
Anteprima • Una tragedia in sette atti: “Sulla mia pelle”
È il 15 ottobre 2009, notte inoltrata, Roma. Il 31enne Stefano Cucchi viene fermato per presunto spaccio di sostanze stupefacenti. Perquisito, viene trovato in possesso di 21 grammi di hashish e due dosi di cocaina. Stefano, che ha precedenti per dipendenza da eroina, trascorre la notte in caserma e viene processato in direttissima il giorno seguente. Per lui viene stabilita la custodia cautelare fino al processo fissato per il mese successivo. Processo che Stefano non vedrà mai, perché morirà sette giorni dopo nelle celle dell’ospedale Sandro Pertini. Morirà massacrato di botte, con gli occhi pesti e fratture alla mascella e alla spina dorsale. Morirà pesando appena trentasette chili, denutrito e disidratato, attaccato a un catetere a causa di un’emorragia interna alla vescica. Morirà all’interno di uno dei casi di cronaca nera italiana più controversi e vergognosi degli ultimi anni.
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L’articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2018 sul sito http://inchiostro.unipv.it/
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