
Intervista a Carlo Sigon, presidente dell’Associazione Italiana Registi AIR3
L’associazione Italiana Registi AIR3 nasce per promuovere la cultura dell’audiovisivo. In un mercato segnato da costanti mutazioni di linguaggio è fondamentale approfondire questo ecosistema, tentare di capirne la natura e indagare le coordinate entro cui i creatori di contenuti si uniscono per fare fronte comune. È in quest’ottica che proponiamo un’intervista al presidente dell’AIR3 Carlo A. Sigon.
Nella vostra associazione sono iscritti registi provenienti dall’ambito del cinema, della pubblicità, della serialità. Come siete strutturati, come riuscite a mantenere uniti artisti di un panorama così variegato?
La rivoluzione digitale iniziata alla fine del secolo scorso ha innescato una serie di cambiamenti epocali che hanno avuto effetti profondissimi, tra gli altri, sull’audiovisivo, sia in termini di fruizione che di produzione. La diffusione degli “schermi” (dallo smartphone al tablet al pc) ha fatto esplodere la richiesta di prodotti audiovisivi e la sostituzione della pellicola col supporto digitale ha semplificato e accorciato drasticamente le procedure produttive. Quel che non è cambiato è che dietro a qualunque dispositivo di ripresa, qualunque storia si voglia raccontare e qualunque sia il supporto su cui venga fruita, c’è l’occhio, la testa, la sensibilità di un regista. AIR3, Associazione Italiana Registi, raduna 140 professionisti che si occupano di tutte le forme che l’audiovisivo ha assunto in questi ultimi anni: film, serie, documentari, videoclip, pubblicità, ma anche videoarte, fashion film, cortometraggi, video industriali, branded content…
Alcune nostre iniziative cercano di soddisfare le necessità delle varie “categorie” presenti in AIR3. Mi riferisco ad esempio alla regolarizzazione delle gare di pubblicità o al riconoscimento dell’equo compenso per gli autori di videoclip. Ma per la maggior parte si tratta di iniziative trasversali, capaci cioè di coinvolgere l’intera comunità dei registi: il convegno in Regione per la rifondazione della Lombardia Film Commission, gli stage di sceneggiatura, le writer’s room sulla serialità, le pressioni per il riconoscimento dei ristori regionali alla nostra categoria, la creazione di un network internazionale di associazioni di registi, l’implementazione del nostro sito con una sezione dedicata a un database di progetti da condividere con i produttori.

Secondo AIR3, la pandemia come sta cambiando l’ambito della produzione audiovisiva? I giornali, sia specializzati che generalisti, ritengono che l’emergenza sanitaria abbia portato un clima di incertezza nella classe lavoratrice. Sono in corso, da parte di investitori pubblici e privati, tentativi di rilancio di nuovi progetti?
Il regista è per definizione abituato a cercare soluzioni, a risolvere problemi: che si tratti di rivedere il piano di lavorazione, di fare i conti con budget sempre più esigui, di gestire le mille emergenze che emergono su un
set o di affrontare, appunto, un mercato in continua evoluzione come il nostro. AIR3 ci aiuta ad affrontare questi cambiamenti tutti insieme, comunicando, condividendo e cercando insieme le soluzioni più efficienti. Abbiamo inoltre creato le basi per attivare un tavolo di confronto con la Lombardia Film Commission, la fondazione che dipende da Regione Lombardia. In Lombardia operano circa 2.000 imprese dell’audiovisivo. Purtroppo mancano politiche rivolte al settore, alle sue imprese, ai suoi lavoratori. Nel 2018/2019 il numero totale delle produzioni in Lombardia è stato di 396, il 90% delle quali costituito da spot, videoclip, shooting fotografici, corti. Dobbiamo rilanciare cinema e televisione come strumenti per la promozione turistica e culturale, come volano di crescita e di sviluppo locale. Il cinema crea cultura, intrattenimento, emozione, e i registi sono una delle categorie coinvolte, soggetti attivi e creativi che partecipano al processo produttivo.
AIR3 collabora con altre associazioni di categoria, come 100autori. A proposito della tutela dei diritti d’autore, qual è la vostra opinione sulla situazione italiana?
La collaborazione di AIR3 con altre associazioni dell’industria è ormai una realtà consolidata. Ci siamo affiliati e sediamo in Direttivo di CNA Cinema e Audiovisivo Lombardia con cui, in pieno primo lock down, abbiamo firmato la campagna No_signal e, più recentemente, abbiamo organizzato il convegno in Regione sulla Lombardia Film Commission. Altra associazione con cui collaboriamo e cui guardiamo con attenzione è 100 Autori che, pur avendo una vocazione prettamente cine/televisiva, affronta temi cruciali che condividiamo. Sicuramente la redistribuzione dei diritti d’autore e dell’equo compenso, ma anche l’annosa questione retributiva legata alle giornate di collocamento. Sullo specifico dei diritti d’autore, la varietà degli “schermi” su cui è possibile oggi fruire dei contenuti audiovisivi consentono di maturare ingenti utili pubblicitari, senza riconoscere alcunché agli aventi diritto. Questa è una situazione cui dobbiamo in qualche modo mettere un freno. Parallelamente, sul versante videoclip musicali, stiamo lavorando perché vengano riconosciuti come opere cinematografiche e, di conseguenza, gli autori possano usufruire anch’essi dell’equo compenso. Sono battaglie lunghe e complesse ma riteniamo giusto combatterle a vantaggio delle nuove generazioni.
In quale contesto si inserisce il film collettivo La prima Onda?
Abbiamo avuto grande attenzione alle norme per girare in sicurezza, e soprattutto ci siamo spesi in prima persona con un reale impegno sociale: reagire. Prima che venisse decretato il primo lockdown, MIR Cinematografica, AIR3 Associazione Italiana Registi, MFF/Milano Film Festival e altre realtà milanesi hanno lanciato un invito a partecipare a un film collettivo, aperto a tutti i professionisti dell’audio-visivo, impegnati su diversi livelli dell’industria cinematografica. È nato così il film collettivo La prima Onda, presentato in dicembre e distribuito da Rai Cinema. ll film collettivo nasce dal progetto Instant Corona che, alle prime avvisaglie di contagio in Italia, ha lanciato alla comunità dei professionisti dell’audiovisivo attivi a Milano (registi, filmmaker, autori, fonici, compositori, musicisti, colorist, d.o.p., …) la proposta di raccontare in modo artistico e creativo, non giornalistico, quanto stava succedendo nei giorni di massima emergenza da Covid-19 in città. Le riprese sono iniziate il 23 febbraio 2020, proprio nel periodo immediatamente precedente il lockdown e le immagini sono quindi state catturate fino al 10 maggio scorso, per terminare con la prima settimana di allentamento delle misure di isolamento.
Quali progetti state preparando per l’anno in corso?
A giorni ci sarà l’AIR3 Pitch Day 2021, fase finale del Bando AIR3 per la produzione di cortometraggi giunto alla seconda edizione. I registi autori delle sceneggiature finaliste concorreranno per il premio finale consistente in servizi offerti da varie realtà dell’industria dell’audiovisivo partner dell’operazione. Stiamo sviluppando il nostro network internazionale tramite la creazione di un manifesto internazionale dei registi per collaborare su alcuni temi sensibili in comune; la rete si è allargata comprendendo associazioni di registi di altri Paesi come Cile, Spagna, Argentina, Germania, Uruguay, Messico e Svezia. Siamo presenti nelle giurie di vari festival italiani, e con il premio AIR3 al migliore (o più promettente) regista italiano che prevede un anno di associazione gratuita all’associazione. Attraverso i festival stiamo promuovendo l’attività Academy, corsi e stage tenuti dai nostri associati su regia, VFX e cinema in generale. L’idea è di allargare la nostra collaborazione con i festival più importanti. Tra le collaborazioni con le realtà culturali inerenti l’audiovisivo ci piace segnalare quella con MEET, punto di riferimento della cultura digitale milanese, con cui abbiamo in programma interessanti iniziative. Sul versante pubblicitario siamo al lavoro con CPA, Case di Produzione Associate, per l’organizzazione degli stati generali della pubblicità in cui avanzeremo proposte concrete per la razionalizzazione della gestione delle gare, della fase di riprese e di postproduzione. E poi chissà cos’altro: teniamo gli occhi aperti, pronti ad attivarci per tutti quegli argomenti di interesse per la nostra categoria.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista