
Godzilla nel tempo – Il multiforme periodo Showa
Godzilla nel tempo è cambiato parecchio, ma le sue origini risiedono nel periodo Showa: termine indicante il regno dell’imperatore Hirohito (1926-1989) e adottato anche per il primo gruppo di film del Re dei mostri (1954-1975). Questo periodo è quello che conta il maggior numero di pellicole, ben 15, e tra l’ufficiale e l’ufficioso può essere ulteriormente suddiviso in tre blocchi. Il primo contiene i primi due film, il secondo è un ciclo definito di “Revival” e infine abbiamo la così detta “Champion Series”.
Prima di arrivare a Godzilla e ai Kaiju però, penso sia doveroso quantomeno citare ciò da cosa deriva il filone “Tokusatsu”, una parola che nasce dalla crasi tra “Tokushu” e “Satsuei”, ovvero “Fotografia Speciale”.
Mi riferisco alla tradizione del teatro giapponese Kabuki e all’arte delle marionette, il Bunraku: queste sono le radici che alla fine degli anni 40 permisero la nascita del genere. Unendo tradizione e modernità infatti, l’uso dei costumi in gomma di queste pellicole ha definito uno standard per questi film.
Godzilla nel tempo: Project G
Veniamo ora alla nascita di questo cult. Siamo agli inizi degli anni ’50 e la Toho è una casa di produzione già nota grazie ai capolavori di Akira Kurosawa: dopo l’uscita dei Sette Samurai, viene proposta la scrittura di una storia per un nuovo mostro. I tempi furono maturi nello stesso anno, il 1954, quando gli occhi si posarono su Shigeru Kayama, ex dipendente del ministero delle finanze divenuto scrittore, per la sua bravura nello scrivere storie con atmosfere tese ed elementi fantastici.
Il risultato fu il romanzo di Godzilla, uscito poco prima del film e chiamato inizialmente “Project G”. Il regista selezionato fu Ishiro Honda, il quale propose il giovane Haruo Nakajima per il ruolo di Godzilla. A completare la squadra poi ci sono Eiji Tsuburaya, il genio degli effetti speciali e il compositore Akira Ifukube, che regalò al mondo l’iconico verso del Kaiju. Riuscì infatti a dare una voce al Re dei mostri dopo tanti risultati insoddisfacenti, sfregando un guanto di pelle ruvido sulle corde di un contrabbasso.
“Se non ci avessimo messo il cuore e non avessimo dato il 100%, non avrebbe funzionato. Volevamo che il mostro avesse le terrificanti caratteristiche di una bomba atomica: questo era senza alcun dubbio il nostro intento.”
Ishiro Honda
Godzilla nel tempo: i primi due film
Il primo film di Godzilla è più di un semplice monster movie: è ancora oggi un potente messaggio culturale e politico, fotografia del Giappone appena 9 anni dopo una delle più grandi tragedie umane in guerra.
Al centro c’è lo spauracchio del pericolo delle armi nucleari, ma non ci sono toni accusatori verso un nemico o un colpevole. In guerra infatti tutti sono sullo stesso piano e una tragedia rimane una tragedia dalla quale imparare, per non ripetere più gli stessi errori. I passi di Godzilla sembrano ognuno una detonazione, messaggeri di morte e di paura che non risparmiano nessuno.
Dopo un iniziale e timido apprezzamento, Godzilla comincia a ricevere attenzioni e nel 1955 esce il secondo film, direttamente collegato al primo. Godzilla è stato sconfitto, ma un nuovo esemplare viene trovato mentre combatte contro quello che è il primo antagonista della serie, Anguirus. Quello che accumuna questi primi film è il ruolo di Godzilla come forza devastante, nemica e terrore dell’umanità. Le cose però saranno destinate a cambiare, con l’idea di rendere Gojira più scanzonato e adatto anche al pubblico più giovane.

Godzilla nel tempo: il ciclo Revival
A seguire ci fu una pausa per Gojira, mentre la Toho fece uscire altri film di Kaiju, in un genere Tokusatsu ormai in espansione. Dopo 7 anni, il ciclo Revival viene inaugurato da una pellicola di cui abbiamo già parlato: siamo nel 1962 ed esce Godzilla Vs King Kong.
Proseguendo, nel 1964, escono due film che sono considerati oggettivamente dei piccoli gioiellini: il film contro Mothra, la cui prima pellicola stand-alone risale a tre anni prima, e sempre nello stesso anno, il film contro King Ghidorah, con la prima vera ammucchiata tra Kaiju. Queste pellicole sono tra le più amate e criticamente elogiate: pur non avendo temi profondi, intrattengono con le loro battaglie, prendendosi quanto basta sul serio. Lentamente, inoltre, si può osservare come Gojira venga ormai percepito diversamente, passando dall’essere solo una minaccia ad essere antieroe in difesa della terra.
Dal 1965 al 1968 abbiamo 4 film, tra altri e bassi qualitativi. Da L’invasione degli astromostri comincia un filone spy-story ispirato dai film di James Bond, coetaneo cinematografico di Gojira. Successivamente vi è una breve parentesi del film Vs Ebirah, il crostaceo Kaiju che non si è mai guadagnato grandi ruoli.
Nel 1967 poi, abbiamo una pellicola che spaccherà in due i fan, Il figlio di Godzilla: Il cucciolo atomico Minilla non riesce purtroppo a far mantenere un giusto livello di tensione narrativa e interesse. L’anno successivo infatti, la popolarità di Godzilla risulta abbastanza sottoterra: sembrava non ci fossero più idee vincenti da proporre e sforzi da sopportare.
Quindi, nel 1968 la Toho decide di puntare tutto su un grande scontro finale tra tutti i kaiju apparsi fino a quel momento.
Nasce così Destroy all monsters, che riuscì nel suo intento intrattenendo di nuovo il grande pubblico. Questo film è un extra della continuity, infatti la sua storia è tutta opera dell’immaginazione del suo piccolo protagonista, un divertente espediente narrativo. Fu così gradito che un anno dopo uscì All monster attack, nuovo scontro in massa di Kaiju: si diede così il via al terzo e ultimo gruppo di film del periodo Showa.

Godzilla nel tempo: Champion Series
Il periodo “Champion series”, prende il nome dalla campagna cinematografica della Toho dal ’69 al ’75, chiamata appunto “Champion festival”.
È qui che uscirà una delle pellicole di Gojira più interessanti e impattanti: mi riferisco a Godzilla Vs Hedora. In questo film il messaggio contro l’inquinamento è forte quasi quanto quello nel primo film contro le armi atomiche. Hedorah, composto da smog e liquami tossici è uno degli avversari più cupi e intriganti di Gojira e l’atmosfera risultante è davvero particolare.
Proseguendo, abbiamo un paio di film molto sopra le righe. Il primo è Godzilla Vs Gigan: quest’ultimo è sicuramente uno dei Kaiju dal design più originale e spiazzante: un cyborg alieno con una motosega impiantata nell’addome, simbolo di una tecnologia che nel nostro mondo può diventare strumento di morte. Il secondo invece è Vs Megalon, in cui è presente il famosissimo Godzilla Drop Kick, potente quanto buffa tecnica resa possibile anche grazie all’aiuto di Jet Jaguar, il mecha riproposto nella serie Netflix Singular Point. Seppur con combattimenti interessanti, ricordiamo per esempio che Gigan è il primo Kaiju a ferire Godzilla, rimangono due film scanzonati, forse troppo. Le due pellicole successive infatti optarono per un cambio di rotta, per tornare ad atmosfere più vicine a quelle del primo film.
Infatti nel 1974 il mondo vede venire alla luce MechaGodzilla in Godzilla contro i robot, nella traduzione italiana. Non è però la prima forma Mecha ad apparire sullo schermo: infatti, 7 anni prima aveva già fatto la sua comparsa Mecha-King Kong, ponendo le basi per questo genere di creature nella saga. Ricordiamo che le forme Mecha nascono negli anni d’oro del genere, quando il genio di Go Nagai stava regalando al mondo le sue leggendarie storie.
Il design di MechaGodzilla è essenziale, ma iconico, senza dettagli appariscenti: le versioni successive hanno potuto solo migliorare un design già vincente. I due film in questione sono apprezzatissimi dai fan, ma non sono stati molto elogiati all’epoca, soprattutto il secondo. Terror of mechagodzilla fu infatti il film che incassò meno nella storia del franchise: si parla di un fallimento del box office per la Toho, che portò a una battuta d’arresto per la serie.
Con quest’ultimo film inoltre, anche Ishiro Honda abbandonerà la regia della saga, diventando un valido e importante collaboratore di Akira Kurosawa.

Un periodo fondativo
Il periodo Showa ci mostra pellicole girate con uno spirito che oggi, forse, non esiste più. Rimangono però dei film da guardare con delle premesse: si devono contestualizzare e non sempre a una prima visione possono essere apprezzati a pieno da un pubblico occidentale. Parliamo di una parentesi di 19 anni e 15 film, in un momento storico ricco di stimoli e novità, che può travolgere uno spettatore impreparato. Quel che è certo è che le scene e i combattimenti di questo periodo sono entrati nella cultura popolare e hanno dato vita a un genere che ancora oggi vende, emoziona e fa parlare di sè, senza dimenticare le sue radici.
Dalla fine del periodo Showa si dovette aspettare il 1984 prima di poter rivedere Godzilla, giusto in tempo per i 30 anni dalla sua nascita. Nel prossimo articolo vedremo insieme cosa accadde in quel decennio delle meraviglie chiamato periodo Heisei.
Il re dei mostri vive!
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