
Hidden Letters – La lingua segreta della sorellanza | Biografilm 2023
Nato nella contea di Jiangyong nello Hunan, in Cina, il Nushu è stato per secoli un linguaggio segreto, utilizzato esclusivamente dalle donne. “Nushu” (女书) significa letteralmente “scrittura delle donne”: in un contesto patriarcale fortemente limitante, che le costringeva a contrarre matrimoni oppressivi e le privava del diritto di accedere all’istruzione e alla scrittura, le donne cinesi svilupparono una forma di comunicazione privata, fatta di lettere, poesie e ricami, attraverso la quale crearono un sistema di sostegno e di sorellanza. Il Nushu è una scrittura sillabica dai tratti sottili e curvilinei, realizzati utilizzando bastoncini di bambù affilati e intinti nell’inchiostro, rimasta indecifrabile ai più fino agli ultimi decenni. Questa lingua segreta, espressa vocalmente soprattutto nella forma del canto, ha collegato generazioni di donne, consentendo un tipo di espressione e condivisione esperienziale che altrimenti sarebbe stato loro negato. L’eccezionale eredità del Nushu viene raccolta nel documentario di Violet Du Feng e Qing Zhao Hidden Letters, dove le registe esplorano il lascito del potere sororale della “lingua delle formiche” nella Cina contemporanea.

Hidden Letters non è un documentario sulla storia del Nushu, sebbene qua e là riecheggi la memoria di un tempo passato, quanto piuttosto sulle forme e sui significati che questo particolare linguaggio ha assunto nel presente, a volte conservando e a volte fraintendendo lo spirito iniziale.
Il film si interroga riguardo alla persistenza, nella Cina odierna, di quella disuguaglianza che fu all’origine del Nushu. Nonostante l’accresciuta possibilità di accesso all’istruzione e all’occupazione, le giovani donne devono fare i conti con le rigide aspettative di genere nel cercare il proprio spazio all’interno di una cultura che è ancora apertamente patriarcale. In questo senso, la pratica del Nushu e il legame di sorellanza transgenerazionale che esso sottende possono mantenere una certa rilevanza anche oggi. Nell’esplorare il patrimonio culturale del Nushu, Hidden Letters affronta l’ineguaglianza di genere e la difficoltà di preservare la tradizione in un mondo dominato dal commercio.
Il documentario è strutturato attorno alle storie di due praticanti di Nushu, Xin Hu e Simu Wu. Xin Hu vive nella rurale Jiangyong, dove lavora come guida al museo Nushu. Con grande dedizione, si impegna a preservare il canto e la scrittura della lingua, tanto da ricevere premi e riconoscimenti. Ciò nonostante, Xin, allontanatasi dal marito violento, deve confrontarsi con il suo status di donna divorziata e senza figli. A trasmetterle la conoscenza del Nushu è stata l’anziana He Yanxin: il loro legame intimo e sincero è forse il simbolo più autentico della sorellanza e a esso il film riserva le sequenze più toccanti. Simu Wu vive invece nell’urbanissima Shanghai, è una soprano e un’insegnante di musica e il Nushu è la sua più grande passione. All’inizio del documentario è prossima al matrimonio, ma le pressanti aspettative sociali a cui si rende conto di dover forzatamente aderire la porteranno a mettersi in discussione. In questo processo, il Nushu si rivelerà essenziale. Xin e Simu sono due donne profondamente diverse e geograficamente distanti, eppure in un certo senso il Nushu connette le loro esistenze.

Hidden Letters mostra numerosi tentativi di commercializzazione del Nushu, che nel cercare di renderlo economicamente profittevole ne travisano l’essenza intimamente privata. Coinvolto nel processo di mercificazione, il Nushu non solo viene svuotato del suo significato, ma viene persino risemantizzato in un contesto patriarcale nel quale si riduce a “obbedienza, accettazione e resilienza”. Questo scollamento tra la natura dirompente della lingua segreta e la realtà quotidiana riecheggia nelle vite stesse delle protagoniste, che appaiono modelli di indipendenza conquistata a fatica. In un film in cui il linguaggio è centrale, la macchina da presa riesce a catturare il non detto di queste donne attraverso i loro corpi, i loro sguardi, e i loro silenzi.
Hidden Letters è una storia di parallelismi e differenze: si muove tra il passato e il presente, tra l’urbano e il rurale, tra il privato e il pubblico. Nell’indagare queste dicotomie, Violet Du Feng e Qing Zhao non perdono mai di vista la centralità delle donne che hanno praticato o praticano tuttora il Nushu, il cui grande potere è la solidarietà che trovano l’una nell’altra. Emblematico di questo è la scelta di Simu di scrivere una poesia in risposta a una donna del passato, con l’augurio che in futuro un’altra donna possa risponderle a sua volta, raccontando di un mondo veramente equo. Ecco la possibilità evolutiva del Nushu, si trova ancora nella sorellanza.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista