
“Estetica, Tecnica, Politica” a cura di Stefano Marino – Tracciati critici dell’oggi
Arrivati al 2022, dopo oltre due anni in cui il termine “infodemia” ha raggiunto picchi di significato mai davvero intuibili – senza per altro dare segno di recedere -, tre dei contesti analitici più importanti della filosofia contemporanea necessitano di ritrovare un limpido spazio di dibattito, riallacciando i ponti lungo i quali si incammina l’evoluzione del pensiero occidentale, dando uno sguardo a dove si era arrivati prima che le contingenze del mondo facessero arenare ogni barlume di (comune) senso critico. Questo il contesto in cui si presenta Estetica, Tecnica, Politica, curatela di Stefano Marino edita da Mimesis, che nel sottotitolo promette di offrire al lettore immagini critiche del contemporaneo.
Nel segno della limpida e felice divulgazione critica del pensiero, Estetica, Tecnica, Politica muove attraverso tracciati che si propongono di radicare lo sguardo in stati dell’arte fertili e in fermento, nel desiderio di rinnovare percorsi filosofici dati troppo spesso per scontato e in grado di illuminare proposte di lettura del mondo consapevoli di ciò che accade, ma non per questo relegate a comode e facili contingenze di natura volatile. I tre grandi aspetti del pensiero richiamati dal titolo del volume di Marino – l’Estetica, la Tecnica e la Politica – si fanno triangolazione per il campo d’azione dei contributi raccolti, delineando territori in cui l’approccio filosofico può cucire connessioni dal valore altrimenti insondabile.

L’indice, all’apparenza eterogeneo, poggia sulla consapevolezza che l’esperienza del mondo contemporaneo su cui si articola il pensiero dipanato in ogni saggio, seppur differente per ambito e campo d’azione, è facilmente riscontrabile dal lettore. Che sia l’emergenza sanitaria – oggetto del primo e lucidissimo contributo, scritto da Valentina Antoniol – o la connotazione femminista nella musica Blues – il tema del saggio di chiusura, di Ines Zampaglione – la sensazione è che gli oggetti con cui si misura questa tripartita critica del contemporaneo siano afferrabili, a portata, correlativi oggettivi di categorie analitiche attraverso cui la curatela intreccia i propri risultati.
La biopolitica, il valore estetico della merce, la negoziazione dell’identità, il potere sovversivo dell’arte sono solo alcuni degli anelli di una catena discorsiva esemplare, fluida seppur punteggiata da casi di studio e riferimenti a pensatori non per forza omogenei, tali da rendere Estetica, Tecnica, Politica di Marino un testo dal duplice potenziale: da un lato, diventa catalogo di possibili traduzioni dei tre termini del titolo, attraverso trattazioni – e apparati bibliografici – densamente consapevoli, dall’altro, si fa generatore di discorsi, iniziatore di prospettive, terreno inaugurale di dibattito su luoghi del pensiero filosofico che si danno come lati di uno stesso oggetto d’indagine.
Nei termini del libro, infatti, “Estetica”, “Tecnica” e “Politica” insieme altro non sono che sinonimo di contemporaneità; la loro tripartizione suggerisce l’esigenza di un approccio multidisciplinare e variamente competente alla complessità di un oggi che ci si dà – non va trascurato – attraverso immagini, tanto che esse stesse diventano la chiave critica tramite cui richiamare all’azione le solide radici del pensiero occidentale contemporaneo. La loro esplicita e programmatica presenza, inoltre, richiama in trasparenza ambiti del pensiero che gridano a gran voce una riapertura fondativa – per esempio l’Etica – a fronte di un contesto del mondo – digitale, interconnesso, saturo, post-tutto – che fatica a dirsi sostenibile.
Con questo nuovo capitolo della pregiata collana Filosofie (al plurale) di Mimesis si apre l’entusiasmante prospettiva di rimettere in dialogo il pensiero col mondo, fuori da polverosi contesti di specializzazione stagna, senza cascare nell’inganno qualunquista della tuttologia mascherata da pluridisciplinarità. A reggere il gioco dev’essere, come in questo volume, la condivisione di un linguaggio filosofico maturo, solido e trasversale, in grado di ridare dignità a processi di pensiero pericolosamente sul baratro dello spegnimento autoreferenziale.
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