
Poop Squad 3. Cosa ci fanno Nonno Libero, Jon Snow ed Enrico Mentana sullo stesso set?
YouTube, 10 maggio 2019. “Stiamo per iniziare un viaggio straordinario”. Ventiquattro personaggi provenienti da una ventina di mondi diversi convergono nello stesso scenario cittadino virtuale e astratto: potrebbe essere Star Wars o Matrix, poco cambia. Nessuno di loro è in cerca di autore perché costui è RT Poop, alias Raffaele Tamarindo, crudele architetto di Poop Squad 3. “Television War” recita il sottotitolo di questo “quasi film”, e proprio di una guerra televisiva si tratta, dove la posta in gioco è il futuro dell’intrattenimento. Scontato evidenziare che parliamo di uno scontro epocale.
Da un lato del campo di battaglia c’è la Poop Squad, scrigno di valori bellici e intellettuali, guidata dal valoroso paladino Jon Snow e dalla bicefala mente Piero & Alberto Angela. A rinsaldare le file troviamo Nonno Libero, Genny Savastano, Harry Potter, Enrico Mentana – per citare solo le presenze più monumentali. D’altronde la didascalia del primo episodio di Poop Squad ci aveva avvertito: “I più grandi eroi del mondo combatteranno insieme”. La formazione avversaria, invece, incarna la meschinità e l’autoritarismo, tanto da non meritare neppure un nome. Ci potremmo divertire a soprannominarla “Trash Squad” nel momento in cui si palesa in scena una sfavillante Barbara D’Urso; ma è un dettaglio trascurabile dopo aver visto Carlo Conti – villain leader di questo schieramento – mettere a repentaglio la vita della guida spirituale della serialità italiana: il giusto tra i giusti Don Matteo. A sostenere Conti in un progetto di monopolizzazione dell’intrattenimento planetario c’è una schiera che può contare su elementi di peso quali Al Bano, Gerry Scotti e Antonino Cannavacciuolo. A fare da contorno – in tutti i sensi – una muta e sorridente Maria De Filippi e Roberto Giacobbo, qui squallida imitazione di un Alberto Angela che padroneggia decisamente meglio le artes divulgandi (e amandi aggiungerebbe di certo Daenerys Targaryen).
Puntualizzata brevemente la situazione di partenza, si possono analizzare le ricadute filosofiche di Poop Squad 3 nel contesto della medialità contemporanea e nel discorso critico sul postmodernismo cinematografico, nonché sulla cultura convergente. La diffusione massiccia di poops (video che mescolano immagini, video e sonoro di varia provenienza) è un fenomeno legato visceralmente alla cultura postmoderna del citazionismo, dell’abbassamento ironico, della ripetizione e ricontestualizzazione del già visto e della mescidazione di stili e prodotti disomogenei. Poop Squad 3 è l’apocalisse citazionista, anzi, passa oltre e crea un universo narrativo inedito utilizzando personaggi esistenti e cristallizzati dal medium per il quale erano stati pensati – la Televisione o il Cinema. Qui avviene lo scarto notevole che Tamarindo sa gestire con creatività, ironia e una maggiore sofisticazione rispetto ai colleghi. La scenografia digitale del mondo astratto da lui creato, infatti, abbatte i confini che separano i rispettivi programmi televisivi e i film; non risulterà strano vedere Alberto Angela diventare il maestro di Luke Skywalker, oppure Savastano che fa il verso a Montalbano.
Ciascun personaggio assume una nuova identità che si fonda su espressioni e comportamenti ricorrenti. Questa particolarità li rende molto simili a delle macchiette, ma la forza di questa operazione sta nella costruzione di relazioni che fanno condensare i personaggi nelle immagini stesse attraverso raccordi di sguardo, campi-controcampi, montaggio in continuità e movimenti di macchina. Tutto ciò è possibile nell’epoca della convergenza perché Nonno Libero, Neo, Gandalf, Alberto Angela, Walter White, Pablo Escobar – e tutti gli altri – condividono “la stessa sostanza di cui sono fatti i sogni di oggi”: il calcolo algoritmico dell’immagine digitale. RT ha esplicitato la loro appartenenza al medesimo universo mediale, dove tutto può interagire con tutto grazie a un incessante lavoro di fotoritocco e montaggio capace di evocare potenzialmente qualsiasi personaggio dal mondo delle immagini; che è, in fondo, la stessa cosa che fa Harry Potter nella finzione narrativa usando la magia per chiamare i rinforzi dai vari universi seriali. In sostanza la postproduzione accorpa a sé tutte le fasi creative che solitamente la precedono nella fase realizzativa del prodotto.
Si può provare a raccontare qualcosa di nuovo usando delle parole già dette e delle immagini già fatte: questa è la tenace convinzione alla base del lavoro di RT Poop. In tal modo Poop Squad 3 recupera e condensa le opere di partenza e le supera per raggiungere una propria autonomia narrativa, che deve molto anche alla nuova contestualizzazione conferita ai personaggi nei brevi video che costellano il canale YouTube di RT Poop: è lì, infatti, che si crea la mitologia di Alberto Angela seduttore, di Piero Angela saggio stratega, di Enrico Mentana agente segreto e così via. Poop Squad 3 risulta un grande collage digitale, complici anche il nuovo doppiaggio realizzato dai doppiatori originali per alcuni dei protagonisti e le musiche composte appositamente per il “film”. Davanti all’esito di questo lavoro sospendiamo l’incredulità come di fronte alle maggiori opere del Cinema classico: abbiamo bisogno di credere davvero che Don Matteo stia impugnando la spada laser di Luke Skywalker per scagliarsi contro Carlo Conti.
Questa “Armata Brancaleone” del mondo dello spettacolo contemporaneo – e non solo – finisce per sovraccaricare un sistema anche troppo fitto di richiami intertestuali. Se è l’universo Marvel a ispirare l’idea di fondere personaggi di diversa provenienza in un unico prodotto, non è nemmeno sbagliato leggere Poop Squad 3 come un caso esemplare delle possibilità creative offerte dalla convergenza dei media. Una convergenza il cui momento emotivo apicale risiede in 3 immagini sublimi che precedono l’esplosione finale: la vigorosa stretta di mano tra Mentana e Barbaro; l’abbraccio di Nonno Libero al nipote adottivo Genny Savastano; il bacio appassionato tra Alberto Angela e Daenerys Targaryen un secondo prima dell’impatto. Boom. Fine? Possiamo pregare e sperare, come Don Matteo ci insegna, in un glorioso futuro per l’intrattenimento partendo proprio da qui. Spetta all’autorevolezza di Alberto Angela porre il sigillo a Poop Squad 3 – che ora possiamo chiamare film, a tutti gli effetti – con la perentoria esclamazione “Che viaggio straordinario!”, pienamente condivisa da chi scrive.
Di seguito, il video completo di Poop Squad 3 – Television War
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