
Dove vedere i film di Carmelo Bene in streaming
Il cinema del grande attore teatrale Carmelo Bene ha sempre obbedito a logiche produttive anarchiche e autarchiche. I primi film furono sostanzialmente autoprodotti, gli ultimi due titoli, la Salomé e Un Amleto di meno, furono finanziati secondo una logica di mecenatismo più rinascimentale che novecentesca, da alcuni ammiratori di Bene tra cui spicca il nome di Anna Maria Papi. In occasione del ventennale della scomparsa del grande teatrante, che si dedicò al cinema esclusivamente tra il 1968 e il 1973 per poi abbandonarlo e ripudiarlo, ripercorriamone la filmografia indicando dove i singoli film possono essere visti in streaming.
Dopo Ventriloquio, che risulta ad oggi perduto, Carmelo Bene si cimentò con il cinema innanzitutto con un mediometraggio, intitolato Hermitage. Tratto da Credito Italiano V.E.R.D.I., indefinibile romanzo a firma dello stesso Bene, è stato pressocché interamente girato nella suite dell’Hotel Hermitage a Roma, con Carmelo Bene protagonista assoluto affiancato da Lydia Mancinelli. Secondo Enrico Ghezzi, Hermitage esprime “lo scontro con sé stesso, specialmente nello specchio, come nemico, come altro, come irraggiungibile”. In rete, Hermitage è disponibile in diverse versioni su YouTube, oltre che nel cofanetto a doppio disco di Nostra Signora dei Turchi.

Nostra Signora dei Turchi, vincitore del Leone d’Argento alla Mostra del Cinema di Venezia del Sessantotto, l’edizione più contestata della storia del festival, venne definito da C.B. come “dichiaratamente anti ’68, in dispregio non solo a quel maggio italo-gallico, ma a tutti i maggi socialmondani della Storia, in saecula saeculorum“. Autoproclamato da Bene come un capolavoro, fortemente debitore della tradizione modernista letteraria nel codificare una sorta di flusso di coscienza cinematografico, Nostra Signora dei Turchi scombina i piani temporali tra il Quattrocento della strage di Otranto e la Puglia degli anni sessanta, immaginando le estasi e le visioni di un martire mancato, che ancora vive nel terrore di un ritorno degli ottomani. Disponibile su YouTube e su TheFilmClub, canale di noleggio specializzato nel cinema d’autore, Nostra Signora dei Turchi è stato pubblicato in una pregevole edizione DVD dall’etichetta RaroVideo di Gianluca e Stefano Curti, curata da Enrico Ghezzi e Alessandro Riccini Ricci. Particolarmente celebre il cosiddetto monologo dei cretini, in cui C.B. pronuncia la frase-simbolo di tutto il suo cinema, improntato su una logica di specularità e superamento: “gli occhi hanno visto la vista – uno sguardo”.

Capricci, secondo film di Carmelo Bene presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes nel 1969, alterna due diverse storie: una, vagamente ispirata all’Arden of Faversham di un anonimo elisabettiano, mostra un gruppo di vecchietti pugliesi fare la corte a ragazze mezze nude; l’altra, che dovrebbe basarsi altrettanto liberamente al Manon di Prévost ma che a molti critici ha ricordato più che altro il Weekend godardiano, mostra Carmelo Bene e Anne Wiazemsky compiere volontariamente una serie di incidenti d’auto, fino a creare un vero e proprio sfasciacarrozze a cielo aperto; in aggiunta, la voce fuori campo di Bene legge alcuni passi di Miti d’oggi di Roland Barthes. Se Nostra Signora dei Turchi poteva corrispondere all’Ulisse di Joyce, Capricci è il Finnegans Wake di C.B., il punto più sfrenato e incomprensibile del cinema beniano. Capricci non risulta disponibile in DVD, ma è stato caricato in una copia non ottimale su YouTube.

Il Don Giovanni di Bene rappresenta un nuovo punto di approdo della sua ricerca cinematografica: l’unico dei suoi cinque lungometraggi a non essere ispirato a un suo precedente romanzo o spettacolo, il Don Giovanni è anche quello con un impianto più smaccatamente teatrale, ambientato tutto tra le quattro mura della casa romana di Carmelo Bene, trasfigurata per l’occasione in una sorta di claustrofobico maniero cavalleresco. “Don Giovanni è un trattato sulla morte, sulla putrefazione dei morti ancora viventi. È il momento più lirico del mio cinema”, ebbe a dire in seguito C.B. Disponibile su YouTube e su The Film Club, in DVD è edito dalla RaroVideo accompagnato da un pregevole booklet a cura di Fulvio Baglivi intitolato Il vento del cinema in una stanza.

Ispirata a Oscar Wilde, tra le principali letture del grande artista leccese, la Salomé di Carmelo Bene vorrebbe rappresentare “l’impossibilità del martirio in un mondo presente, non più barbaro, ma esclusivamente stupido”. Al fianco di Carmelo Bene, che qui interpreta il re biblico Erode, appaiono Lydia Mancinelli, Donyale Luna, nei panni della title character, e Veruschka, all’epoca tra le più grandi top model a livello globale, già rodata al cinema da Antonioni, chiamata da Bene dapprima a interpretare Salomé, e poi relegata alla parte di un’ancella. Disponibile come al solito su YouTube, la Salomé è edita in DVD dalla General Video.

Un Amleto di meno, quinto e ultimo contributo di Bene alla decostruzione del cinema, venne presentato in concorso al Festival di Cannes del 1973. Con un registro metateatrale particolarmente spiccato, Un Amleto di meno mescola la tragedia shakespeariana alla sua rilettura ottocentesca a firma di Jules Laforgue e a un capitolo dell’Ulisse di Joyce per mettere in scena un Amleto aspirante attore, disperatamente risoluto a venire meno al suo destino di vendicatore. Meno ispirato di altri film di Bene e poco considerato dal suo stesso autore, resta comunque un film di particolare intelligenza e di rara giocosità, girato quasi tutto in un teatro di Cinecittà completamente ridipinto di un bianco straniante. Disponibile su YouTube sottotitolato in inglese, è stato editato anch’esso in DVD dalla General Video; la versione più accessibile e di miglior qualità è però quella caricata su RaiPlay in occasione di un omaggio a Bene curato da FuoriOrario.
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Una volta che la sua esperienza cinematografica terminò con Un Amleto di meno, per ragioni convergenti che comprendevano tanto la difficoltà a trovare nuovi finanziamenti quanto una crescente insofferenza verso i limiti che riconosceva nel linguaggio cinematografico, Carmelo Bene tornò in pianta stabile al teatro, ma i suoi palcoscenici furono sempre più caratterizzati da commistioni con altri medium di comunicazione: la radio, il romanzo, l’opera e, in una maniera che avrebbe dovuto fare scuola, anche e soprattutto la televisione. Benché Carmelo Bene odiasse la TV almeno quanto il cinema tradizionale, dagli anni settanta fino agli ultimi mesi della sua vita si è cimentato numerose volte in trasposizioni televisive dei suoi spettacoli: che, ben lontani dall’essere mere registrazioni degli spettacoli in un teatro assalito da una troupe televisiva per l’occasione, rappresentavano vere e proprie reinvenzioni del suo lavoro teatrale.

Come ricordato anche da Mario Masini, suo direttore della fotografia di fiducia nei film per il cinema, nonostante il suo retorico rifiuto del mezzo Bene aveva una profonda conoscenza della tecnica cinematografica, sinanche degli obiettivi e delle lenti con cui attrezzare le macchine da presa: è grazie a questa spiccata consapevolezza – verrebbe da dire – semiotica che molti suoi spettacoli come sono tutt’ora fruibili per gli spettatori e analizzabili per gli studiosi. Particolarmente significativo in questo senso è il lavoro compiuto su YouTube e sui social da pagine, canali video e account come il Centro Studi Phoné, Carmelo Bene. Tracce, Archivio CB e Nihil Nihills, grazie ai quali gran parte del teatro in video di C.B. è ora disponibile in rete; altrettanto significativa, anche se di più recente fondazione, è L’orecchio mancante, un’associazione di studi beniani che conta tra i suoi membri anche due “pezzi da novanta” come Enrico Ghezzi e Jean-Paul Manganaro. Degli spettacoli (ri-)girati per la televisione, risultano inoltre disponibili su RaiPlay la prima versione televisiva dell’Amleto, nonché un rifacimento datato 1987 e intitolato Homelette for Hamlet, particolarmente sfrenato nel gioco delle meta-citazioni; il Riccardo III analizzato da Gilles Deleuze in Sovrapposizioni che segnò uno dei primissimi ruoli di Laura Morante; l’Otello o della deficienza della donna datato 1979; la Macbeth Horror Suite; il celeberrimo Pinocchio con Sonia Bergamasco; e i Quattro momenti su tutto il nulla, girati da C.B. meno di un anno prima della morte, un lungo monologo, quasi un’autointervista, in cui Bene sviscera la sua visione della vita, del teatro e dell’arte. Alcuni di questi spettacoli in video sono presenti in pianta stabile su RaiPlay, altri vi sono stati caricati in occasione del ventennale dalla scomparsa di Bene, e resteranno per poco più di una settimana dal 16 marzo 2022.

Per accostarsi al cinema e a quel che resta in video del teatro di Bene, la fonte principale resta nondimeno ciò che C.B. stesso ha detto o scritto a riguardo: c’è da segnalare innanzitutto Contro il cinema, una raccolta di interviste a C.B. sul tema raccolte da Emiliano Morreale con la collaborazione di Adriano Aprà; da non sottovalutare poi L’orecchio mancante, testo composito da cui l’omonima fondazione prende il nome, in cui C.B. esprime tutto il suo odio per il mondo e il linguaggio dei “cinematografari”, fino a ribattezzare Cinecittà “Cinicittà”; particolarmente suggestivo è infine A Boccaperta, la sceneggiatura – romanzo di quello che sarebbe dovuto essere il sesto, programmaticamente impossibile film di Bene, che voleva a tutti i costi proiettarlo su due schermi in contemporanea per meglio esprimere i voli mistici del protagonista San Giovanni da Copertino, suo conterraneo. Ancora più esplosiva, come traccia video di Bene, è la sua duplice apparizione al Maurizio Costanzo’s Show nel 1994 e nel 1995: due interventi che hanno fatto la (contro-)storia della TV italiana, restando impressi nella memoria di migliaia di spettatori, e riportando C.B. all’onore delle scene e delle cronache italiane dopo una sofferta tournée in Russia e un periodo di gravi problemi di salute.
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