
MittelYoung 2021 – Spettacoli in Musica
Nato come propaggine festivaliera del Mittelfest 2021 – che quest’anno festeggia 30 anni di attività – MittelYoung è una ouverture interamente dedicata agli artisti under 30 attivi nell’ambito delle arti performative (teatro, danza e musica). Vetrina e fucina artistica per una generazione mitteleuropea in bilico tra la spontaneità dell’atto creativo e la consapevolezza dei mezzi, MittelYoung si muove su un terreno di forte indipendenza, incontrando l’urgenza di ritrovare un pubblico post pandemico, ma soprattutto di far incontrare, in alcuni casi per la prima volta, spettatori e artista. Smarcarsi allora dalla consueta andatura della macchina festivaliera vuol dire per MittelYoung pensare al festival in quanto “occasione”, offrire uno spazio che è insieme palcoscenico e laboratorio dove i 9 lavori selezionati, “studi”, “indagini” più che opere compiute, non soffrono l’impossibilità del fallimento ma il concreto bisogno, che è anche fine, di andare in scena.
Nell’ambito della categoria dedicata alla musica gli artisti mitteleuropei, “eredi” tanto di un passato asburgico e della Belle Époque quanto di un territorio dove confinamento e sconfinamento hanno stravolto le coordinate identitarie, pensano all’ “ereditare” come ad un “rielaborare”. Il tema “eredi”, scelto tanto per MittelYoung quanto per Mittelfest, viene restituito al pubblico come de-confinamento estremo: miscelare, comporre, scomporre, rivisitare, riadattare, tutti interventi artistici adottati per contaminare le origini natie con le nuove città di adozione, la dimensione del passato con quella del contemporaneo e viceversa. MittelYoung Mittelfest 2021 musica
AMUSE*D – ENSEMBLE MOSATRÏC

Composto da ben 11 brani, o meglio, 11 performance musicali, Amuse*d situa la sua natura performativa a metà tra l’entertainment e la ricerca autoriale, la proposta di uno show da late night jazz e la mise en scène in teatro. La lettura dei titoli delle tracce suggerisce immediatamente la contaminazione culturale voluta dal Mosatric trio, ensemble tutto al femminile nato nel 2019 e vincitore del Premio del pubblico al concorso D-bu. La ricerca musicale condotta dalla Grecia alla Spagna, dai Balcani alla Scandinavia, muovendosi tra musica tradizionale, repertorio classico e jazz, cattura un repertorio ereditario vastissimo che Mosatric sceglie volutamente di incanalare in un genere onnicomprensivo. La world music è per Stelina Apostolopoulou (voce/percussioni), Marijn Seiffert (violino/Tap Dance) e Clara Baesecke (violoncello) un recipiente estetico non passivo, un condotto mobile dove alienare i limiti rigorosi delle tradizioni locali in un “ensemble” altrettanto identitario.

La stessa mise en scène e i ruoli da performer adottati raccontano quanto l’elemento collettivo sia il codice unico d’indagine utilizzato dall’ensemble: il canto, la tap dance e la musica strumentale incorporate nella costruzione coerente dello show moltiplicano gli attori in scena; l’ensemble diventa un’orchestra a 3 volti dove la scelta del tip-tap e l’uso del corpo come tavola a percussione non solo trasformano un concerto in una performance a tutto tondo, ma instaurano un legame linguistico nuovo con l’ascoltatore. La world music è allora in questo caso il terreno di ricerca per un’indagine musicale sul ritmo, sulla meccanica sonora di strumenti naturali e artificiali: una grammatica del suono nuova che ha trasformato il passato e la geografia nazionalista in utensili duttili per una lingua performativa universale. MittelYoung Mittelfest 2021 musica
SORDA E BELLA – BURTUQĀL QUARTET

Burtuqàl Quartet racchiude già nel nome parte dell’identità mitteleuropea portata in scena al festival: “burtuqàl” è il termine arabo da cui deriva la versione dialettale, ancora in uso, del termine “arancia”, frutto siciliano doc, e dunque immediata vien l’origine insulana, e il fine retrospettivo, del quartetto d’archi composto da Andrea Timpanaro (violino), Aura Fazio (violino e ukulele), Marco Scandurra (viola), Andrea Rigano (violoncello). Europei erranti, gli artisti in scena tentano di recuperare le tracce musicali, e le nuove spinte contemporanee, figlie di una terra controversa e abbandonata all’immaginario di un passato immanente. La proposta del quartetto, che della Sicilia seleziona 3 autori cui far riferimento, segue una narrazione simbolica divisa in 3 parti. Si inizia con le musiche rivisitate e riadattate di Antonio Scontrino per la rappresentazione del periodo classico, dove l’ensemble assume tutti i caratteri del tradizionale quartetto da camera quanto la partitura a quattro movimenti, per passare poi alla fulgida e rivoluzionaria Rosa Balistreri, intermezzo passionale dello spettacolo dove la scelta delle luci dai toni sanguigni rispecchia la prepotente lettura di un primo novecento desideroso di rottura col XIX secolo. Infine si chiude con Giovanni Solimma per raccontare una contemporaneità non-situata ma vagante, alla ricerca di un “quando” senza connotati dove il “rumore” e la suggestione sonora, la transizione da archi a archi-tamburi e a archi-oboe rivelano la meccanica co-partecipativa del Burtugàl Quartet nell’ambito della scena concertistica, ma soprattutto l’attitudine nella scrittura performativa di un percorso che accompagna il pubblico lungo un racconto siciliano ma siciliano-ritrovato, narrazione migrante ma capace di parlare di luoghi immobili.

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