
The Mandalorian – Capitolo VII – La recensione
Gli episodi centrali della prima stagione di The Mandalorian sono stati caratterizzati, come visto nelle nostre precedenti recensioni, da una certa perdita di direzione, rallentando il piacevole ritmo iniziale con alcuni episodi autoconclusivi in cui la serie si adagia sulle sue solide basi citazioniste (della trilogia originale, del western, degli heist movies), dimenticandosi però di sviluppare in maniera significativa la trama e i personaggi principali.
Non sono mancati spunti interessanti, e la qualità della produzione rimane (ad eccezione di alcuni passi falsi) molto elevata, ma la struttura ripetitiva degli episodi incominciava a risultare scontata, creando preoccupazioni, data anche la scarsa durata degli episodi, sul finale di stagione; fortunatamente con il Capitolo 7: The Reckoning il Mandaloriano ritorna in carreggiata, riprendendo con decisione il filone principale della trama.
Greef Karga, leader della Gilda dei cacciatori di taglie, invia un messaggio a Mando, invitandolo a seppellire l’ascia di guerra per unirsi contro un nemico comune, il Cliente e i suoi Imperiali, che occupando la sua cittadina hanno reso impossibile il regolare svolgersi degli affari. Il Mandaloriano, avendo già provato senza successo la fuga, decide di accettare, finendo in un turbine di tradimenti e trappole che porteranno a un notevole showdown finale, fino al tragico cliffhanger che chiude l’episodio.
Il Capitolo 7, diretto da Deborah Chow (il cui lavoro sullo show ha impressionato la Disney al punto di affidarle la regia della futura serie su Obi-Wan Kenobi), vede, oltre al già citato Karga di Carl Weathers, il ritorno di numerosi volti conosciuti. Il Mandaloriano, intuendo la pericolosità della missione, si rivolge ad alcuni dei suoi alleati degli episodi precedenti: la mercenaria Cara Dune (Gina Carano), sempre desiderosa di cacciare Imperiali superstiti, e il burbero Ugnaught Kuill (Nick Nolte), che ha nel frattempo riprogrammato il letale droide IG-11 (Taika Waititi, regista anche dell’imminente season finale), rendendolo il perfetto babysitter per il piccolo Baby Yoda.
In contrapposizione a questo assortito gruppo abbiamo poi il ritorno del mitico Werner Herzog, a cui si unisce un nuovo avversario, il temibile Moff Gideon, e gli appassionati di Breaking Bad (e Better Call Saul) già conosceranno la notevole abilità di Giancarlo Esposito nell’interpretare un glaciale villain.
L’episodio approfondisce molti dei temi portanti della serie, come l’estensione dei poteri del Bambino, ricordandocene anche la possibile pericolosità, e il difficile rapporto del Mandaloriano con i droidi, secondo Kuill non intrinsecamente buoni o cattivi, ma un riflesso di chi li ha programmati, un piacevole parallelo con la necessaria educazione dello stesso Baby Yoda. Interessante infine, sicuramente anche grazie all’interpretazione di Herzog, il punto di vista del Cliente sulla legittimità dell’Impero, donando un po’di profondità a un nemico spesso ridotto a semplice male assoluto.
The Reckoning è un ottimo penultimo episodio, che aumenta, dopo una parte centrale sottotono, il ritmo e la posta in gioco della serie e, di conseguenza, le aspettative per un season finale all’altezza dei momenti migliori di questa prima stagione.
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[…] The Reckoning si chiudeva con un tragico cliffhanger: Kuill ucciso dagli Imperiali, Baby Yoda catturato e Mando tenuto sotto tiro, insieme al suo assortito gruppo di alleati, dai soldati del Moff Gideon. Taika Waititi dirige l’episodio mostrando fin da subito le sue capacità umoristiche con una scena iniziale che, invece di riportarci immediatamente allo stand-off in atto, si sofferma sui divertenti battibecchi tra due scout imperiali, in attesa di ordini relativi alla consegna del Bambino. La sequenza centra un difficile equilibrio comico, tra autoreferenzialità e il rischio di rompere la sospensione dell’incredulità con eccessive strizzate d’occhio allo spettatore (ignorando forse il pur esilarante riferimento alla pessima mira degli stormtrooper), una notevole lezione di comic timing alle più continue, e meno brillanti, battute dei film principali dell’era Disney. […]