
Molly’s game: la “principessa del poker”
Direttamente dalla penna di Aaron Sorkin – autore degli script di biopic di successo quali Steve Jobs (Danny Boyle, 2015) e The social network (David Fincher, 2010) -, è arrivato nei cinema italiani dal 19 aprile Molly’s game. Lo sceneggiatore statunitense, per la pellicola che segna il suo debutto alla regia, si avvale dell’autobiografia Molly’s Game: From Hollywood’s Elite to Wall Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker (2014), di Molly Bloom, scegliendo di portare sullo schermo la romanzesca vita di quest’ultima, che, dopo aver dovuto forzosamente rinunciare ad una promettente carriera nello sci a causa di una rovinosa caduta nella gara della vita che l’avrebbe portata alle Olimpiadi, reinventa se stessa ritrovandosi ad organizzare partite di poker clandestine tra personaggi di spicco del mondo di Hollywood. Dall’essere assistente del proprio datore di lavoro, a plasmarsi un proprio mondo dove godere d’identità e rispetto, tanto da essere ribattezzata dai media la principessa del poker, il passo è breve, ma, in un frangente dove la posta in gioco è troppo alta, attrarre personaggi scomodi al proprio tavolo diventa semplice, ed è sufficiente una mossa sbagliata per cadere nell’ingenuità e perdere tutto.
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L’articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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[…] chi dalla carta vuole provare in prima persona a dar vita tridimensionale ai propri personaggi. Ma Molly’s Game, il suo primo film che lo vede anche come regista, non ha quel ritmo, quella musicalità, […]