
La Filosofia di Bob Dylan – Giorgio Brianese e i frammenti di un amore
Risuonano come un tenero lascito le parole di cui è composto La Filosofia di Bob Dylan, libretto filosofico edito da Mimesis e dedicato alla figura del musicista Premio Nobel più influente del ‘900, perché il suo autore, Giorgio Brianese – filoso, docente, dylaniano -, si è spento l’anno prima della distribuzione, dando a questo piccolo testo l’aura di un ultimo e forse un po’ tardivo messaggio, che arriva leggero e senza la mastodontica ambizione che il titolo lascerebbe immaginare.

A pochi mesi dall’annuncio della prossima fatica letteraria dello stesso Dylan – The Philosophy of Modern Song, in arrivo a novembre – Mimesis si accoda al discorso proponendo la propria versione de La Filosofia di Bob Dylan che appare sotto forma di appena 64 pagine, delle quali solo 38 scritte da Giorgio Brianese (le restanti sono a cura di Fausto Leali). Un po’ poco, si potrebbe pensare, quando ci si immagina di imbattersi nella summa del pensiero del più prolifico poeta/musicista del ‘900 e oltre; e invece quelle poche pagine sono quanto basta a Brianese per tracciare un percorso di puro amore per il mondo di Bob Dylan, fatto di suggestioni, aneddoti, ricordi, considerazioni e tracciati possibili.

La Filosofia di Bob Dylan non è infatti il tentativo (impossibile, va detto subito) di restituire la forma del pensiero di un uomo che ha cambiato continuamente volto, direzione, radici e linguaggi: il libro di Brianese somiglia di più a un discorso fatto di frammenti – aneddotici, musicali, biografici – che si tengono insieme attraverso una rete fatta di linguaggio filosofico puntuale, preciso e alle volte sorprendente. Giorgio Brianese, dichiarandosi da subito un dylaniano convinto, fa ciò che ogni dylaniano ama di più fare quando si trova davanti a un altro adepto: parla di Bob Dylan attraverso la propria lingua e la propria esperienza, filtrando il mondo del menestrello di Duluth tramite le maglie strette del proprio sguardo personale.

Leggere La Filosofia di Bob Dylan per chi conosce la vita e l’opera di Bob è come immergersi in un luogo conosciuto che viene raccontato in un modo differente dal solito: non siamo abituati a pensare Dylan nei termini di Parmenide o di Schopenhauer, eppure il flusso di discorso di Brianese mette in risonanza i testi e i pensieri come se i riscontri fossero sempre stati lì. Pagina dopo pagina sembra di vedere l’autore punteggiare le sue parole tirando fuori i dischi dai suoi scaffali, o cercando il testo di quella particolare canzone, magari per confrontarlo con i versi di Montale o le lettere di Nietzsche. Non c’è cosa più bella per i dylaniani che condividere sfumature uniche, dettagli anche personali e microscopici, del mondo sempre più vasto che circonda il mistero di Bob Dylan e questo libretto ne regala tantissimi.

Per chi invece Dylan lo conosce appena o magari per chi ne è incuriosito dopo il Premio Nobel – che dal 2016 fa ancora rumore, nonostante sia uno dei diversi premi altrettanto prestigiosi che Dylan ha vinto nella vita – La Filosofia di Bob Dylan diventa un breve compendio per sbirciare la ricchezza dietro le canzoni, il mistero intorno all’uomo; attraverso le note che arricchiscono il testo si incontrano titoli di libri fondamentali e preziosi per approfondire le tante fasi della carriera di Dylan e per inquadrare i momenti salienti di una vita votata al cambiamento.

Come ogni buon libro di taglio filosofico, La Filosofia di Bob Dylan non pretende di rispondere a nessuna domanda posta da o su Dylan, bensì si interroga ulteriormente attraverso di lui con uno sguardo – quello della filosofia, che Brianese sapeva maneggiare con la maestria di un pittore – che apre strade, costruisce ponti e profondamente lega l’esperienza personale al discorso universale. Dylan continua a percorrere la sua strada, a votarsi al cambiamento e chi lo ama non può che continuare a parlarne; ecco, Giorgio Brianese ci ha regalato qui un vocabolario nuovo per farlo, aprendo finestre magari piccole e strette, ma che sicuramente si affacciano su un paesaggio sconfinato.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista