
“Dimensioni Cinefumettistiche” di Massimo Bonura – Indagine al fondamento dell’estetica
In un ecosistema mediale in costante crescita, che genera prodotti a una velocità vertiginosa e fagocita proprietà intellettuali alla ricerca di racconti da adattare e di cui appropriarsi, il rapporto tra cinema (o audiovisivo in senso più ampio) e fumetto come forme mediali è radicalmente cambiato: non più media paralleli, curiosamente nati nello stesso momento in un contesto dove le forme industriali andavano a sostituire altri modi di intendere la creatività, bensì sostanze narrative sempre più imprescindibili, che si contaminano tra loro fino ad assottigliare i reciproci confini mediali e discorsivi. In questo contesto si inserisce il lavoro di ricerca che Massimo Bonura restituisce nel suo Dimensioni Cinefumettistiche, saggio edito da Ex Libris, che si propone di riaprire il problema della legittimità artistica dei due media – cinema e fumetto – indagandola in un’ottica di fortissima sinergia tra essi e chiamando a raccolta le principali discipline teoriche che possono apportare al problema strumenti e risorse di analisi, lettura e approfondimento.

Il respiro di Massimo Bonura infatti abbraccia discipline vastissime, spesso in conflitto tra loro e al loro interno, specialmente quando utilizzate per indagare le forme mediali: estetica, sociologia, semiotica e mediologia vanno a configurare l’orizzonte dello studio e il vocabolario di termini che si intrecciano nel tessuto analitico di Dimensioni Cinefumettistiche, ponendo all’autore il difficile compito di armonizzare tra esse. La scelta di Bonura è di accogliere la vastità e di restituirla al lettore attraverso un apparato critico dall’invidiabile completezza, fatto di riferimenti puntuali e spesso molto attuali, che diventano una preziosa risorsa per qualsiasi ricercatore che voglia tuffarsi nel mare interdisciplinare che è il dibattito su fumetto e cinema.

In Dimensioni Cinefumettistiche l’apparato teorico incontra una ricca competenza storiografica e contenutistica: il lavoro di Massimo Bonura consiste, lungo i diversi capitoli, nel far dialogare i grandi studiosi dei vari campi teorici con gli esempi materiali che punteggiano la storia dei due media, sottolineando come spesso fin dalle origini cinema e fumetto si intersecassero a tal punto da generare mitologie condivise, ricchissime, capaci di incidere profondamente sul tessuto sociale delle culture di riferimento e di portare a reciproche evoluzioni linguistiche nello scambio cross-mediale. L’obiettivo quindi di aprire la spesso data per scontata pagina della legittimità artistica di media dalla portata massiccia in termini di capillarità e incidenza sul pubblico diventa qui il movente di un’indagine colta, spesso dalla struttura barocca, che restituisce la dimensione amplissima di un dibattito in mutamento.

Grosso pregio del lavoro di sistematizzazione critica operato da Bonura è che il suo libro è agile sia nelle dimensioni che nella struttura: le discipline sono indagate in modo da seguire un ordine che dalla dimensione linguistico/industriale arrivi a sostenere su basi solide ogni interpretazione tanto sociale quanto soprattutto estetica. Il problema estetico, infatti, con cui si conclude il saggio, cerca di darsi come risposta obiettiva alla posizione che i due media – specialmente se e quando posti in relazione tra loro – ambiscono a mantenere in un sistema delle arti sempre più messo in discussione, delegittimato, attaccato sia al suo interno che dai contesti che lo contengono.

L’approfondimento di casi esemplari – le Silly Symphonies, Popeye, Little Nemo, per citarne alcuni – che punteggiano le pagine di Dimensioni Cinefumettistiche sono più che analisi storiche e linguistiche, ma si danno come prove di quanto fumetto e cinema siano sempre stati imprescindibilmente legati e di come la loro evoluzione reciproca (sia questa estetica, sociale e semiotica) fosse da sempre ascrivibile a quella di due forme d’arte complete e riconoscibili come tali a prescindere dalla loro origine strettamente industriale o dalla loro destinazione prevalentemente popolare. Il libro di Bonura può agilmente farsi punto di partenza per tante differenti ricerche negli ambiti da lui indagati e sistematizzati, aprendo la porta a una rinnovata corrente di studi che abbiano nel (profondamente nuovo, eppure da sempre esistito) rapporto tra fumetto e audiovisivo il loro fulcro.
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