
Baliani racconta Kohlhaas per la 1189° volta
«Uscire dal chiuso dei teatri per continuare a raccontare quelle storie ormai rimaste senza voce» è l’obiettivo del cartellone estivo Menotti in Sormani, giunto alla sua terza edizione nel Cortile d’onore della Biblioteca Sormani, quest’estate.
In questi giorni tornerà per la 1189° volta sul palcoscenico Michele Kohlhaas. Racconta l’opera di Heinrich von Kleist, un fatto di cronaca realmente accaduto. A prestargli la voce, uno dei padri del teatro di narrazione italiano: seduto su una sedia solo con la propria espressività, Marco Baliani torna a incantare il pubblico col rumore dei suoi tacchi a rievocare il trotto dei cavalli. Coautore con Remo Rostagno, per la regia di Maria Maglietta.

Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda […] non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo.
M. Baliani
La storia di Michele Kohlhaas affronta i grandi temi della vita. La giustizia e la legge – cinque lettere, come le dita di una mano, che possono mettere a posto il cuore di un uomo, perché la legge vale per tutti in terra di Germania. La guerra – A ferro e fuoco Kohlhaas! Non era così che si ferravano gli zoccoli dei tuoi cavalli? -, la fede, la superstizione, il perdono di un dio che deve concederlo, sì, perché in fondo anche Dio ha bisogno degli uomini. La vendetta e un’idea per cui morire.

Nata dalla volontà di affrontare i conflitti insuperati della generazione degli anni ’70, la ricerca artistica di Baliani assorbe e restituisce la vicenda di Kohlhaas, ponendo l’attenzione su cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri. Le domande morali che la narrazione solleva non hanno ancora finito di interrogarci e di lasciarci inermi di fronte a dubbi – Ne sarà valsa la pena? – e moniti di eco biblica – Ricordati di perdonare i tuoi nemici anche quando si macchieranno le mani col tuo sangue.
E così la vicenda del tedesco allevatore di cavalli e dei suoi morelli neri in qualche modo commuove e insegna ancora, perché i dilemmi di Michele Kohlaas non hanno mai smesso di essere i nostri. La magistrale narrazione di Baliani aiuta a «compiere lunghi percorsi, passare attraverso storie di altre storie, sentirsi stranieri in questo mondo dopo aver tanto peregrinato, fino a trovare quel punto incandescente capace di generare a sua volta nell’ascoltatore un mondo di visioni non necessariamente coincidenti con le [proprie]» (Baliani).
L’arte sta nel non nominare troppo, nel cogliere il cuore di un’esperienza con pochi tratti lasciando molto in ombra, molto ancora da compiersi.
Marco Baliani

Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista