
Delitti in San Tommaso
Venerdì 26 ottobre, per l‘inaugurazione della nuova biblioteca di Studi Umanistici del Polo San Tommaso, è stato rappresentato Delitti in Biblioteca-Redux, con la regia di Bruno Cerutti e la partecipazione di un gruppo di attori in prevalenza proveniente dalla Scuola del Teatro Fraschini. Come si può già forse intuire dal titolo si tratta di uno spettacolo site specific, pensato e realizzato per un determinato evento e per un determinato spazio. In questo caso lo spazio è quello della biblioteca e di ambientazione bibliotecaria è anche il testo, che racconta di un bibliotecario e dei sui disperati tentativi di mantenere l’ordine all’interno della sala di lettura. Una storia che potrebbe anche sembrare uno spaccato di ordinaria vita universitaria, se non fosse per il fatto che a metà circa dello spettacolo il bibliotecario viene ammazzato e la biblioteca messa letteralmente a ferro e fuoco dagli studenti ormai privi di sorveglianti.
L’aspetto più interessante dello spettacolo sta proprio nel rapporto che il testo intrattiene con lo spazio in cui è agito. Viene a crearsi un’ insolita sovrapposizione fra lo spazio immaginario del testo e spazio reale in cui il testo viene attuato. L”illusione scenica, che vorrebbe lo spettacolo ambientato in una biblioteca immaginaria, e la realtà fattuale, la biblioteca vera dove si trovano attori e spettatori, sono due realtà che si confondono. Gli attori interagiscono con oggetti e ambienti reali, che una volta coinvolti nel gioco scenico mantengono la loro natura. Ad esempio: i tavoli presso i quali gli attori-studenti si mettono a studiare sono gli stessi dove, dai prossimi giorni, si siederanno studenti veri. Il cartello “vietato fumare” indicato dal bibliotecario è un cartello reale. La battuta «qui non si può mangiare» è veritiera e sensata anche nella realtà della biblioteca, non sono nella finzione scenica.
Fino a circa la metà lo spettacolo è caratterizzato da un ritmo lento e dilatato. Se volessimo raccontarlo in termini cinematografici potremmo dire che impiega lunghi piani sequenza a camera fissa e in profondità di campo, nei quali non accade nulla se non il reale. La scelta di un taglio realistico che caratterizza questa parte è interessante, ma non convince del tutto. L’impressione è che volendo inseguire la mimesi, rappresentando i lunghi e vuoti tempi di una biblioteca reale, si perda un po’ di vista la dimensione scenica. L’azione risulta in questo modo molto diluita.
La performance è una ripresa di uno spettacolo del 1982, realizzato sempre a Pavia con la regia di Massimo Navone al termine di un corso di formazione Triennale per attori organizzato dalla Provincia di Pavia e al quale ha partecipato lo stesso Cerutti, ora in regia. Delitti in Biblioteca-Redux rappresenta quindi una sorta di passaggio di consegne tra due generazioni di attori pavesi.
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