
Howphelia? Intervista a Ophelia Borghesan su una nuova piattaforma streaming
Da pochi giorni è online Howphelia, un progetto di piattaforma di contenuti audiovisivi e testuali, ideata da Ophelia Borghesan, cioè Luca Rizzatello e Angela Grasso. Nella gestione del progetto è coinvolto anche Daniele Bellomi. Per comprendere a pieno cosa sarà Howphelia, abbiamo chiesto direttamente ai creatori. Di seguito l’intervista.
Buonasera Luca e Angela. Birdmen si occupa di cinema, serie e teatro, come da sottotitolo. So di parlare con Ophelia di Howphelia.
Buonasera Demetrio: noi paleremo l’uno a nome dell’altro, come Ophelia Borghesan appunto, non essendoci un’identità individuale prevaricante.
Benissimo, presentiamo Howphelia ai lettori. Come nasce e, soprattutto, cos’è?
Howphelia nasce perché sentiamo il desiderio di costruire un discorso che metta insieme la dimensione produttiva con la dimensione della curatela; ci piace la realtà performativa dal vivo, di vario tipo (video, scrittura, musica…) ma non quanto la parte produttiva, che sia in studio per cose nostre o per terzi. Fare una piattaforma vuol dire poter agire autorialmente anche da un punto di vista produttivo, cioè cercare di disegnare la propria identità, la propria visione anche all’interno di un super organismo in cui siano inclusi artisti e artiste differenti. La piattaforma ha un’attitudine comune che noi andiamo a proporre, che presentiamo agli utenti come output finale. Questa è stata la nostra premessa quando circa tre anni fa abbiamo cominciato a pensare a un’ipotesi di questo tipo.
Come piattaforma è decisamente particolare, tra l’altro.
È una piattaforma sui generis: non vogliamo fare semplice distribuzione di contenuti multimediali, con una quasi totale passività dell’utente – non ci interessa paragonarci alle piattaforme streaming tradizionali, semplicemente non è realistico diventare competitors. La direzione di Howphelia è la community: da una parte di artisti e artiste e dall’altra di utenti. Un’altra direzione è l’oggetto analogico, non lasciarlo da parte. Significa produrre qualcosa di multimediale e digitale da un lato, dall’altro di analogico. Howphelia produce anche oggetti, che per comodità possiamo identificare nei libri, ma non solo. Sarà Howphelia a occuparsi della produzione di questi lavori, dall’artwork alla selezione dei materiali, passando per la parte tipografica, sempre in accordo con le artiste e gli artisti.
Facciamo un attimo un passo indietro. Come funzionerà Howphelia? Quali saranno i contenuti?
Quando sarà terminata questa prima fase di Howphelia – che prevede la pubblicazione di un nuovo contenuto ogni giorno dal catalogo di Ophelia Borghesan –, quindi realisticamente intorno alla metà del 2021, la piattaforma comincerà ad ospitare artiste e artisti. Gli utenti potranno accedere secondo due modalità. La prima consisterà in un pacchetto “Residenze”, che ospiterà le serie in prima visione dei makers residenti, tre diversi residenti per ogni mese, con durata variabile. Quindi: ogni settimana verrà pubblicato un nuovo episodio per ognuno dei tre artisti, che sono tre nuovi episodi a settimana, dodici nuovi episodi al mese. Gli utenti potranno accedere a un’area riservata dove vedere le dirette e i making of che realizzeranno questi artisti, a beneficio di tutti gli iscritti alla piattaforma. Quindi ci sarà modo di conoscere meglio gli artisti, interagire con loro. Per esempio alcuni artisti faranno dei live set dove suoneranno, mentre altri potranno decidere di commentare le puntate. Ciascun artista gestirà autonomamente questo spazio delle dirette, per rendere quanto più peculiare possibile questa parte collaterale alle pubblicazioni ordinarie degli episodi delle loro serie. Qui si entra in una dimensione di community, a vantaggio degli utenti. Un secondo tipo di pacchetto, più tradizionale, sarà quello legato a ogni serie che la piattaforma metterà sempre a disposizione on demand con la formula del renting, cioè verrà affittata per un periodo di tempo. Qui torna il discorso di prima. Con il renting trimestrale mi arriva a casa l’oggetto analogico (poniamo il libro, o il vinile) legato alla serie che ho noleggiato. Per chiudere il discorso sulla logica di catalogo, ogni abbonamento sarà focalizzato sul singolo progetto, proprio perché in questo momento ci vogliamo concentrare sul fatto di mettere a disposizione i singoli progetti con le loro peculiarità. In futuro forse si potrà vedere un pacchetto con tutto il catalogo, ma ora non è il senso del nostro progetto.

Anche perché avete bisogno di capire cosa funziona e cosa no, giusto?
Sì, facendo un ragionamento seriale si dà la possibilità a un artista che ha avuto un buon riscontro, non solo in termini di streaming ma anche di energie e lavoro positivo, di rinnovare una seconda stagione. È quello che un tempo era in editoria il contratto di opzione, che esisteva anche in discografia. Ci sono fior di musicisti che hanno raggiunto la celebrità commerciale al terzo o quarto album, come Lucio Dalla, con logiche differenti non sarebbe successo.
In più: la piattaforma, nel momento in cui farà questo pacchetto “residenze”, andrà a comporre trittici per fare in modo che da un lato artisti con estetiche diverse e velocità diverse, dove per velocità si intende un appeal diverso nei confronti del pubblico, possono mutuamente beneficiare ciascuno del pubblico dell’altro, ovvero ciascuno di costruire un pubblico ulteriore rispetto a quello che aveva precedentemente. Quindi l’utente che va a sottoscrivere l’abbonamento per la “residenza” non può selettivamente decidere di vedere la “residenza” di uno dei tre artisti, ma vedrà tutti e tre gli artisti, come se pagasse un biglietto per accedere ad un teatro dove ci sono tre palchi in cui si esibiscono a ciclo continuo tre diverse compagnie: posso decidere di guardarne una, due o tutte e tre, e ogni artista si avvantaggia di un pubblico diverso, perché la composizione degli artisti all’interno della piattaforma sarà molto eterogenea, dal punto di vista visivo, sonoro e anche della scrittura. Stiamo convocando artisti che si occupano non necessariamente di scrittura poetica; a noi interessa che la scrittura sia funzionale ad un discorso, mettendolo all’interno di un dispositivo multimediale. Noi vorremmo che questo scambio avesse luogo nell’individuazione delle varie reference per costruire un oggetto finale, partendo da una fortissima base di stima e di fiducia. Ophelia Borghesan dal punto di vista operativo manterrà il catalogo nella piattaforma come plus all’interno di tutti i pacchetti “residenze” e per tutti gli abbonati.
Ma per serie cosa intendete?
Parliamo dell’area della video-arte. Chiaramente potranno essere utilizzati tutti gli strumenti: l’animazione in stop-motion, il collage in movimento, il montaggio di immagini di repertorio, le riprese originali, potrà essere uno spettacolo di stand-up poetry ripresa dal vivo in uno teatro vuoto, ci sarà molto probabilmente un mockumentary. Quindi sono lavori diversi tra loro.
Tutti devono avere una base testuale, oppure no?
La parte testuale si risolve nella necessità che deve essere espresso un discorso. Potrà essere di vario tipo, nel senso che ci potranno essere dei sottotitoli, una voice-over fuoricampo, oppure un flusso di voce che parte dall’inizio alla fine, ma non è quello l’elemento principale. L’elemento principale è che non è una piattaforma che distribuisce film o cortometraggi indipendenti, ma una piattaforma che fa della scrittura uno degli elementi di traino, all’interno però di una dimensione stratificata e multimediale. La dominante ovviamente è il flusso audiovideo, cioè quello che si riceve. La scrittura è il fil rouge della piattaforma.
All’inizio hai parlato di “passività”, come qualcosa che non vorresti per Howphelia. Non so se ho compreso a pieno. In fondo il successo delle piattaforme sta in un certo senso nella passività, nella fruizione continua, normale, naturale. No?
Hai ragione, andrebbe definito meglio il concetto di “passività”. Nell’accezione che hai dato tu: anche noi vorremmo raggiungere quel tipo di passività, cioè rientrare nel tessuto dell’intrattenimento quotidiano. Noi intendevamo dire che, all’interno della piattaforma, proposte collaterali di cui non ho parlato per sintesi (per esempio, gli artisti faranno delle dirette in cui commenteranno per gli utenti, in tempo quasi reale, gli episodi che sono stati realizzati, oppure faranno dei live in cui gli utenti potranno interagire all’interno della piattaforma) rappresentano l’elemento di discontinuità rispetto a una passività del tipo: io vado sulle piattaforme e la mia attività consiste giusto nella scelta, non potendo all’interno della piattaforma interagire con il regista, i produttori, l’autore della colonna sonora e così via. Siamo d’accordo sul fatto che la quotidianità è un elemento sostanziale non soltanto commercialmente. È per questo che in questa prima parte di Howphelia, in cui stiamo proponendo il catalogo di Ophelia Borghesan, abbiamo fatto un calendario molto serrato in cui ogni giorno proponiamo uno o più episodi diversi appartenenti alle serie di Ophelia Borghesan. Partiamo da subito con un’idea di scansione giornaliera delle produzioni, proprio perché riteniamo che sia imprescindibile questa logica di andare sulla piattaforma e pescare ogni giorno qualcosa. Pensiamo che la consuetudine sia molto importante.

Okay, vorrei affrontare quello che mi sembra uno dei noccioli del discorso. Mi sembra che uno dei principi sia quello di insistere sulla commerciabilità. Vedo negli intenti, e speriamo anche nei risultati, un tentativo di ri-professionalizzazione di alcune figure che negli ultimi anni hanno perso questa professionalizzazione: il performer, l’attore, lo scrittore ecc. Centralità nell’industria culturale, si intende. Mi vorrei concentrare sull’obiettivo, passatemi il termine, politico. Il fatto che parla della società con questo tentativo di rimessa in discussione, di problematizzazione del ruolo del lavoratore.
Allora, da questo discorso emergono quattro questioni: la prima è ripristinare una divisione dei ruoli virtuosa. Venendo da un’esperienza di casa editrice e da un’esperienza autoriale, uno dei limiti, talvolta ineludibili, di questa filiera è che risulta impossibile pensare che l’artista possa dedicarsi solo all’attività della scrittura. In poesia, ma anche in altri ambiti, non sempre l’editore riesce a gestire con continuità aspetti quali la distribuzione su larga scala, la promozione, l’ufficio stampa. Sono attività che tolgono giocoforza energie all’autore. Ripristinare la separazione dei ruoli implicherebbe anche il responsabilizzarli tutti: chi realizza l’opera, chi la produce, chi la distribuisce, chi fa il marketing, e così via. La seconda questione: se noi prendiamo ad esempio le esperienze musicali più contemporanee, notiamo non ci sia più solo la figura dell’artista ma c’è sempre anche quella del producer o del beatmaker. La sintesi produce un potenziamento, un aumento del prodotto finale, sia in termini commerciali sia artistici. Pensare che la piattaforma sia non soltanto una vetrina ma sia in grado di produrre un design, un’immagine, un’ispirazione per gli artisti e le artiste e il fatto che si creino delle équipe di produzione è fondamentale. Terza questione: diversi anni fa ci è accaduto di parlare con una persona che distingueva tra poeti di comunità e poeti monadi, intendendo con i secondi l’oggetto freddo del paragone, la figura del poeta o della poeta che potremmo ricondurre a una dimensione sperimentale o elitaria, che porta avanti il suo percorso senza porsi nella questione ambientale, sociale e civile in cui è immerso. D’altro canto, il poeta di comunità veniva definito come la parte calda dal punto di vista retorico, inteso come parte di un qualcosa e quindi in grado di condividere le proprie istanze. Io credo che questa sia una falsa antitesi; tornerei ancora una volta alla questione dei ruoli. Ogni artista deve essere monade e chi lo produce deve creare la comunità. Sono due lavori diversi. Infine, quarta questione. Finora abbiamo parlato di scrittore, performer, figura che produce. Poi c’è chi sta dietro e fa il lavoro di distribuzione, ma c’è anche il pubblico. È un concetto che non stiamo rivoluzionando noi, ma che vorremmo contribuire a farlo e la percezione che abbiamo, il risultato che vorremmo ottenere è quello di una responsabilizzazione dell’utente. Finora abbiamo visto, specialmente nel campo dell’editoria, la lettrice/il lettore come un individuo che si vuole in taluni casi passivo, che si trova casualmente in libreria e fa il minimo sforzo di sfogliare le pagine del libro e magari neanche lo compra. Quello che noi vorremmo è creare una community anche nel senso di pubblico responsabile, che sappia anche scegliere se fare un abbonamento (quindi accedendo a qualcosa che non è gratuito) e scegliere di parlarne bene o male, che possa interagire con gli autori e con le altre persone anche tra un episodio e un altro, avendo un ruolo attivo in tutto questo processo.
Guarda tutti i trailer delle serie Howphelia sul canale YouTube.
Separazione dei ruoli e immagino, anche, dei profitti.
È un discorso importante: garantiremo le royalties agli artisti. È la mutua responsabilizzazione di cui parlavamo prima. Noi siamo responsabili del marketing e della distribuzione: a partire dalla certezza del pagamento gli artisti si possono concentrare, ed entrambe le parti possono onorare gli impegni che ci si dà.
E l’oggetto analogico, il libro, che ruolo ha in tutto questo? Potrebbe forse essere recepito negativamente che una piattaforma si occupi anche di libri?
Come dicevamo, abbiamo pensato di unire al digitale l’analogico. In questo momento con l’abbonamento trimestrale a Howphelia puoi vedere tutte le serie di Ophelia Borghesan e ricevere a casa il libro Tigre x Trousse. Questa formula funziona benissimo, stiamo notando. La maggior parte delle sottoscrizioni sono trimestrali e non mensili, crediamo che in questo c’entri il libro, come elemento catalizzatore.
Tutto questo non lo facciamo né in opposizione al sistema di editoria tradizionale né al sistema di distribuzione tradizionale, né nei confronti delle librerie indipendenti che sono fatte di professionisti e di persone con un cuore grande. Il nostro è un tentativo di ipotizzare un modello produttivo alternativo, ma non oppositivo.
Benissimo, un’alternativa. Temo che un’opposizione radicale all’editoria, come ipostasi del sistema capitalistico, di una produzione continua, possa solo non riuscire nei suoi intenti. Voi sapete benissimo i costi di una grande casa editrice. È vero che voi non fate un’opposizione, però indirettamente potreste problematizzare formando un’alternativa. Uno dice “mi hanno dato un abbonamento e un libro allo stesso prezzo da scaffale di quel libro”.
Uno legittimamente potrebbe dire “dov’è il trucco”, il trucco è che ci sono dei piani, dei costi, quando si fa impresa, e il core business della nostra attività risiede nelle sottoscrizioni e non nella produzione dell’oggetto libro. Questa è la sfida vera nostra.
Io l’ho capito perfettamente, ma potrebbe essere percepito negativamente dall’editoria. Voi sapete che l’oggetto libro non è gratuito e il lavoro dietro nemmeno, però potrebbe essere frainteso il fatto che voi lo regaliate.
Il discorso è questo: una persona decide di pagare una cosa. Una cosa in un sistema prismatico non è mai solo una cosa. Tu stai comprando un abbonamento trimestrale per vedere un oggetto digitale che riguarda un lavoro e un libro analogico che riguarda lo stesso lavoro.
Noi vorremmo che gli utenti che pongono fiducia nella piattaforma e che noi ringrazieremo per sempre siano delle persone adulte che deliberatamente decidono di voler vedere qualcosa che gli piace. Noi non regaliamo niente, noi produciamo un oggetto che è complesso, che è costruito su diversi livelli, e cerchiamo di far convivere la parte digitale con la parte analogica che può essere variamente un libro, un vinile, oggettistica di vario tipo che si presterà poi allo sposalizio con la serie prodotta dall’artista. Non ci stiamo ponendo dei limiti, ogni libro verrà fatto su misura. Ogni persona che sottoscriverà questo renting a un’artista specifico riceverà a casa un oggetto che non si trova da nessuna altra parte e che non potrà essere acquistato nemmeno all’interno della piattaforma a meno che non si sottoscriva il renting.
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