
Salone del Libro 2021 | André Aciman: Mariana, e l’archeologia della nostalgia
La nuova edizione del Salone del Libro di Torino – la prima in presenza dal lontano 2019 – ha ufficialmente sottratto l’universo dei festival letterari popolari agli oscuri gorghi della nostalgia. Non soltanto perché tornare a occupare uno spazio quale il centro polifunzionale di Lingotto ha posto nuovamente gli individui e la comunità eterogenea e multiforme nel cuore dei suoi ragionamenti e di percorsi fatti di contatti, sguardi e profumi ma soprattutto attraverso la presenza degli autori. Per esempio André Aciman che, al Salone del Libro, ha presentato Mariana, il suo ultimo romanzo, ancora una volta edito da Guanda. Definito l’archeologo della nostalgia e uno dei massimi interpreti dell’eros contemporaneo, Aciman ha abbracciato la notorietà tra il 2017 e il 2018, in seguito al successo raggiunto dall’educazione sentimentale di Elio e Oliver nell’adattamento filmico che Luca Guadagnino (qui la nostra pagina dedicata al regista) ha diretto a partire dal suo Chiamami col tuo nome. Il dialogo tra il pubblico di Torino e lo scrittore egiziano naturalizzato statunitense è stato accompagnato dagli interventi di Francesca Bolino e Paolo Di Paolo.

Pochi mesi dopo aver pubblicato L’ultima estate, André Aciman trae ispirazione da Lettere di una monaca portoghese per tornare a fuggire dal tempo e rintanarsi in una bolla di desideri, amori perduti o celati e cuori infranti. Perché assumere il punto di vista di una donna e fare ricorso a un romanzo epistolare edito nel 1969? L’autore di Mariana ha risposto: «La psicologia della donna è protagoniste nelle lettere da cui ho tratto ispirazione. Lei è colpita da un ufficiale e non comprende che la relazione è finita. Il romanzo è molto breve e franco; non racconta niente del torpore ma tutto quanto viene suggerito. A un certo punto mi sono chiesto come fare ad assumere il punto di vista di una donna. Abbiamo tutti un lato femminile che soffochiamo continuamente. In fin dei conti, chi scrive recita. Ogni scrittore è tante cose insieme… Siamo uomini, donne, bambini, vecchi. Il monologo di Mariana è a tal punto autentico da consentire al lettore di potersi immedesimare sia in lei sia in Itamar. Ci si innamora di lei e si sente di essere anche lei».

Mentre Chiamami col tuo nome racconta la primavera di un amore, Mariana indugia sulla sua stagione autunnale. Dalla ricerca del tempo perduto non si guarisce mai ma si rimane costantemente vittime degli echi assolati e seducenti di un tempo «[…] concesso sempre in prestito» e, per questo motivo, crudele come poche altre cose. Aciman ha proseguito: «Dopo l’amore si è sempre soli. Mariana si alimenta di questa sofferenza perché sa che, se lui ci fosse, cadrebbe nuovamente in quel vortice che porterebbe il suo cuore a infrangersi. Itamar l’ha fatta innamorare di sé stessa per la prima volta e lei desidera ardentemente tornare a stringere quella parte del suo carattere di cui non aveva mai fatto esperienza. In un certo senso, somiglia a un’eroina delle poesie d’amore: Mariana aspetta che qualcuno torni ma sa che il ritorno è impossibile».

Ogni storia d’amore è una storia di fantasmi e, in quanto tale, ha un aspetto orrorifico. Qual è l’incubo che gli amanti di André Aciman si trovano a dover affrontare? «Dopo l’amore siamo sempre soli. Questa è la parte orrorifica dell’amore. Crediamo nell’estasi e nel fatto che l’altra persona risolva i nostri incubi. Non è così, anche da felici siamo sempre soli. Cosa rimane dopo l’amore se non la solitudine? In inglese, il termine solitude è bello. Ma loneliness è terribile! Vuol dire essere condannati alla solitudine e ha un’eccezione ben più triste. Questo libro ha una dimensione assai intensa di solitudine, abbandono, inganno e vuoto» ha risposto Aciman. Come potervi sfuggire, allora? «Non saprei. Un altro amore sarebbe la soluzione più facile. Quando ti innamori di una nuova persona, la vecchia la dimentichi. Rimane l’ossessione, che colpisce e fa male. Rimane la solitudine e ci fa credere che la nostra presenza non basti. L’altra persona ci può dare un nostro riflesso ma non è mai in grado di rispecchiare ciò che siamo. L’unica cosa da fare sarebbe lasciarsi andare; i momenti più belli della nostra vita sono quelli spontanei e non pianificati. In treno, spesso, ci apriamo con chi è seduto accanto a noi proprio perché non ci conosciamo. Lo facciamo perché sappiamo che non ci incontreremo più».

Infine, Paolo Di Paolo e Francesca Bolino hanno evidenziato l’aspetto fiabesco e magico dei romanzi di André Aciman e lo hanno invitato a discutere sul senso della sua scrittura. In che modo scrivere della realtà non ne inficia il versante fantastico? L’autore ha risposto: «Quando si scrive, si vuole ricordare un momento magico della vita o, quanto meno, ricrearlo. La magia di un amore trascorso continua a fluire in noi e noi vogliamo ricreare questa magia. Le parole devono sempre avere un ritmo e un fluire magico. Non si legge un mio romanzo perché interessa la storia ma per farsi attraversare da un amore che deve entrare sotto pelle. D’altronde, l’amore non si parla in prosa ma in poesia. Pensiamo a Paolo e Francesca e all’eco di questa magia. Ne L’ultima estate c’è qualcosa di inspiegabile attraverso i parametri della realtà. Quando ci si innamora, non lo si fa soltanto del reale. Scrivere un amore equivale a scrivere un fantasy; ci si innamora sempre dell’idea che si ha di una persona. Scrivere d’amore vuol dire scrivere dell’invisibile. La realtà non mi è mai interessata; io scrivo per eludere la realtà e andare altrove. Il verosimile è difficile da smentire ma, allo stesso tempo, ci porta al di là della realtà. Chi vuole scrivere soltanto di ciò che ha vissuto è estremamente limitato».
Leggi tutti gli articoli dedicati al Salone del Libro di Torino 2021!
Dal 2015 Birdmen Magazine raccoglie le voci di cento giovani da tutta Italia: una rivista indipendente no profit – testata giornalistica registrata – votata al cinema, alle serie e al teatro (e a tutte le declinazioni dell’audiovisivo). Oltre alle edizioni cartacee annuali, cura progetti e collaborazioni con festival e istituzioni. Birdmen Magazine ha una redazione diffusa: le sedi principali sono a Pavia e Bologna
Aiutaci a sostenere il progetto e ottieni i contenuti Birdmen Premium. Associati a Birdmen Magazine – APS, l‘associazione della rivista