
Le donne baciano meglio – Tra coming out e coming of age
Lo scorso dicembre è tornato al Teatro della Tosse di Genova Le donne baciano meglio, spettacolo di e con Barbara Moselli, per la regia di Marco Taddei. Si tratta di una coproduzione di Fondazione Luzzati- Teatro della Tosse e Compagnia NIM- neuroni in movimento, in scena dal 2018 con un grande successo di pubblico.

L’attrice porta sul palco il racconto esilarante del suo coming out e di tutte le sue “prime volte” nel mondo delle relazioni lesbiche: il primo pride, le prime esperienze sessuali, il primo amore.
Pochi ed efficaci gli oggetti in scena, poiché lo spettacolo si regge tutto sulla sua autrice e attrice.
Barbara Moselli gestisce con agio, precisione e ironia il lungo monologo, dando dimostrazione di una pregevole maestria nella modulazione dei ritmi e dei cambi tecnici. La messa in scena sembra destreggiarsi tra i due poli del tradizionale monologo teatrale e dello spettacolo di stand up comedy e, aiutata anche da un uso sapiente delle luci di Massimo Calcagno e Giovanni Coppola, riesce a coinvolgere il pubblico in una storia ricca di alti e bassi.

Ed effettivamente Le donne baciano meglio guida magistralmente il pubblico in un giro sulle montagne russe, ricco di emozioni fugaci ma non foriero di riflessioni più durature.
Se la vera potenza della comicità è di mostrarci, in negativo e per questo con grande potenza, la drammaticità di una storia – gestendone la tensione e il suo rilascio – allora questo spettacolo, pur ben eseguito e avvincente, non riesce ad approfittare di alcuni suoi momenti per scavare a fondo nell’esperienza narrata. Non che un’opera sul coming out debba necessariamente e stereotipicamente prevedere i toni del dramma, ma il monologo pare suggerire anche queste sfumature, senza però volerle, anche lecitamente, definire. Tanto più che le figure che circondano la protagonista la contornano, più simili a ombre della sua memoria a lei funzionali che non ad attrici di una dinamica complessa e sfaccettata.

In ogni caso, verso il finale Moselli riesce a relativizzare il suo punto di vista, mettendo in luce tanto i suoi pregi e i suoi bisogni quanto le sue mancanze e i suoi egoismi. La storia del suo coming out diventa così anche una sorta di “spettacolo di formazione”, il racconto del passaggio da un’età acerba a una di piena consapevolezza delle proprie esigenze, fino al raggiungimento di un nuovo, maturo, equilibrio.
Purtroppo, però, lo spettacolo tende forse troppo verso una comicità che vuole solo intrattenere per il breve tempo in cui si dispiega sul palco. Se vale certamente la pena di assistere al sapiente lavoro dell’interprete e di lasciarsi trascinare nella sua storia, resta anche l’amaro in bocca per un’occasione che non si è voluto sfruttare appieno.
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