
Arrival – L’indispensabilità del comunicare
Recentemente candidato in 7 categorie per gli Oscar 2017, tra le quali miglior regia e miglior film, dal 19 gennaio nelle sale italiane è possibile apprezzare Arrival, ultima opera del regista canadese Denis Villeneuve, basato sul racconto Storia della tua vita, incluso nella raccolta di racconti Storie della tua vita (Stories of your life) di Ted Chiang.
Seguendo il sentiero spielbergriano tracciato da Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) e E.T. – l’extraterrestre (1982), in cui il contatto umano-alieno prende la forma di un incontro tendenzialmente pacifico rivolto alla comprensione e alla relazione/scambio, il regista costruisce la sua opera, presentata anche nel settembre 2016 alla 73sima Mostra del cinema di Venezia: una pellicola fantascientifica adulta che guarda più alla mente che ai corpi, che gioca con la ragione più che con l’azione, distante dai mainstrem disaster movie e più concettuale/intellettuale, ricordando per esempio nelle dinamiche degli scontri “politici” District 9 (Neil Blomkamp, 2009), ma con molte meno sparatorie e con alieni di forma diversa, da gamberoni a polipi giganti (chissà perché sempre forme marine; cantavano i Bluvertigo, ormai qualche anno, fa in una canzone coerente col tema (Altre forme di vita): «Se non esistessero i pesci riusciresti ad immaginarli?»).
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L’articolo è stato pubblicato il 30 gennaio 2017 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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