
The Mandalorian – Capitolo XXI – Mandoverse
Cos’hanno in comune Spider-Man: Into the Spider-Verse e il quinto episodio della terza stagione di The Mandalorian? A farla breve basterebbe citare il regista, Peter Ramsey. Pupillo della Dreamworks, Ramsey sale alla ribalta con uno dei film più sottovalutati dello studio, Rise of the Guardians del 2012, una sorta di gustoso incrocio tra Nightmare Before Christmas e Avengers (anch’esso guarda caso del 2012), ma la sua carriera ha ben poco a che fare con la regia e più con le illustrazioni. Suoi sono gli storyboard di grandi blockbuster hollywoodiani come Godzilla di Roland Emmerich (1998) o Fight Club (1999). Fa strano quindi vederlo alla cabina di regia di uno degli episodi più movimentati di The Mandalorian, un terreno per lui inesplorato a cominciare dal live fino all’action. Serve almeno una seconda visione (oltre a un minimo di conoscenza pregressa del regista) per intuire cosa abbia funzionato in questo episodio che vuole essere un game-changer della stagione, sebbene indizi del cambio di rotta non ne siano mancati finora.

Si torna dove si è stati bene e gli sceneggiatori sono stati bene su Nevarro, “pianeta natale” della serie tutta, così come di uno dei personaggi più amati, Greef Karga ora in veste di governatore tutto sbrilluccicante. Lo sbrilluccichio dura poco perché i pirati provocati nel primo episodio sono tornati per esigere vendetta e Carson Teva – capitano della Repubblica e con ogni probabilità l’unico superstite alla cancellazione della serie Rangers of The New Republic – non potendo fare affidamento alla pericolosamente burocratica “Nuova” Repubblica, decide di cercare l’aiuto degli esuli mandaloriani. A questo punto, e solo a questo punto, inizia l’episodio di Ramsey.

The Pirate racconta la storia di una squadra che impara a collaborare e a mettere da parte le riserve individuali per affrontare un nemico. Non il classico “nemico comune”, non cioè il pirata che dà il titolo all’episodio, bensì un nemico più insidioso: la tradizione. Possiamo fidarci di chi sostiene che non si debba mai togliere l’elmo? E di chi invece l’ha tolto più volte in passato? Paz Visla è la vera sorpresa di un episodio che poteva funzionare anche solo con le scene di lotta e battaglie aeree. Il suo abbracciare il nuovo, pur rimanendo coerente con ciò che afferma di essere (un “vero mandaloriano”), introduce al meglio la vera tematica di questa terza stagione, il rinnovamento. Chi sia poi il (o la) protagonista effettiva è ancora tutto da vedere. Quello che è certo è che un elmo, così come una maschera, ancora una volta sotto la direzione di Ramsey, non serve solo a nascondere il proprio volto ma a comunicare il proprio modo di essere e di vivere. Se nel Ragno-Verso “chiunque può indossare la maschera”, nel “Mandoverse” chiunque può essere un mandaloriano. L’elmo non è quindi solo un elemento che nasconde l’identità di chi lo indossa ma la rivela e anzi diventa un campo neutro in cui esercitare la propria personalità. Proprio come avviene nel Ragnoverso animato di casa Sony.

L’episodio si conclude con un cliffhanger interessante. Un possibile traditore si aggira tra le fila dei mandaloriani. Come e in che modo agirà è tutto da vedere ma se fosse un vero mandaloriano sarebbe interessante perché si tratterebbe del primo figlio di Mandalore che oltre all’elmo indossa una maschera.
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista