
Cinque uomini, un diario al di là della scena – Il dietro le quinte del corpo attoriale | Torino 40
Nella sezione dedicata ai documentari italiani in concorso al quarantesimo Torino Film Festival, Cinque uomini, un diario al di là della scena il non-luogo celato dietro il palcoscenico di cinque attori.
Nel 2008 l’attore teatrale Antonio Buil documenta la vita della compagnia con cui era in tournée per portare in scena 5 hommes di Daniel Keene. Oltre 10 anni dopo Cosimo Terlizzi rimonta e scrive i testi di queste immagini di backstage realizzando Cinque uomini, un diario al di là della scena. Il risultato è un racconto intimo della vita dietro il palco di una compagnia che condivide la passione per il lavoro attoriale. Essere un attore è qualcosa che ci si porta anche fuori la scena, nei momenti di distensione o in quelli più tesi. Terlizzi rimaneggia i materiali di una videocamera che era diventata parte della compagnia e riscrive la narrazione di un piccolo nucleo che diventa famiglia. Antonio, Dorin, Ader, Boubacar e Bartek. Cinque persone, cinque uomini, cinque culture differenti, cinque modi di vivere e di esprimersi. Chi è più timido, chi più vivace, chi più pragmatico, chi più bohemien. Il backstage è un non-luogo intimo dove la scena e l’opera continuano.
Ogni tappa del tour genera negli attori curiosità e timore: come andrà? Come sarà il pubblico? Si chiedono.
Bartek, il personaggio più esilarante e sopra le righe, condivide con la telecamera di Antonio, l’amore per una ragazza, parla del suo primo matrimonio e dell’impossibilità, che a volte emerge, di capire la vita di un attore. Anche fra attori stessi.
Cinque uomini, un diario al di là della scena si interroga proprio sulla natura di questa arte, l’arte attoriale che diventa anche mestiere e vita stessa. Cosa diventa l’attore nel momento in cui abbandona il palco? Si strucca, beve, si sveste eppure resta un attore. Il corpo imprigiona nella vita quotidiana ciò che diventa imprescindibile: così come il backstage di un palco, la vita attoriale esonda nella realtà.
Questi attori/personaggi si mettono a nudo con le loro fragilità, parlano alla telecamera, mandado messaggi alle madri o esternano le proprie paure.
“In quel materiale, girato in maniera istintiva, ho trovato magicamente un filo che univa tutto. E ho rivelato un commovente diario senza filtri dove Antonio svela le fragilità, i dubbi, la gioia e le difficoltà del mestiere dell’attore. I camerini, che mi hanno da sempre affascinato, appaiono come l’altra faccia del palcoscenico: un luogo intimo, segreto e di passaggio, dove gli attori posano per un po’ sul tavolo la loro maschera” ha dichiarato Cosimo Terlizzi.
Il documentario di Cosimo Terlizzi è infatti una poetica rielaborazione di un diario di viaggio, gli attori che si spogliano degli abiti di scena e entrano nella vita sono guardati con un doppio filtro: prima dell’occhio di Antonio, poi del regista pugliese, in un duplice lavoro sul lato nascosto di una piccola compagnia teatrale. Il risultato è un delicato omaggio all’amore per il teatro e per l’atto creativo.
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