#mitologie 4 – Calabria, Terra mia, colonia di Gabriele Muccino

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Demetrio Marra

Demetrio Marra è nato a Reggio Calabria nel 1995. È vice-direttore «Birdmen» e cura soprattutto contenuti nell'ambito della serialità. Ha esordito con una sua raccolta nel novembre 2019: "Riproduzioni in scala" (Interno Poesia), con prefazione di Flavio Santi. Si è laureato in Filologia Moderna con una tesi su Luciano Bianciardi. Collabora con la sezione Lingua Italiana di Treccani.it

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  • Buonasera, dato che ne parlavano in tanti, per commentare questo famoso spot di Muccino ho dovuto per prima cosa vederlo, poi, al di la del mio giudizio personale, capire quali contestazioni arrivavano dai Calabresi stessi.

    Ho trovato questo bellissimo commento, mi permetto di dire anche la mia.

    La dico partendo dalle sue osservazioni.

    “L’obiettivo del “corto” pubblicitario Calabria, Terra mia di Muccino non è strettamente il rilancio turistico ma un rilancio tout court, a partire dall’agricoltura. Sono otto minuti, infatti, divisi per “frutto”, per prodotto: bergamotti, arance, clementine e fichi.”
    Su questo, in qualche modo non possiamo dire che non ha detto la sua, lo ha fatto ‘barando’ ma barare fa parte del gioco, Certo è stato un barare alla moda Hollywoodiana, vale a dire con i minuti uguali per tutti i frutti un pò come in certi film ci deve essere un bianco, un nero, un Orientale, ugualmente bravi e buoni, oppure nei film di supereroi un tempo uguale per tutti.

    “Le domande che sorgono sono molte. Che Calabria è stata rappresentata? Quale Calabria vuole essere venduta? A chi è rivolto lo spot? Non so rispondere. ”
    Io invece penso di si, lo spot è rivolto al turista, ma chi è il turista?

    Il turista non è un viaggiatore, è un turista, è uno che cerca il mare, il villaggio vacanze da dove preferibilmente non uscire, e non cerca la ‘tradizione’, ma dato che serve come scusa per andare, deve essere semplice e leggibile.
    Il turista in termini di interesse nel territorio è come il colonizzatore che va nelle terre selvagge ed incontra gli Indios Bunga Bunga: poco importa che nel villaggio si vedono le parabole ed i Bunga Bunga sono laureati in medicina, lui, ”Bianco superiore” diplomato con 36/60 è ben altro, e non si spreca neanche a guardare veramente dove sta.

    Per fare un paragone, in ”Drive In” , storico programma dei primi anni di Mediaset, la donna era rappresentata in modo ”Primordiale”, maggiorata e stupida, fine della rappresentazione.
    Quante donne meravigliose sono ben diverse da quello stereotipo?
    Ma per ‘farla semplice’ e non far pensare lo spettatore ‘Homo’ gli dai la maggiorata a bocca di gallina, che dice quattro stupidaggini, ed il masculo è felice e contento e si vede Drive In per la gioia dei marchi pubblicizzati.

    Qui è uguale, al turista non viaggiatore gli dai quattro stereotipi, perchè se dovesse pensare si mette paura e neanche viene.
    Anche il linguaggio poetico ma ‘vuoto’ , tanto ”Mucciniano”

    «E poi c’è lui, il mare. Il suono lontano della storia che lo ha attraversato. || Questo mare lo sentiamo nostro perché è stato nostro da sempre. Siamo ali (?), siamo il mare, siamo il sole, siamo la vita che ci fa sentire bene».

    Fa fico, non vale nulla, ma voj mettè??

    I luoghi sono ”La Calabria”?
    I 3/4 dello spot potevi girarli nel Lazio, intorno a Bracciano per esempio, ma non solo, ci sono luoghi identici a quelli mostrati li, il mare sembra Sardo, Greco, ma non ha vere caratterizzazioni Calabresi.
    Ha importanza? Quando vendi uno stereotipo che importanza ha?
    La verità non conta nulla esattamente come non conta che il mare sia quello, conta che sia mare stupendo, tutto li.

    Svevo Montasio ha realizzato un bellissimo video, che alla fine è uno spot per la Calabria:

    https://www.youtube.com/watch?v=utS0BorxmQs

    La domanda che dovremmo farci è, lo spot di Svevo Moltrasio avrebbe lo stesso successo di quello di Muccino?
    E’ fatto bene, con la terra vera, con le vere informazioni,

    La risposta secondo me è probabilmente ”No”, troppo intelligente per i tempi moderni.

    E’ qui la tristezza.

  • Caro Manlio,
    mi dispiace risponderti solo ora. Ti ringrazio per aver letto (e apprezzato?) il mio articolo; e nondimeno per il commento.
    Il tuo ragionamento può avere senso, il problema però è quando una Giunta Regionale approva uno Spot del genere, senza avere neanche metodo autorappresentativo. Se vuoi, la mia è una battaglia ideale. Certo: un turista americano vede il corto di Muccino e viene in Calabria. Ma poi? Ci torna? Rispecchia ciò che potrebbe vedere? Non credo.
    Ti ringrazio per il link dello spot di Svevo Moltrasio, molto bello (ha comunque avuto successo, 220000 views).
    Continua a seguirci!

  • Ho apprezzato quello che hai scritto, ma credo ci siano due commenti, entrambi amari, da fare.
    Il primo è che lo scopo dello spot è terra terra, portare turisti in Calabria: ma se questi turisti sono di tipo ‘A’ (villaggio vacanze) li fidelizzi con gli sconti e gli spettacoli in piscina che fai la sera, se sono di tipo ‘B’ (gente che si guarda intorno) si fidelizzano da solo. Dato che per un tipo ‘B’ ne hai troppi di tipo ‘A’ lo spot di Muccino, terra terra, punta solo a questa categoria.
    Se poi il tipo ‘A’ una volta venuto tornerà o no dipende da altro, sicuramente se è Americano viste le spese del viaggio, non tonerà più.
    E’ poi così importante fidelizzarli? Le compagnie crocieristiche sembrano spendere soldi per fidelizzare i clienti, ma la realtà è totalmente diversa: nella realtà loro puntano ai nuovi, se li coccolano, ma gli interessa poco che ritornino, tanto i veri polli da spennare sono quelli che salgono la prima volta, ed è un bacino ‘infinito’. A me, cliente ‘fedele’, al limite hanno fatto degli ‘sgarbi’, a gente che saliva la prima volta hanno regalato la suite al prezzo di una interna, e ne hanno tenute altre vuote, ma a me non l’hanno data, ed ha una logica precisa: il cliente che ‘si abitua’ pretende e ‘rompe’ su tutto, il nuovo si sente in paradiso.

    Poi la giunta Regionale: la Calabria ha regalato all’Italia ed al mondo persone di capacità incredibile: una marea di Calabresi insegnano alle Università, sono medici, ingegneri, biologi, conosciuti in tutto il mondo, ma se ne sono andati dalla loro casa.
    Chi sono i politici che vi hanno rappresentato in questi decenni? E’ una domanda brutta, ma è anche una domanda da farsi, sia per l’Italia nel suo insieme che per la Calabria in particolare.
    Per l’Italia nel suo insieme, basta vedere come la ‘super’ Lombardia, abbia a capo, appartenenza politica a parte, gente che non conosce le divisioni e le moltiplicazioni, e con una spocchia pari solo all’ignoranza, ma almeno in passato era rappresentata da gente poco pulita, ma capace. Da voi Jole Santelli sarà stata un bravissima donna, ma non sapeva neanche cosa fosse l’Isis, mentre sul suo ‘secondo’ è meglio stendere un velo pietoso.

    E gente così può giudicare quello Spot? Fare i discorsi che tu hai fatto?

    Sicuramente chi è in grado di giudicare ha pensato ad una cosa sola, ovvero l’efficacia nel portare denaro, che secondo me c’è, della dignità e della veridicità della regione rappresentata non gli è interessato affatto (per primo Muccino stesso), ma chissà se qualcuno la dentro si è messo davvero a giudicare oppure era davvero in grado di giudicare.

    Purtroppo stiamo mettendo insieme due livelli di ragionamento e morale molto diversi, il tuo, che è quello di una persona piena di cultura, di morale, di senso etico, e quello ‘vincente’, ovvero abbastanza rozzo, amorale, privo di etica.

    Oggi vincono ‘loro’, anche se a lungo andare è una vittoria che non porta a nulla.

    Il blog proverò a seguirlo, grazie! 🙂

    Un saluto
    Manlio

  • […] Gabriele Muccino racconta La vita addosso e come l’idea sia nata dopo essere stato intervistato da Niola per BadTaste; durante quella chiacchierata, Muccino si rende conto della quantità di vita e esperienze memorabili che ha raccolto negli anni, un vissuto che desidera condividere con il mondo. Lo fa partendo dalla sua infanzia, dal raccontarsi bambino ora che è adulto: un bambino schivo, balbuziente e introverso. Balbetta ancora oggi, Muccino, ma lo fa ridendo. Quel bambino cresce e si appassiona al cinema, innamorandosi della filmografia italiana degli anni Sessanta. Una passione che fa eterno ritorno sia nei suoi film che nei suoi lavori per la pubblicità, primo tra tutti il famosissimo spot e cortometraggio She Was Here, ispirato a La dolce vita di Fellini e prodotto per Lancia, ma anche, in parte, nel recente spot per il rilancio della Calabria. […]

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