
Due parole sulla questione James Gunn/Disney
Qualche giorno fa stavo scorrendo il mio feed Instagram quando mi sono imbattuto in un’inserzione di Disneyland Paris che mostrava delle discutibili imitazioni di “Star-Pratt” e “Saldana-Gamora” ballare con dei sorridentissimi bambini al ritmo di I love rock ‘n’ roll, di Joan Jett. La didascalia riportava “torna al ritmo degli anni ottanta con i Guardiani della Galassia” o roba simile. Con amarezza ho constatato, qualora ce ne fosse ancora bisogno, il potere e i metodi delle grandi corporation americane, a dispetto degli artisti che contribuiscono a renderla grande. Se poi, come chi scrive, non si è soltanto degli appassionati consumatori ma anche e soprattutto dei consumati cultori, l’amarezza risulta ancora maggiore. La Disney ha licenziato James Gunn e ha interrotto ogni rapporto col regista ma intanto a Disneyland si capitalizza su quella che di fatto è una sua creazione, i Guardiani della Galassia. Niente di sbagliato, sia chiaro, almeno dal punto di vista legale e forse neanche troppo dal punto di vista morale; in fondo lo stesso Gunn ha firmato un contratto.
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L’articolo è stato pubblicato il 18 agosto 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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