
His Dark Materials – Un’avventura straordinaria che rinuncia alla complessità
Dopo il flop del La Bussola d’Oro (Chris Weitz, 2007), film che, nonostante la presenza nel cast di una star del calibro di Nicole Kidman e un budget di 180 milioni, ha ricevuto pessime critiche ed incassi ben al di sotto delle aspettative, HBO e BBC ci riprovano e con un notevole spiegamento di forze cercano di dare una seconda possibilità alla trasposizione su schermo della saga fantasy nata dalla penna di Philip Pullman. Nasce così His Dark Materials, serie ad alto budget composta da 8 episodi, che vanta un cast stellare, tra cui spiccano i nomi di James McAvoy e Ruth Wilson, e la regia di Tom Hooper, premio Oscar per Il discorso del re.
La serie, che rimane piuttosto fedele ai libri per la gioia dei fan, racconta le avventure della giovane Lyra all’interno di un mondo per molti aspetti simile al nostro, ma allo stesso tempo incredibilmente distante: la storia è ambientata in un universo parallelo, abitato da fantastiche creature quali streghe o giganteschi orsi corazzati, in cui ogni essere umano nasce accompagnato da un daimon, sorta di incarnazione della propria anima sotto forma di animale. Lyra, interpretata da una più che convincente Dafne Keen, ragazzina ribelle e appassionata, sfiderà il potere costituito, il temibile Magisterium, per cercare la verità su un’oscura entità, la Polvere, e far luce sulle misteriose scomparse di bambini che hanno coinvolto anche il suo migliore amico.
Il fantastico mondo scaturito dalla fervida immaginazione dello scrittore inglese viene restituito in maniera accurata all’interno della serie, rivelando un lavoro minuzioso sul testo di partenza e una grande attenzione al dettaglio: le ambientazioni riescono a ricreare perfettamente le atmosfere della saga, la fotografia risulta ineccepibile, ma a lasciare senza fiato è proprio la resa grafica dei daimon, realizzati in CGI, che si integrano perfettamente all’interno delle scene, con un effetto sorprendentemente realistico. Tra i molti punti di forza si deve aggiungere l‘ottima prova attoriale da parte del fortunato cast, con una menzione particolare per l’interpretazione di Ruth Wilson, che calza a pennello i panni dell’affascinante quanto controversa Signora Coulter.
Se i presupposti per una serie di qualità sono tutti presenti, His Dark Materials finisce per essere un prodotto piacevole, ma che non appassiona lo spettatore fino in fondo. Nonostante la fedeltà alla saga di Pullman, garantita dal suo coinvolgimento nel progetto, la serie non riesce a restituire la complessità del mondo rappresentato nei romanzi, appiattendolo e semplificandolo. Quella di Pullman è infatti una saga per ragazzi che parla anche e soprattutto agli adulti, dove, accanto alle mirabolanti avventure di Lyra, lo scrittore porta avanti una riflessione filosofica che spazia tra una grande varietà di temi: dal libero arbitrio al controllo, dalla ricerca della verità alla repressione religiosa, dal caso alla necessità. La stessa figura del daimon, uno degli elementi più originali di tutta la saga, non può che alludere a quello di Socrate e Platone, e significativamente è proprio la sua rappresentazione a costituire la prima battuta d’arresto del film; seppur reso visivamente in maniera impeccabile, la serie non riesce infatti a restituire la profondità del rapporto che lo lega all’essere umano. Anche la forte critica al potere religioso che domina in maniera repressiva il mondo abitato da Lyra appare smorzata di intensità, forse nel tentativo di evitare le feroci critiche da parte del mondo cattolico che aveva attirato lo sfortunato predecessore. In generale, nella creazione di His Dark Materials sembra essere prevalsa la volontà di rivolgersi a grandi e piccini, avendo come target di riferimento quello delle famiglie, optando dunque per una rappresentazione più semplice e, in qualche modo, più prudente, rinunciando di conseguenza all’ambiguità inscritta nell’universo di Pullman e da lui indagata. Anche il ritmo della serie non giova al coinvolgimento del pubblico; si parte molto lentamente e si fatica a mantenere la tensione per tutte e otto le puntate. His Dark Materials è un prodotto ambizioso, che ce la mette davvero tutta per rilanciare l’amata saga di Pullman, risultando una serie sorprendente sul piano visivo e piacevole da seguire, ma anche facilmente dimenticabile. Fa forse eccezione l’ultimo episodio, il più riuscito, che con un ritmo incalzante e numerosi colpi di scena fa venir voglia, dopotutto, di rimanere in attesa della seconda stagione.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista