma anche per quanto riguarda la realizzazione stessa della storia. Non c’è un singolo fumetto, anzi non c’è un fumetto singolo che sia stato d’ispirazione principale per il quarto capitolo della saga Avengers. Endgame è prima di tutto un film e una storia originale e solo dopo un cinecomic basato su dei fumetti; fumetti dei quali i riferimenti non saranno certamente sfuggiti agli appassionati lettori e conoscitori della Casa delle Idee. Vi elenchiamo di seguito tutti quelli che siamo riusciti a trovare per il vostro (e il nostro) nerdgasm. Ne abbiamo mancato qualcuno? Fatecelo sapere!
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“Hail Hydra”
I Russo citano i Russo. Nella ormai famosa scena dell’ascensore, Cap (Chris Evans) si ritrova in una situazione molto simile, se non addirittura sovrapponibile, a quella vista in Winter Soldier nel 2014. Circondato da agenti Hydra sotto copertura, il nostro capitano deve riuscire a portare via lo scettro di Loki e la relativa Gemma dell’Infinito al suo interno. Il palco è pronto, gli attori sono in posizione e il pubblico aspetta trepidante un replay del combattimento in ascensore…e invece “Hail Hydra”. Questa scena è un chiaro omaggio a Nick Spencer, ex politico del Partito Democratico statunitense di Cincinnati e al momento scrittore di Amazing Spider-Man. Ma nel 2016 Nick Spencer era su Captain America e il primo numero della sua serie si conclude con un cliffhanger che ha fatto la storia: Capitan America rivela di essere sempre stato un agente dell’Hydra, o almeno è questo quello che, nel fumetto, il Teschio Rosso, grazie al Cubo Cosmico (che nei film abbiamo imparato a conoscere come Tesseract), è riuscito a far credere a Rogers, manipolando e alterando i suoi ricordi. La serie fece molto discutere e non lasciò indifferente nemmeno lo stesso Evans il quale, ironia della sorte (una sorte che porta i nomi di Christopher Markus e Stephen McFeely), pronuncia queste stesse parole nel film, sebbene con intenzioni e in un contesto molto diverso.

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Vecchio Cap, Nuovo Cap
Pensatela come vi pare ma la scelta del passaggio di scudo da Steve a Sam – Falcon – Wilson ha perfettamente senso e non ha niente a che fare con il politicamente corretto. Infatti è esattamente quello che accade nel fumetto, un fumetto del 2014 che porta la firma di Rick Remender e i disegni di Carlos Pacheco e nel quale il nostro eroe, dopo aver combattuto contro una sorta di “Mandarino” dell’Hydra, Chiodo di Ferro, si vede privato del siero del super soldato, invecchiando così a novant’anni tutto d’un colpo. Per questo motivo sceglie di passare lo scudo al suo amico Sam che diventa, per breve tempo, il nuovo Capitan America. Il “vecchio” Steve che passa lo scudo al giovane Sam è quindi uno dei tributi meglio riusciti degli sceneggiatori cinematografici a quelli fumettistici. Perché allora Steve non passa lo scudo a Bucky, suo amico di più lunga data? La risposta è semplice: come hanno spiegato i Fratelli Russo in un’intervista, Sam condivide con Steve una sorta di connessione, un’innocenza di base che Bucky, a causa del suo passato traumatico non condivide. Non vediamo l’ora quindi di scoprire come sarà il nuovo Capitano nella recentemente annunciata serie Disney+ Falcon & Winter Solidier.
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La vita di Cap
Sempre alla fine di Endgame apprendiamo che Steve ha deciso di rimanere nel passato per vivere la vita con Peggy Carter e invecchiare così naturalmente. Questo possibile esito è già stato in parte esplorato nei fumetti, in particolare nella serie House of M, di Brian Micheal Bendis e Olivier Coipel anche se ovviamente non manca qualche notevole differenza. Sebbene in questa realtà infatti riesca a sposarsi con Peggy Carter e a compiere anche una serie di imprese notevoli, tra le quali essere il primo uomo ad aver camminato sul suolo lunare, Cap subirà un triste destino a causa delle sue posizioni contrarie all’ostilità tra umani e mutanti. Questa sua “liberalità” nelle questioni superumane gli costerà la fama, il riconoscimento di una nazione e anche il suo matrimonio. Peggy infatti divorzierà da Steve poco dopo l’allunaggio e questi passerà una vecchiaia in solitudine. Non proprio la conclusione da favola di Endgame insomma.
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Cap Degno
Concludiamo la carrellata di riferimenti a Capitan America con una menzione speciale al Cap degno di sollevare Mjolnir. Chi ha letto Fear Itself, grande evento Marvel del 2011 (In Italia pubblicato tra il novembre 2011 e maggio 2012) sceneggiato da Matt Fraction e disegnato da Stuart Immonen, ricorderà sicuramente che nell’ultimo numero, il settimo, Cap risolleva le sorti della battaglia contro il Dio Serpente impugnando proprio il martello di Thor e mostrando al mondo intero di esserne degno. Nel film tale evento ha anche una risonanza maggiore, in quanto dimostra che in Age of Ultron (Joss Whedon, 2015) Steve aveva solo finto di non poter sollevare il martello, in quanto, con ogni probabilità, non voleva ferire i sentimenti dell’amico norreno.

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Ronin
In effetti i fumetti dell’era Bendis, che ben poco hanno a che fare a livello di trama e personaggi con Endgame, hanno offerto molto materiale per i film dei fratelli Russo. Un ritorno bendisiano che i fan aspettavano maggiormente era quello di Clint – “Occhio di Falco” – Barton nelle vesti del giustiziere e spadaccino Ronin. Nei fumetti, Clint, dopo essere stato resuscitato durante il sopracitato evento House of M, entra in clandestinità e indossa i panni di Ronin dopo la conclusione della guerra civile tra super-eroi, all’incirca il 2007. Panni che porterà per un bel po’ almeno fino ad aprile 2010 quando, con l’inizio della cosiddetta “Età Eroica”, riprenderà quelli più propri di Occhio di Falco. Quello che il film non menziona è che Ronin è stata l’identità segreta di un altro personaggio Marvel prima di Clint Barton e cioè di una donna, la spadaccina sorda Maya Lopez detta Echo, ex-fiamma di Daredevil. Successivamente i panni di Ronin sono stati indossati anche da altri personaggi, tra i quali citiamo l’ultimo, Eric Brooks alias Blade.

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Rocket Classicoon
Per disegnare un buon Rocket Raccoon basta prendere a modello un qualunque procyon lotor, vestirlo quanto basta, metterlo in posizione eretta e dargli un’arma da fuoco il doppio della sua misura, ma per disegnare un ottimo Rocket Raccoon solo questo non basta. In Avengers: Endgame abbiamo assistito a quella che forse è la migliore resa grafica del personaggio: un procione vestito di una giacca similpelle blu a contorni rossi. Non l’aspetto della sua prima apparizione ma di certo quello più iconico, il Rocket classico è apparso nella serie dedicata ai Guardiani del 2008, di Dan Abnett e Andy Lanning, e da allora anche in serie animate e videogiochi, diventando così il suo costume più popolare. Chissà se rivedremo Rocket con questo costume anche nel terzo capitolo dei Guardiani della Galassia o se un altro disegnatore verrà omaggiato.
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Scott e Cassie
Cassie Lang, la figlia di Scott Lang alias Ant-Man, in Endgame interpretata da Emma Fuhrmann, è nei fumetti un personaggio molto più “attivo” della sua controparte cinematografica. Militante nei “Giovani Vendicatori” e per qualche tempo anche nella squadra principale con l’identità di Stature, Cassie è stata anche nei fumetti protagonista di due scene molto toccanti col padre. La prima in Avengers The Children’s Crusade #5 del 2011 (in Italia Vendicatori La Leggenda #7) dove un redivivo Scott Lang si ricongiunge con la figlia, già militante da tempo nel team dei Giovani Vendicatori. La seconda, più recente, datata 2015 vede i ruoli invertirsi: In Avengers World #16 (in Italia su Avengers #26) Dottor Destino, dopo essere entrato in possesso di una parte dei poteri di Wanda Maximoff, decide in un inaspettato atto di bontà di resuscitare l’allora morta figlia di Scott. Il risultato, in entrambi i casi ma specialmente nel secondo, è un momento molto intimo e delicato trasposto magistralmente dai fratelli Russo nel film.
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Professor Hulk
Siamo onesti, il “Professor Hulk” presente in Endgame è basato su un solo personaggio: Mark Ruffalo. Ciò però non significa che questa interpretazione sia tutta farina del sacco di Mark. Il Professor Hulk appare per la prima volta nel 1991 su The Incredible Hulk #377 (in Italia lo trovate ristampato su L’incredibile Hulk – Il Cerchio si chiude) a opera dell’immenso Peter David. Questa versione del personaggio fu il risultato di un esperimento condotto dal Dottor Samson per aiutare Banner a controllare il proprio alter ego e il risultato fu un parziale successo. La versione fumettistica del Professor Hulk possiede buona parte (ma non tutta) della forza dell’Hulk originale, l’intelligenza di Banner ma senza la sua reticenza e l’arguzia di Hulk Grigio. Quella cinematografica invece ha la simpatia liberal-popolare di Mark Ruffalo, appunto.
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Avengers, uniti!
Nel primo Avengers (Whedon, 2012) era troppo presto, nel secondo (Whedon, 2015) forse viene detto ma non si sente e nel terzo (Fratelli Russo, 2018) erano tutt’altro che uniti. Dopo un’attesa quindi durata ben sette anni i fan hanno potuto udire dalla voce di Cap lo storico motto della squadra dei Vendicatori: Avengers Uniti! Ma dove viene detto per la prima volta nei fumetti? Non è stato facile risalire a questa prima volta ma dopo una lunga ricerca possiamo dire che la prima volta che viene pronunciato questo incitamento è in Avengers #10 del novembre 1964, a opera di Stan Lee e Don Heck. Si tratta sicuramente di un momento molto meno spettacolare del film, cionondimeno merita di essere menzionato se non altro per l’importanza bibliografica che ha poi assunto nel tempo.

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Io sono Iron Man
Lo schiocco di Iron Man alla fine della battaglia finale è destinato a diventare uno dei momenti più iconici nella storia del cinema. Nei fumetti questo evento è già accaduto ma è sicuramente molto meno spettacolare: in Avengers #12 del 2011 (in Italia su Iron Man e i Vendicatori #44), Iron Man ottiene tutte le gemme e il relativo guanto, ma invece di schioccare le dita per ribaltare le sorti della battaglia, si limita a due azioni molto modeste e cioè rinchiudere Hood in gattabuia ed eliminare per sempre dall’esistenza le Gemme dell’Infinito assieme al guanto. C’è poi da dire che nel fumetto lo schiocco non è assolutamente fondamentale per innescare il funzionamento delle gemme (benché effettivamente anche nel fumetto Thanos ricorra allo “snap!”) pertanto Tony in questa occasione non fa altro che “pensare” a cosa vuole che accada. Insomma, siamo molto contenti che nel film questo momento sia stato reinventato per rendere giustizia al medium cinematografico.
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