
Anteprima: “Cinema Vivente” di Saint-Pol-Roux
Il 17 febbraio prossimo uscirà per Argolibri Cinema Vivente di Saint-Pol-Roux (1861 – 1940), a cura di Michele Canosa, nella collana Cinema Vivente diretta da Giorgiomaria Cornelio e Andrea Balietti. Su Birdmen Magazine pubblichiamo un’anteprima dal libro più una nota degli editori.
Nota degli editori

«Il cinema attuale è la camera oscura. Il cinema del futuro sarà la camera ardente» annotava Saint-Pol-Roux in quel libro mirifico che è Cinéma vivant, parabola solare per un cinema a venire pubblicata in Italia nel 1984 e in seguito non più ristampata. Una dichiarazione, questa, che è anche un “dissigillo”, lo svelamento di una promessa che continua a infestare le immagini.
Oggi sappiamo che gli specchi usurati della cinematografia non sono più sufficienti. Ciò che serve è una pratica vivente che indichi quello che il cinema potrebbe essere, e cioè una fioritura percettiva, una modalità di trasformazione dello sguardo: «con il nuovo mondo, i nostri organi cambieranno». È tempo di cessare il rosicchiamento dello schermo, e con esso la grossolana idea che vi è congiunta come una malattia terminale. Se ogni fotogramma venisse davvero spalancato, la cosiddetta “storia del cinema” (con i suoi manuali e le sue rassegne) non basterebbe più a contenere uno solo dei film creati. Scriveva ancora Saint-Pol-Roux: «Il cinema futuro non avrà schermi, perché i suoi regni saranno l’impero universale».
Il piede del viandante non domanda la ragione dell’andare. Se guardiamo alla caverna delle ombre è soltanto per avventurarci ancora più a fondo sulla via della pietra, cunicolo dopo cunicolo; per trovare, cioè, il sole infuso che si regge nel buio. Vogliamo essere presuntuosi sino al punto di massima umiltà, e non abbiamo timore nell’affermare che i film sono a oggi soltanto una consolazione. Se il cinema per come lo conosciamo è un’invenzione senza futuro, il cinema vivente è la promessa danzante di una realtà improrogabile.

Cinema Vivente di Saint-Pol-Roux
Il Cinema (quel che si suole chiamare cinema) è ancora agli inizi, ma al termine della sua evoluzione diverrà la trovata più formidabile del mondo, nel senso che ergerà di fronte all’umanità una sovraumanità, così come opporrà alla creazione una surcreazione [surcréation]. Questo cinema futuro moltiplicherà con le sue nature la Natura.
Il cinema futuro accrescerà con i suoi esseri il normale numero degli esseri.
Il cinema futuro non avrà schermo, perché i suoi regni saranno l’impero universale.
Il cinema futuro sarà vivente perché deriverà le sue forme dalle forze straordinarie che si vanno scoprendo di giorno in giorno.
Il cinema futuro non sarà più “sole sopra”, ma “sole dentro”. Andrà in giro per il mondo, come voi e me.
Il cinema futuro sarà a un tempo pittura e scultura.
Congiuntamente a questi corpi vi sarà l’avvento delle Idee.
Per mezzo di questi fantasmi doppi, tripli, centupli, l’uomo non morrà. Questi esseri saranno la nostra prospezione, la nostra resurrezione. Il cinema futuro è l’immortalità. Naturalmente l’idea partirà come sempre dalla Francia, ma siccome ridere è l’indole propria dei francesi, essa tornerà indietro, realizzata, dall’America o da un altro paese prima ancora che siano cessate le nostre gran risa nazionali.
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Il tempo del manifesto, a cui appartiene il cinema attuale, avrà fine. Stufo di vedere l’immagine sul muro, l’uomo vuole passare dietro per conoscere quel che ha visto davanti. Quindi, per non disilluderlo, la scienza (lo scienziato) dovrà addurre un riscontro alla sua curiosità e soddisfarla. L’uomo vuole andare attorno, ammirare, toccare, conoscere completamente quello che finora gli è stato permesso di vedere solo in superficie. Così l’immagine diventa rilievo, equivalente all’uomo che l’aggira. Un’immagine dunque capace di parlare, cantare, ridere, piangere, amare, odiare, attraverso determinati tratti espressivi e occorrerà significare la sua anima con delle espressioni sintetiche, e saranno proprio queste a creare l’anima dal momento che a noi sembreranno emanate direttamente da essa. L’emanazione di queste parole, congiunte a questi gesti, formulerà la vita del personaggio manifestato.
Importante come passaggio
(A) Benissimo. Ma come creare questi esseri-immagini e calarli nello spazio e nel tempo?
Questo è il compito della scienza che succede all’immaginazione.
(B) Come? Questo di sicuro. Quello forse? Come orientarsi? Attraverso la teoria corpuscolare? Credo che occorrerà captare l’energia solare, senza la quale il Mondo non è niente.
(C) Insistere ancora sulla Scienza meccanica – dispendio dei gesti accumulati… guerra per la pace.
(D) Insomma attaccare le Idee… Battaglia… Doppi… La Luna…
(E) Teatro di Eschilo… Passione… I Nuovi Dei…
(F) Concludere con Dio… Si farà ritorno al sole. Poiché il nostro doppio è solare, saremo nel sole. I doppi saranno i nostri padroni, arriveranno sino a Dio e tramite loro, nei quali avremo introdotto il nostro io, potremo parlare a Dio, lo vedremo ed egli parlerà a noi assumendo la forma di un branco di leoni, di Orione, dell’Himalaya o del Ciclone e tramite il doppio gli manderemo un bacio così come l’abbiamo mandato alla nostra amata che sogna lassù tra i fiori della finestra.

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