
Mittelyoung 2022 – Imprevisti | Musica
Giunto al suo secondo anno di vita festivaliera, Mittelyoung, iniziativa nata in occasione del trentennale di Mittelfest come sua eredità ed estensione artistica, conferma e addirittura aumenta l’interesse italiano e europeo nei confronti delle arti performative delle nuove generazioni: più poltrone, più ospiti, più collaborazioni per il festival di teatro, danza e musica dedicato agli artisti under30 provenienti dal bacino della Mitteleuropa.
L’intuizione riuscita, quella del direttore artistico Giacomo Pedini, che la sperimentazione, ii nuovi linguaggi e le avanguardie della classe di artisti nati dopo gli anni ’90 fossero le lenti giuste, o meglio, i supporti più dotati per volgere lo sguardo artistico verso un domani incerto. Interrogare la generazione cresciuta nell’epoca del non-programmabile sugli “imprevisti” del quotidiano, dell’esperienza artistica, chiedere all’arte di rielaborare l’inatteso e restituirne una versione intellegibile, accettata tra le fila delle esperienze del reale non-eccezionali e ripensata simbolicamente.
La sezione musicale, come la danza, vive per metà lo stesso problema comunicativo. L’attaccamento affettivo di molti artisti approdati a Mittelyoung alle loro opere – spesso opere prime – attesta in qualche modo l’ancoraggio di una generazione a un format di creazione solitaria, la mancata consapevolezza che l’arte non va confusa col proprio diario estetico ma che acquista valore proprio quando intercetta qualcun altro. Se in alcuni casi, allora, l’imprevisto è stato ben congegnato all’interno di un repertorio che racconta un certo tipo di esperienza personale al pubblico, altre volte si è trattato di progetti ambiziosi da riqualificare, di eccesso di esposizione senza il controllo sul proprio progetto.
Enimon Enis – Chez Fria Ensemble
Enimon Enis è la storia musicale dell’improvvisazione, il pellegrinaggio votato alla ricerca, all’ispirazione e alla rielaborazione di suoni e forme che l’imprevisto” in quanto viandante contemporaneo intraprende lungo la storia della musica e la storia della propria cultura. Il rapporto della musica contemporanea con il passato classico viene snocciolato dall’Ensemble Chez Fria in un repertorio che passa dal barocco al funk, dal jazz all’elettronica, una suite di generi per uno spettacolo musicale dall’impostazione scenica tipica del concerto psichedelico: luci al neon riflettono musicisti e strumenti in una sorta di apparizione irreale e aliena di figure e contrappunti.

Da Hildegard von Bingen a John Dowland e Johann Sebastian Bach, i grandi maestri vengono riletti alla luce di un contemporaneo dai confini poco distinguibili, dalle definizioni amorfe e dal gusto suscettibile ma attento. Flauto dolce, batteria, tromba, piano e sintetizzatore, tutti gli strumenti collaborano non tanto a una distruzione del classico in vista dell’imprevedibile, quanto all’acquisizione del passato come voce ancora attiva, filtrata da nuove forme di codificazione musicale e sganciata da puro ruolo di modello inviolabile
Lorenz Widauer tromba
Felix Gutschi flauto dolce
Ferdinand Rauchmann tastiere, sintetizzatore
Maximilian Rehrl basso, sintetizzatore
Paul Widauer batteria
PROGRAMMA MUSICALE
- Bombo
- Sit Fast
- Göcci
- Die Kunst der Fuge

Percorrersi – Bibi Milanese
Bibi Milanese, nata musicista ma qui anche attrice e danzatrice, scrive una vera e propria auto-biografia musicale, un viaggio attraverso tappe significative della propria storia ma, allo stesso tempo, lungo le fasi vitali di un ipotetico universale giovane artista contemporaneo, abitante di un mondo allargato. Bibi occupa completamente il palcoscenico, passando dal pianoforte a coda alla danza contemporanea in coppia col danzatore Daniel Dominguez, dal late night jazz – suo genere primo – al rap e all’elettronica. Divide quindi lo spazio a disposizione come mappa materiale dei suoi messaggi, cercando di gestire da sola un’intero spettacolo interdisciplinare.

Troppo ambiziosa forse l’operazione polifonica ell’artista che finisce per perdere in scrittura: la drammaturgia della vita di Bibi risulta poco fluida e coerente, sembra voglia raccontare episodi slegati da un unicum di scopo, ritratti solo abbozzati e stereotipi purtroppo troppo usurati tanto da abbassare la qualità del racconto. Il desiderio di integrare alla musica il racconto e al racconto e alla musica il movimento, è forse progetto troppo corposo per un’artista ancora giovane. Belle le esibizioni canore – Bibi nasce come cantante jazz – e notevole la capacità cantautoriale che le ha permesso di scrivere una partitura complessa per il proprio racconto eotivo. Forse la voce musicale avrebbe dovuto prendere il sopravvento e diventare unica voce, medium per sentimenti e rancori tanto suoi quanto generazionali.
PROGRAMMA MUSICALE
- Intro
- The Land Of Smiles, Dubai Airport, Song For My Sister Love spiritual love, Crushing waves, Away From The Island, Musica e testo di Bibi Milanese
- Ita-li-a
- Unrevealed Roads
- Oh Turn Your Bows
- Three Stages Of Life, Childhood (A Come Avventura), Adulthood (In And Out), Old Age (La Guardo Da Qui)
- The Body Landscape
- Outro

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