
Il Teatro dei Pupi di Siracusa
Girovaghi spettatori dei teatri italiani ed europei, se durante qualche vostro viaggio vi doveste spingere lungo lo stivale fino a raggiungere Siracusa, sappiate che, oltre al teatro Greco, vi è un altro teatro che vale assolutamente la pena di visitare. Si tratta di uno spazio molto più piccolo, nascosto tra gli stretti vicoli del quartiere della Giudecca, sull’isola di Ortigia. Non è certo antico come il teatro della Neapolis, eppure anche lui ha i suoi anni. È stato fondato nel 1978, ma la tradizione che porta con sé risale alla prima metà del XIX secolo. Stiamo parlando del Teatro dei Pupi di Siracusa.
Il teatro delle marionette armate nasce in Sicilia e riscuote da subito un grande successo di pubblico tra le classi popolare. I pupi rappresentano storie della letteratura cavalleresca medievale e rinascimentale. In Sicilia esistono diverse scuole che praticano in modi differenti l’arte dei pupi: accanto a quella di Palermo ci sono infatti anche le scuole di Catania e di Siracusa. Le tre scuole si differenziano per dimensione e fattezze dei pupi, uso dei colori nella realizzazione dei fondali, oltre che per diversità nella recitazione e nei testi. A Siracusa la tradizione dei pupi è legata alla famiglia Vaccari ed ora è portata avanti dalla Compagnia dei Pupari Vaccari-Mauceri.
In un pomeriggio dell’estate appena trascorsa mi è capitato di trovarmi, assolutamente per caso, davanti al Teatro Vaccari-Mauceri, proprio pochi minuti prima che iniziasse uno spettacolo. La situazione mi ha incuriosito e così sono entrato nella piccola sala con i soffitti a volta per assistere a Rinaldo vendica Albarosa. Si alza il sipario e sul palco si presenta una figura alta circa un metro, coperta di metallo dalla testa ai piedi e con un grande elmo con un pennacchio in cima. È Rinaldo, il paladino di Carlomagno e cugino di Orlando. La fluidità con cui si muove ha dello stupefacente: le marionette camminano qua e là per il palco, recitano con enfasi ed infine combattono a colpi di spada. I combattimenti sono la parte più interessante. Il clangore dell’acciaio, le spade che si scontrano, gli scudi che risuonano percossi dai fendenti hanno un che di epico, rispecchiano davvero come un lettore può immaginare i duelli leggendo le canzoni di gesta o il Furioso. A proposito del Furioso, senza Ariosto non ci sarebbe il teatro dei pupi, o di certo sarebbe molto più povero. Gli intrecci delle storie sono basate sull’entrelacement, l’antica tecnica narrativa dei cantori medievali, che prevede la continua sospensione di un racconto per iniziane un altro. Di fatto nello spettacolo Rinaldo vendica Albarosa, nonostante il titolo, non appare il solo Rinaldo: i pupari infatti trovano il modo di inserire anche tanti altri personaggi, come Marfisa, la guerriera saracena, Brandimarte, Biancanigi e ovviamente Orlando. Nella rappresentazione si susseguono colpi di spada e di scena, sfide e duelli, fino all’esito (scontato) della vittoria del paladino sul cavaliere malvagio.
Per concludere, il Teatro dei Pupi di Siracusa è una realtà che sorprende e incanta: ancora oggi, in un panorama mediale che punta sulla spettacolarizzazione e sugli effetti speciali, le marionette armate possiedono ancora la capacità di meravigliare il pubblico con le loro storie di dame e cavalieri.
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