
6 Underground – Michael Bay targato Netflix
6 Underground è il nuovo film Netflix di Michael Bay, già autore di Bad Boys e Transformers. Il regista questa volta supera la sua stessa poetica legata al film d’azione per entrare nel puro eccesso spettacolare. 6 Unerground è intrattenimento all’ennesima potenza, un’apologia della spettacolarità dell’azione dedicata al piccolo schermo. Netflix non solo lega il suo nome ai più affermati autori del cinema, ma impone un nuovo sguardo, una nuova percezione dello spettacolo. Attraverso questa piattaforma si accorciano le distanze tra i film d’autore e i film commerciali, e tra quelli per il cinema e quelli destinati allo streaming. Film e serie TV Netflix, in particolare a partire dal 2019, risultano di grande impatto visivo e sonoro. Ovviamente viene considerata la possibilità del pubblico di fruire dei prodotti della piattaforma anche su grandi televisori e con impianti sonori domestici di alta qualità. Così se gli effetti speciali cinematografici in passato avevano costituito l’identità primaria di quei film che dovevano essere fruiti sul grande schermo, ora diventano una peculiarità dell’audiovisivo tout court, invadendo anche i più piccoli dispositivi, i nostri schermi a portata di mano.
La storia (del tutto secondaria in confronto alla tecnica cinematografica) vede protagonisti sei personaggi che risultano morti dal punto di vista legale, e che, come dei fantasmi, nascosti dallo sguardo delle istituzioni, svolgono azioni violente per rendere giustizia nel mondo e sconfiggere il Male e la tirannia. Senza nome e senza identità (chiamandosi l’un l’altro attraverso numeri), la squadra, i cui componenti sono interpretati da Ryan Reynolds, Ben Hardy, Mélanie Laurent, Adria Arjona, Corey Hawkins e Manuel Garcia-Rulfo, ha come obiettivo destituire un dittatore tiranno di un paese di finzione del Medio Oriente.
Ciò contro cui vogliono combattere questi uomini morti in vita, capitanati da Ryan Reynolds, sono i veri malvagi del mondo. Si distaccano dalle autorità, le quali scelgono i loro nemici in base a regole politiche e convenienze economiche, per ambire a sconfiggere i grandi cattivi sotto il profilo morale. Vogliono diventare degli eroi nella vita vera, ma lo fanno attraverso rimandi e richiami costanti al cinema fantastico e al genere supereroistico, in particolare alla fumettistica Marvel. Questi personaggi sognano di diventare i nuovi Capitan America, rendendo il film un tributo alla galassia dei super eroi. Figlio della cultura postmoderna, è direttamente citazionista nei confronti di Star Wars, facendo di queste figure degli Jedi della nostra Terra.
Lo stile dell’opera di Bay è ambiguo. Costituito da una tecnica mista che viaggia tra il cinema pulp e l’estetica del videogame. Da una scena all’altra, su basi musicali che spaziano dal pop al rock alternativo (dalle Space Girls ai Muse), il film ci trasporta idealmente dall’universo ludico di GTA a quello di Call of Duty. Si susseguono vertiginosamente sequenze di azione sfrenata, inseguimenti, innumerevoli esplosioni, sparatorie. La violenza è mostrata attraverso un gusto splatter ed una forma prettamente kitsch. La poetica del “cattivo gusto”, l’estetica di esagerazione della violenza sanguinosa, la dimensione inverosimile di certe azioni, costituiscono, questa volta, il canone stilistico della regia.
Completamente iscrivibile alla cultura pop, il film pone in secondo piano ogni esigenza legata all’ambizione di una sceneggiatura dettagliata; l’approfondimento psicologico dei personaggi, la pertinenza dei dialoghi e la precisione narrativa vengono infatti poste in secondo piano rispetto alla logica dell’intrattenimento d’azione e alla vanità delle possibilità spettacolari.
Di grande efficacia risulta la costruzione di ambienti immaginari ma coerenti costruiti attraverso il montaggio di immagini di varie città del mondo, che si uniscono per la creazione della metropoli orientale inventata da Bay. L’Italia è uno dei luoghi primari dell’ambientazione. Le scene d’azione più importanti vedono come protagoniste le strade di due città italiane in particolare. Firenze apre il film con una lunga sequenza di inseguimento e corse automobilistiche; forse non è un caso la scelta di questa città, utilizzata da poco nel film Marvel Spiderman Home-Coming. Mentre la lunga sequenza finale, caratterizzata da scene di alta dinamicità ed azione, è girata a Taranto, precisamente sul Ponte Girevole (famoso per la capacità di aprirsi al passaggio delle navi), già apparso in altri film novecenteschi.
Partecipe della logica culturale del postmoderno, il film si colloca nella cultura pop non solo dal punto di vista contenutistico ma anche in quanto prodotto mediatico. La strategia di marketing che precede l’uscita del film vede la produzione di una video-recensione pubblicitaria di Zlatan Ibrahimovic. Il calciatore è seduto sul suo divano e guarda Netflix in TV. Quando le scene d’azione di 6 Underground gli fan crollare casa dà il permesso al pubblico di vedere il film che risulta all’altezza del suo gusto, in una scala di valutazione che va da 0 a Zlatan.
In conclusione, l’ultimo lavoro di Bay non ha nessuna ambizione artistica ma punta invece a divertire sia attraverso uno studiato black humor, sia attraverso scene che si ispirano, a volte maldestramente, ad un cinema d’azione più “colto”. Il cinema di Bay è azione pura, non “contaminata” da pretese regole cinematografiche. Questo film non emoziona, non rimane impresso per la sua narrazione, la quale, anzi, scapestrata e confusionaria, fatica a volte a farsi comprendere. È un film destinato ad essere visto in famiglia o tra amici, a casa propria, sul miglior schermo che si possiede, alzando al massimo il volume. Un film che non vuole far riflettere, che non lascia il tempo di pensare ma, attraverso ambientazioni e citazioni dettagliatamente scelte, vuole far parlare di sé.
Il lavoro di Bay quindi risulta interessante all’interno dell’operazione complessiva intrapresa da Netflix, il quale traccia una nuova estetica dello spettacolo cinematografico non più legato alla grande sala buia, ma che porta il grande cinema a casa nostra.
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