
Alan Rickman: una vita costellata di successi
Alan Rickman muore a Londra il 14 gennaio 2016 lasciandosi alle spalle una carriera ricca di successi. Non solo attore in circa cinquanta film, Rickman è stato anche regista, sceneggiatore, doppiatore: un uomo di teatro, al quale ha dedicato gran parte della propria vita.
Nato a Londra nel 1946, l’attore britannico matura sin dall’infanzia una grande propensione per le discipline artistiche, specialmente la pittura. Gli anni della sua formazione, infatti, si sono mossi tra studi differenziati sino ad arrivare alla borsa di studio per la Royal Academy of Dramatic Arts (RADA), e hanno rappresentato per il giovane Alan l’inizio, a ventisei anni, del viaggio per divenire l’attore versatile e elegante ad oggi acclamato con grande impeto.
Difficilmente è possibile ricordare un attore senza citare il ruolo più iconico della sua carriera e così, anche per Alan Rickman, è necessario ricordare il ruolo decisivo che ha avuto nella saga di Harry Potter, ovvero l’insegnante prima di pozioni e successivamente di difesa contro le arti oscure: Severus Piton. Il primo, e per un certo periodo di tempo l’unico, tra gli attori a conoscere già il destino del proprio personaggio (confidenza che J.K. Rowling gli fece durante le riprese) e, grazie anche a questo, ancor più deciso a coglierne l’essenza. Come un climax ascendente, in questi film il personaggio di Piton si ritaglia spazi sempre più ampi nelle riprese e nell’intensità recitativa. Alan Rickman fornisce al suo pubblico un’interpretazione magistrale: il degno erede di un protagonista tra i più complessi e introversi dell’intera narrazione.
Dietro a questo iconico successo, comunque, c’è una formazione che parte da ruoli nel teatro sperimentale britannico, formandosi a tutto tondo ed arrivando sino a Shakespeare e Miller, mettendo in scena Romeo e Giulietta e Uno Sguardo dal ponte. La sua voce è sin da subito uno dei mezzi più caratteristici dell’attore, poiché estremamente profonda e roca, particolarità causata da una deformazione congenita alla mandibola. Per questo motivo nel 1986 viene candidato al Tony Award per Relazioni pericolose col ruolo del visconte di Valmont, portato a Broadway ed accolto con grande plauso. Tale difetto viene esaltato al meglio nella sua produzione artistica e, quando approda al cinema, le parti che gli sono attribuite riguardano principalmente personaggi introversi e inquietanti.
«Gli attori sono agenti di cambiamento. Un film, una piéce teatrale, un brano musicale o un libro possono cambiare il mondo»
Nel 1991 si ricorda la sua interpretazione nel ruolo dello sceriffo di Nottingham, affidatagli dal regista Kevin Reynolds, per il suo Robin Hood – Principe dei ladri. Negli anni successi le produzioni impazzano e l’attore si trova spesso a recitare in più pellicole nello stesso periodo, indice di un grande sperimentalismo e di un ottimo talento camaleontico. Basti pensare alla sua parte nel film Un detective… particolare, girata nello stesso periodo di Carabina Quigley nel quale lavora accanto a Tom Selleck, nei panni di Elliott Marston.
Definito più volte come “un gigante dello schermo e del palcoscenico”, Alan Rickman riesce ad impressionare il suo pubblico anche in una delle più conosciute pellicole di Tim Burton: Sweeney Todd (2007). Interpretando il giudice Turpin accanto a Helena Bonham Carter, altro nome rilevante del cinema inglese, e Johnny Depp, Rickman riesce a conferire al proprio personaggio, tormento come gli si addice, tutte le sfumature psicologiche ed emotive che gli sono dovute. Il giudice Turpin è un uomo avvezzo a pratiche sessuali tra le più disparate, arrivando fino a violentare una donna: l’inquietudine legata al proprio personaggio è accompagnata da qualche scena in cui l’attore canta con grande maestria. Un tono baritonale e profondo, che arricchisce l’atmosfera luttuosa del film e gli permette di ottenere future parti ibride tra cinema e teatro, nelle quali si cimenta a tutto campo: una vita, quella di Rickman, costellata di successi dettati da un talento straordinario.
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