
#PFF19 – Forêt-noire
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Per quest’edizione Birdmen è media-partner del Pentedattilo Film Festival, il festival internazionale di cortometraggi che si svolge a Pentedattilo (Reggio Calabria) dal 19 al 22 settembre. Qui le nostre recensioni in anteprima. Una selezione di sei elementi della redazione comporrà la giuria per la Sezione Thriller. Leggi cosa è successo durante l’edizione precedente!
Un pasticcere passa al setaccio farina e cacao amaro, abbonda di confettura sugli strati di torta ricavati con un coltello affilato, qua e là schizzi di succo di amarene macchiano il tavolo attorno alla frutta lasciata a sgocciolare. La sequenza che fa da titoli di testa al cortometraggio di Jean-Marc E.Roy e Philippe David Gagné si presta come canovaccio per l’intera pellicola: Forêt noire è il racconto di un omicidio “confezionato” in laboratorio, la ricostruzione della scena di un crimine consumatosi a Jura, in Francia, riprodotta, momento per momento – come le fasi di preparazione di una “ricetta” -, per indagarne alcune dinamiche poco chiare.
Le principali indiziate per l’omicidio di Pierre Taupin sono sua moglie e una delle sue due figlie; sul ruolo della seconda figlia – probabilmente ad uno stadio avanzato di gravidanza – indaga la polizia giudiziale, il magistrato incaricato, il medico, il fotografo, un folto gruppetto di elementi che, assieme alle indiziate, forma quella che sembra a tutti gli effetti una piccola compagnia di teatranti. La ricostruzione dell’omicidio ha infatti tutti i tratti della mise-en-scène di una pièce teatrale: la preparazione quasi maniacale del set, scegliendo gli stessi piatti utilizzati il giorno dell’omicidio, mettendo in tavola la stessa torta servita per il compleanno della vittima, i costumi originali, ripescati dal mucchio delle prove giudiziarie, fino agli attori e a tutta la compagnia, elencati nel verbale, a mo’ di copione, col proprio nome e il ruolo nella performance.
La struttura dell’opera ricorda quella di un thriller classico: la suspense ricreata da tutte le fasi dell’omicidio si intensifica in un climax che va dai finti ma furenti colpi che la moglie infligge al collo dell’interprete di suo marito, a madre e figlia che sfinite trascinano lungo il selciato un manichino preparato ad hoc per avere lo stesso peso del cadavere. L’elemento teatrale, la carica “finzionale” insita nella ricostruzione del crimine è però doppia: madre e figlia offrono al pubblico una differente versione dei fatti, una verità giudiziaria tanto ben inscenata da essere plausibile – in tre il cadavere sarebbe stato trascinato con minori difficoltà. Una finzione nella finzione svelata nell’ultima scena dalla figlia minore che raggiunge sua madre e sua sorella in riva al fiume – ancora interpreti fedeli della testimonianza consegnata alle autorità – a ricomporre l’originale epilogo del compleanno del padre.
La componente femminile che governa l’universo famigliare del cortometraggio ne regola anche quello finzionale. Il continuo rimando alla sfera della “maternità”, nei primi piani che inquadrano il pancione dell’indiziata, nel tiralatte che l’agente di polizia utilizza in una delle primissime scene fino al più emblematico scontro con una “paternità” dedita alla mortificazione, evoca un’atmosfera di primitiva “protezione”, movente, per l’appunto, della menzognera messa in scena compiuta per “proteggere” una sorella, una figlia e a sua volta una madre.
Tutta l’ambientazione è costruita per conferire alla narrazione un tocco poco clinico: le tinte sfumate degli interni quanto degli esterni dall’aspetto selvaggio, le musiche unicamente strumentali – percussioni o archi appena accennati – trasformano il luogo del delitto in quella che sembra piuttosto una casa abitata da presenze paranormali. Una raffigurazione del “mistero” che rivela l’ulteriore significato del titolo dell’opera, e che sebbene faccia da fondale ad una narrazione per certi versi già vista, trasforma i luoghi e gli oggetti che li abitano in protagonisti interessanti. “Forêt noire” non è soltanto il nome del dolce che ha scatenato la colluttazione, ma una più profonda raffigurazione di un mondo impenetrabile – come quello intessuto dai legami di sangue – le cui dinamiche più intime rimangono nel buio.
Forêt-noire by Jean-Marc E.Roy e Philippe David Gagné
With this edition Birdmen is media-partner of Pentedattilo Film Festival, the international short movie festival held in Pentedattilo (Reggio Calabria) from Sept. 19th to Sept. 22nd. Here is the preview of our reviews. Six of our editors will form the jury of the Thriller section. Read what’s happened last year!
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