
Tenet era già stato scritto 50 anni fa | “L’arcobaleno della gravità” di Thomas Pynchon
Com’è noto, Tenet è l’undicesimo lungometraggio di Christopher Nolan, uscito (uno dei pochi) nelle sale cinematografiche nell’estate del 2020. Abbiamo già scritto a suo tempo sull’opera dell’autore inglese [qui], ma c’è una cosa di cui non ci eravamo accorti. Ciò che segue corrisponde potenzialmente a uno spoiler, e ad ogni modo acquisisce senso solo se si è visto il film, perciò – se non l’aveste ancora guardato – forse sarebbe meglio non proseguire la lettura. Tornate qui dopo la visione. L’arcobaleno della gravità è il terzo romanzo dello scrittore statunitense Thomas Pynchon, uscito negli Stati Uniti nel 1973 con il titolo Gravity’s Rainbow (vincitore del Premio National Book Award), una delle più importanti e iconiche opere della letteratura postmoderna.

Addentrandosi nella lettura – per chi ha visto la pellicola di Nolan – è impossibile non notare l’impressionante precisione con cui, quasi 50 anni prima dell’uscita del film, l’autore originario di Glen Cove sembra descrivere (come fosse una sceneggiatura) una delle soluzioni narrative e soprattutto visive più affascinanti di Tenet. Indagando, non è difficile scoprire che più volte all’interno della sua filmografia il regista londinese si sia lasciato ispirare al grande scrittore (più o meno esplicitamente), menzionandolo spesso anche in interviste e dichiarazioni. Non a caso lo stesso Gravity’s Rainbow, probabilmente a mo’ di omaggio e “indizio”, figura tra i volumi inquadrati nella celebre libreria di Interstellar.
Ma ecco riportato integralmente il passo in questione:
“A quanto pare è la droga a trovare la persona e non viceversa. Fa parte del mondo alla rovescia, un mondo in cui gli agenti se ne vanno in giro con delle pistole che funzionano come degli aspirapolvere, portando la vita là dove sono puntate: quando si preme il grilletto, le pallottole vengono risucchiate dal corpo delle persone appena freddate per rientrare in canna, e la Grande Irreversibile in realtà viene riversata allorché il cadavere ritorna in vita, sullo sfondo sonoro di un colpo d’arma da fuoco al contrario (potete immaginare che sballo per la mente, che divertimento folle debba essere il montaggio di questo film)”

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