
Madres Paralelas – Il ritratto silenzioso del femminile | Venezia 78
Torna in concorso alla 78^ Mostra del Cinema di Venezia Pedro Almodóvar con Madres Paralelas, attesissima pellicola sul ritratto intenso e drammatico di due donne unite da un’improvvisa e casuale maternità. Il film è prodotto da Remotamente Films e El Deseo D.A., in collaborazione con Netflix.
Madres Paralelas racconta la storia di Janis (Penélope Cruz) e Ana (Milena Smit) incontratesi casualmente in una camera all’interno di un reparto di maternità, poche ore prima di partorire. La prima, eccellente fotografa di moda con la missione morale di riaprire la tomba del bisnonno assassinato durante la guerra civile spagnola, desidera ardentemente la nascita di sua figlia mentre la seconda, ancora minorenne, considera l’evento solo un grosso errore. Tra le donne nasce un’intensa fiducia, un’amicizia profonda che le porta a ritrovarsi poco dopo la nascita delle figlie, iniziando a raccontarsi e a confidarsi a vicenda sulle loro vite. Le due donne, nonostante il divario dovuto all’età, percepiscono un comune destino: entrambe sono sole, cresceranno le loro figlie in maniera indipendente e possono contare solo su se stesse. Nella creazione di questo rapporto di amicizia, però, capiranno di aver trovato una importante figura di riferimento l’una nell’altra. Il quadro femminile viene completato dalla presenza di Theresa (Aitana Sánchez-Gijón), madre di Ana, aspirante attrice divorata dalla colpa per la condotta poco materna nei confronti della figlia. Il triangolo di azioni e reazioni tra i personaggi è al centro di una serie di complicate e dolorose vicissitudini, mentre in sottofondo ritroviamo un interessante intreccio tra la storia familiare e quella nazionale spagnola della guerra civile.

Con Madres Paralelas, Pedro Almodóvar porta a Venezia ancora una volta il suo amore per il mondo femminile. I suoi ritratti, intensi e mai banali, svelano tutte le sfaccettature e la complessità delle sue protagoniste, senza tralasciare la forza dirompente con cui le sue donne affrontano la quotidianità. Madres Paralelas parla proprio di questo, il quotidiano femminile, il momento della maternità che si trasforma in una lotta, in una rincorsa degli eventi e del tempo. Janis, la tipica donna in carriera che da tempo sogna la maternità, Ana, l’adolescente diventata madre per errore e Theresa, la donna che ispira a realizzarsi ma che deve fronteggiare il binomio donna di successo e madre di una figlia. Almodóvar costruisce un catalogo alla Zola dell’universo femminile, dove le sue donne imperfette si mettono a nudo mostrando anche i lati più oscuri, ma mantenendo la loro autenticità.

Quella che può sembrare all’inizio una comune storia di maternità condivisa, si trasforma in un viaggio, a tratti angosciante, nelle difficoltà di due madri e nella sanguinosa memoria storica della Spagna. Così come la trama di un regista che da sempre mette in scena il concetto stesso di mutamento, anche il rapporto tra le donne subirà una serie di trasformazioni, facendosi sempre più complesso e di difficile gestione. Le figure maschili sono al contrario semplici “presenze” non corporee, ad eccezione del personaggio interpretato da Israel Elejalde il quale, il più delle volte invano, tenta di addentrarsi all’interno della corazza costruita da questo nucleo femminile. Gli altri uomini, ovvero gli antenati di Janis, vengono ricordati come eroi e, ancora una volta, trovano giustizia finale solo grazie all’intervento e al coraggio delle loro donne.
Il crescendo di situazioni trova il suo climax nello svolgimento centrale e una interessante risoluzione poco prima del finale. In questo modo il film viene percepito dallo spettatore sempre in chiave diversa durante il corso della visione: il dualismo di emozioni positive e negative legate all’evento della maternità delle due protagoniste e al loro intricato rapporto, viene poi messo da parte per recuperare un’atmosfera pienamente familiare e commovente, legata al ricordo delle generazioni passate che, in qualche modo, rimangono il riferimento costante per queste donne e il punto di legame che le unisce.

Con quello di Janis Penélope Cruz, profondamente amata dal regista spagnolo, si aggiudica uno dei suoi ruoli più difficili ed intensi. Ma Madres Paralelas consacra anche il talento esplosivo di Milena Smit che con la sua Ana dipinge l’affresco delle problematiche adolescenziali condivise nel contemporaneo da molte ragazze e la difficoltà nelle relazioni familiari. Un plauso anche all’interpretazione complessa di Aitana Sánchez-Gijón che con la sua Theresa restituisce l’immagine di una donna divisa, quasi incapace di esternare i suoi sentimenti e le sue emozioni materne, ancora legata ai sogni di gioventù mai realizzati del tutto.
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