
El Gran Salto – Oltre la trascendenza | Resistere e creare 2022
Di Sandra Innamorato e Silvia Mazzei
Anche questo anno siamo tornati a Resistere e Creare, rassegna internazionale di danza e arti performative nata dalla collaborazione tra il Teatro della Tosse di Genova e il collettivo Balletto Civile: al centro del progetto – che si configura come indagine estetica e politica sulla collettività e sull’arte – è profondamente radicata la consapevolezza che la duplice azione di resistenza e creazione, oltre ad essere parte dei processi della produzione artistica, è alla base di ogni espressione umana e di ogni relazione.
La rassegna, giunta alla ottava edizione, ha aperto nel marzo 2022 all’insegna di una nuova direzione artistica internazionale che vede impegnati – insieme a Marina Petrillo – Linda Kapetanea e Jozef Frucek, fondatori della compagnia greca di danza RootlessRoot (Linda Kapetanea dirige anche il Kalamata Dance Festival). Entrambi docenti in numerose accademie di danza in Europa, conducono in tutto il mondo seminari di Fighting Monkey, la pratica di loro creazione che coniuga movimento, apprendimento, comunicazione, creatività, improvvisazione e ri-immaginazione del processo e dell’esperienza dell’invecchiamento.
Il Programma di Resistere e Creare 2022
Resta centrale, anche in questa ottava edizione, l’indagine sull’umanità. Un’umanità fatta di corpi: il corpo del danzatore, il corpo dello spettatore, il corpo dell’osservatore/critico, il corpo del territorio. Resistere e Creare 2022 prosegue dunque la riflessione sul contemporaneo coniugando poetiche e ricerca di artisti internazionali ed italiani attraverso l’esplorazione del linguaggio fisico: il medium è quello dell’azione intesa nel suo significato di agire politico, capace di innescare e innestare processi di contaminazione e contagio in un dialogo diretto e senza intermediari tra artisti e pubblico, tra singolare e universale.
Il calendario 2022 di Resistere e Creare abbraccia l’intero anno solare, da gennaio a dicembre, con residenze, seminari e attività formative tra le sale del Teatro della Tosse e le piazze e strade del Centro Storico di Genova, fino alle passeggiate verso il mare e verso la natura di Voltri. Questa parte outdoor è al centro del focus che si tiene proprio tra l’ultima settimana di settembre e la prima settimana di ottobre. Clicca qui per scoprire il programma completo di Resistere e Creare 2022.

El gran salto
“Il grande salto può significare cadere in un abisso insondabile o anche abbracciare l’incerta speranza di essere ricordati. Forse lo spettatore potrà trovare pace comprendendo il senso di un navigare nella corrente violenta della vita…”ma non oggi!”
Venerdì 30 settembre abbiamo partecipato alla prima nazionale de El Gran Salto, una performance di teatro fisico che nasce dalla collaborazione artistica tra Alex Chavez Flores, co-direttore della compagnia messicana Flores Teatro Danza, e il performer e coreografo italiano Manuel Ronda. La ricerca di Flores Teatro Danza, nata nel 2013, naviga tra danza, teatro, performance e clownerie, concentrandosi sulle possibilità espressive del corpo e sulla costruzione di poetiche visive che dialogano dalla scena da diverse angolazioni.
Dopo il debutto nel 2019 a Baya California El Gran Salto è stato portato in scena da Alex Chavez in numerosi teatri messicani ed è arrivato in Europa performato da Manuel Ronda nel 2022 al Tanecno Dance Festival in Slovacchia, debuttando in Italia proprio nell’ambito della rassegna Resistere e Creare 2022.

El Gran Salto è un originale tentativo artistico di smarcamento dalla condizione umana di finitezza, ricorrendo a tutti gli strumenti più intimamente umani possibili per tentare di rispondere a un interrogativo universale, per quanto insondabile: è possibile raggiungere il trascendentale?
La ricerca di Ronda si traduce in una partitura scomposta, costellata di riflessioni sulla condizione di uomo storico e di personaggio da palcoscenico che si susseguono lungo una stringa scenica multiforme. Teatro, danza, circo si confondono in un lungo flusso di coscienza e ricordi – a volte parlati, altre agiti – che si snoda su un palcoscenico vuoto, nudo, sospeso tra sogno e realtà. L’autore racconta storie vere o immaginate, memorie d’infanzia intrecciate a ipotesi sul futuro, mondi possibili o finzionali in cui il protagonista e la sua soggettività sono l’unico focus narrativo: l’io interiore, la sua personalità sociale, le tracce del suo trascorso e il suo ineffabile lascito testamentario.

La drammaturgia frammentata permette allo spettacolo di non appartenere a categorie di genere. Il collage frenetico che giustappone i segmenti di clownerie interattiva alla danza forsennata e quasi atletica, performata a ritmo di clavicembali seicenteschi, rivendica l’autonomia de El Gran Salto come pièce non canonica e davvero indipendente.
Se tutto lo spettacolo ruota attorno alla possibilità di una forma di trascendenza umana, così come l’autore suggerisce, la trascendenza è qui innanzitutto “immortalità”, il bisogno essenziale di vivere oltre la morte e essere ricordati da chi ha partecipato alla nostra apparizione terrena. Allora Manuel Ronda si sveste completamente per abbandonare la materialità, pur restando col suo corpo una creatura non sublimabile, o si racconta, seduto su una latrina, immaginando la fama in una “auto-intervista” post mortem, fino a farsi sostituire sul palcoscenico, proprio nel culmine finale della performance, da una spettatrice. Un “salto” teorico, per passare dalla vita alla vita eterna, e un tentativo faticoso, ma inalienabile, di preghiera verso chiunque sia in grado di raccontarsi e testimoniare.
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