
Let the music play: “Baby driver”
Ci sono pochi registi in circolazione capaci di assorbire, digerire, e poi riproporre in modo originale la cultura pop. Tra questi, un posto d’onore spetta ad Edgar Wright, che inserisce nel mosaico della sua filmografia un quinto, brillantissimo, tassello, ossia Baby Driver (2017). Il regista quarantottenne si è fatto conoscere al mondo grazie alla superba “trilogia del cornetto” (composta da Shaun of the Dead, 2004, Hot Fuzz, 2007, The World’s End, 2013), un prodotto capace di rimescolare diversi generi, coniugando il lato comico-demenziale con un’azione incalzante e pirotecnica, sempre a partire da alcuni archetipi narrativi collaudati. In questo senso, in Baby Driver l’ago della bilancia pende a favore proprio della componente action, e lo si capisce fin dalla sequenza di apertura, dove ha luogo il primo dei molti, serratissimi inseguimenti.
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L’articolo è stato pubblicato il 18 febbraio 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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