
Viviamo in una simulazione alla Truman Show? Ecco come uscirne
Il cinema ha sicuramente contribuito ad alimentare quella moltitudine di teorie secondo cui la nostra realtà potrebbe essere una simulazione fittizia. Film come Matrix e The Truman Show, serie TV come Westworld e Black Mirror sembrano voler insinuare lo stesso sospetto in tutti noi: i luoghi che frequentiamo, i nostri amici o i nostri stessi familiari potrebbero non essere reali, ma delle semplici illusioni. Forse viviamo in un mondo virtuale generato al computer, o forse ci troviamo in un gigantesco set cinematografico popolato da attori che fingono di volerci bene (o di odiarci). Comunque la si voglia mettere, si tratta di un enorme inganno perpetrato a nostra insaputa.

Come dimostra un recente articolo pubblicato su Focus, queste teorie sulla simulazione della realtà non sono solo argomenti di film e serie TV, ma sono state ampiamente dibattute anche in ambito scientifico e filosofico. Tuttavia, il cinema ci offre un’opportunità unica: attraverso storie di personaggi che intraprendono un viaggio per uscire da queste simulazioni, ci propone soluzioni su come prendere coscienza di tali inganni e liberarcene una volta per tutte.
Nel caso in cui effettivamente vivessimo in una gigantesca simulazione – scusate la paranoia, ma in fondo non si sa mai – abbiamo deciso di rivedere The Truman Show senza alcuna intenzione critica, ma solo per comprendere come Truman riesca a tirarsi fuori da quel mondo simulacrale che gli è stato letteralmente costruito intorno. Ne abbiamo ricavato, pronta all’uso per chiunque inizi a dubitare dell’effettiva umanità dei propri cari o dei colleghi di lavoro, una Guida Pratica in Cinque Passi per Uscire Dalla Simulazione.
La realtà simulata di The Truman Show

Una piccola precisazione preliminare: purtroppo questa non è La Guida, ma solo una guida. A seconda se la simulazione in cui viviamo sia una realtà virtuale gestita da un supercomputer, un set cinematografico messo in piedi da perfide multinazionali o, lovecraftianamente, un sogno di un dio dormiente, sarà necessario mettere in atto strategie diverse per poterne uscire fuori. Limitandoci a seguire le indicazioni fornite da The Truman Show, possiamo per ora soltanto capire come uscire da una realtà simulata quale quella in cui si trova a vivere il protagonista del film, Truman Burbank.
Per chiunque non ricordi la trama di questo capolavoro di Peter Weir, Truman nasce ripreso da una telecamera. Poi, per trent’anni continua ad esser ripreso a sua insaputa da telecamere che lo seguono in ogni luogo della sua vita, per strada, al lavoro, a letto. Lui non lo sa, ma fa parte di uno show televisivo. Tutto ciò che c’è intorno a lui è un set, le persone sono attori e comparse, le case, la polizia, i vigili del fuoco, tutto è set, e persino l’acqua del mare è fasulla. Sua moglie e il suo migliore amico sono attori. Sopra tutti c’è Christof, dio-demiurgo-produttore, che gestisce la vita del poveretto. Ad un certo punto, però, Truman capisce il trucco e prova a scappare. Ecco, seguiamo i suoi insegnamenti.
Primo passo: cerca le falle nel Sistema

Osserva attentamente il tuo ambiente alla ricerca di dettagli insoliti o eventi strani che sembrano sfidare la logica o le leggi naturali del mondo che ti circonda. Questi segnali potrebbero rivelare che ti trovi in realtà all’interno di un set cinematografico. Potresti imbatterti in fari da palcoscenico che piombano dal cielo in una giornata di sole tranquilla, o potresti notare edifici che hanno solo una parete visibile, mentre l’area dietro di essi è completamente vuota. Allo stesso modo, potresti notare discrepanze o anomalie nel comportamento delle persone intorno a te. A noi, ad esempio, chi ha fatto venire simili paranoie è stato Terence Hill, che all’età di 83 anni ha annunciato di tornare a interpretare il personaggio di Trinità per un terzo film della saga. Al pari di un faro da palcoscenico piovuto misteriosamente dal cielo, queste sue affermazioni gettano un’ombra inquietante sulla credibilità della realtà in cui viviamo.
Secondo passo: sospetta dei brand

Considerando che il tuo show va in onda senza interruzioni pubblicitarie per ventiquattro ore al giorno, è inevitabile che il network che lo trasmette debba trovare un modo per guadagnare. Di conseguenza, è molto probabile che ricorra ampiamente al product placement. Ciò significa che la tua auto, i tuoi vestiti e persino il tuo stesso cibo non sono stati scelti da te, ma piuttosto dal network che controlla la tua vita, allo scopo di fare pubblicità occulta al pubblico che ti guarda da casa. Ti suggeriamo quindi di provare a coprire questi marchi e osservare se ciò scatena una qualche reazione nel resto del cast. Se la loro sorpresa o confusione è evidente, potrebbe essere un indizio che conferma la presenza di una realtà fittizia. A tal proposito, fai attenzione anche ai discorsi di chi ti circonda: magari sei pieno di amici che nel mezzo delle loro discussioni millantano la comodità di certe scarpe, il sapore eccezionale di una nuova barretta di cioccolato o le risate assicurate per quel film francese appena uscito al cinema. In simili casi le strade sono due: o vivi circondato da attori che fanno pubblicità nascosta per chi guarda da casa, o vivi circondato da chi si entusiasma per ogni fiato di vento.
Terzo passo: riconnettiti ai vecchi amici

Se vivi in un gigantesco set cinematografico e chiunque ti circonda è un attore, significa che le persone che non ti capita più di incontrare non sono andate a vivere in un posto lontano come credevi, ma sono state licenziate dal network televisivo che gestisce il tuo show. Magari sono state mandate via dal set perché si stavano affezionando troppo e avrebbero finito per rivelarti tutto, o magari non piacevano al pubblico che ti guarda da casa giorno dopo giorno. Per scoprire se vivi nel mondo reale, prova a ricontattare le tue vecchie conoscenze: scrivi a quella cotta che avevi alle elementari, organizza una cena con quella vecchia zia che ricordi vagamente di avere in Svizzera, scopri che fine ha fatto il tizio che ti passava i riassunti all’università. Se riesci a metterti facilmente in contatto con loro, allora con buona probabilità vivi già nel mondo reale. Se non ci riesci, o vivi in un set cinematografico in cui le persone che frequenti vanno e vengono sulla base della volontà del network, o più semplicemente questi tizi non ne hanno mezza di sentirti di nuovo. In entrambi i casi, sarà un boccone amaro da mandare giù.
Quarto passo: fai qualcosa di inaspettato

Una volta che hai accumulato abbastanza indizi e inizi a nutrire dubbi sulla realtà che ti circonda, arriva il momento di mettere alla prova il Sistema e sperimentare situazioni che potrebbero rivelare la sua vera natura. È il momento di sfidare i limiti della presunta realtà fittizia e mandare all’aria il set e i copioni degli attori che ti stanno intorno. Truman, ad esempio, in una scena del film blocca il traffico e si accorge che gli attori, impreparati ad una situazione del genere, non fanno assolutamente nulla; non si azzardano neppure a suonare il clacson. Adotta anche tu comportamenti fuori dal comune e sabota lo show: molla tutto improvvisamente e decidi di diventare uno skater, costruisci una replica della torre Eiffel nel tuo giardino, insegui il sogno di diventare fumettista, spendi tutto in azzurrante per orchidee. O come Massimo Boldi, sfreccia col Mercedes sui binari del tram mentre sei al telefono con due modelle. Ecco, questo di sicuro nessuno se lo aspetta.
Quinto passo: parti subito per le isole Fiji

L’ultimo grande passo è quello di andare fisicamente via dal set. Per quanto grande possa essere, non coprirà certo l’intero mondo. Prendi ispirazione da Truman, che nel film decide di sfidare il regista e l’intero cast e parte volontariamente per raggiungere le isole Fiji, dall’altra parte del globo. Scegli la tua meta più lontana e intraprendi il viaggio: se la tua barca non si infrange contro un muro dipinto come un cielo finto, allora ho una buona notizia per te: stai vivendo nel mondo reale!
Ma se fosse tutto più complicato di così?
Ebbene, c’è da ammettere che le cose potrebbero anche essere un po’ più complicate. Tanto per cominciare, non è detto che i fari da palcoscenico debbano per forza cadere, o che cadano proprio quando sei lì a guardare. O ancora, può accadere che gli attori sappiano improvvisare splendidamente, anche quando ti metti a dare di matto. E alla fine, il set potrebbe anche essere grande quanto il mondo intero e arrivare a coprire le isole Fiji: la verità è che non ne abbiamo la più pallida idea.
Tuttavia, c’è una buona notizia. Se vivi in una realtà simulata così perfetta che ti permette di riconnetterti facilmente con i tuoi vecchi amici, dove non ci sono rischi di fari che ti piovono addosso, dove puoi reinventarti skater o fumettista senza che nessuno abbia da ridire alcunché e, soprattutto, dove sei libero di andare dove vuoi, allora ecco, fossi in te questa realtà simulata me la terrei ben stretta.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista