
Ennis House: l’opera di Frank Lloyd Wright racconta il Cinema
Dalla sommità di una collina di Los Angeles, Ennis House si erge isolata, impreziosendo il quartiere Los Feliz, e raccontando la sua fetta di storia del cinema e della televisione. Innalzata per Charles e Mable Ennis nel 1924, nasce da un inconsueto progetto di Frank Lloyd Wright, uno dei più grandi geni dell’architettura (e non solo) del Novecento. Sarà la sua affascinante dissuetudine a premiare quest’opera, permettendole di ospitare alcune fra le produzioni audiovisive più rilevanti della post-modernità. Ennis House è infatti apparsa sugli schermi in più di ottanta occasioni e in alcune fra le opere più influenti della storia del cinema e della televisione.

Nel corso della sua attività, che ha coperto un arco di sessant’anni fra l’ultimo decennio dell’Ottocento e la metà del XX Secolo, Wright ha proposto una sua idea peculiare di edificio abitativo, trasformando il concetto di “casa” in un elemento organico con l’ambiente, perfettamente in dialogo con la natura. Oltre alla devozione per la bellezza estetica, Frank Lloyd Wright ha sempre affermato la centralità di un’architettura che tenesse conto dello spazio circostante, ma dotata anche di un’abitabilità universale, capace di ospitare democraticamente qualsiasi individuo. Ennis House è un’opera caratterizzata da senso verticale rispetto alla complessiva produzione dell’architetto, spesso insistente su forme più orizzontali. Singolare è anche l’ispirazione Revival Maya, movimento che si rifà ad un’iconografia tratta dalle costruzioni delle civiltà precolombiane. Questo suo carattere esotico ed insolito, lungo la seconda metà del Novecento, ha attirato una grande quantità di produzioni cinematografiche e televisive, desiderose di sfruttarla come set o anche solo di omaggiarne l’estetica ricercata.
Dopo una parentesi di fama grottesca, dovuta al suo utilizzo nel film di non certo brillanti pretese qualitative La casa dei fantasmi (W. Castel, 1958), nel 1982 Ennis House ottiene una grande popolarità grazie al suo utilizzo in Blade Runner (R. Scott, 1982). Seppure la casa fu effettivamente oggetto delle sole riprese esterne, gli interni ispirarono quelli dell’appartamento del protagonista, Deckard; soprattutto i blocchi di cemento delle pareti interne, decorati con le medesime geometrie di quelli che compongono l’intimo della villa. Il loro stile così insolito permette infatti di creare un contesto tanto anticheggiante quanto il suo contrario, se opportunamente integrato con oggetti richiamanti un design futuristico. I blocchi saranno presenti anche in Mulholland Drive (2001), come fregio della porta del Club Silencio: lo stile di Wright va ad incidere, anche se per pochi istanti, su quella che è forse la scena più suggestiva di uno dei capolavori simbolo del cinema contemporaneo. Essi vanno anche a ribadire una sorta di piccolo sodalizio fra il grande regista David Lynch e questa villa: infatti, nel 1991, era già stata sfruttata per la prima volta come set della serie fittizia Invito all’amore, che compone il celebre universo de I Segreti di Twin Peaks (D. Lynch e M. Frost, 1990-1991). Ennis House riesce così a contribuire a due produzioni leggendarie di Lynch che hanno indelebilmente trasformato tanto il panorama cinematografico quanto quello televisivo.

Negli ultimi anni del secolo, Ennis House ha conquistato definitivamente la cultura di massa, apparendo in svariati film molto popolari come Karate Kid, Part III (John G. Avidsen, 1989) e Rush Hour (B. Ratner, 1998). Ma è soprattutto la serie TV Buffy l’ammazzavampiri (J. Whedon, 1997-2003) che ne decreta l’ascesa definitiva. Le avventure della cacciatrice di vampiri hanno influenzato enormemente la cultura pop del cambio di millennio, ispirando molteplici produzioni mediali e dando vita a numerosi studi culturali in merito alla sua influenza, tanto da dare il nome a un diffuso genere di ricerca universitaria tipicamente americano: i Buffy studies, appunto. Anche in un prodotto così influente, Ennis House lascia la sua impronta: possiamo infatti riconoscere i suoi esterni nell’abitazione occupata da personaggi chiave come Angel, la sua amante Drusilla e Spike.
Ennis House sta attualmente attraversando una fase di chiusura al pubblico per lavori di restauro. Il proprietario, l’investitore miliardario Ronald Burkle, ha comunicato di essere aperto a offerte di acquisto per almeno 23 milioni di dollari. L’opera è stata dichiarata inagibile numerose volte nella sua storia, necessitando più volte di interventi riabilitanti. Certo, anche a causa di un’instabilità già rivelatasi ancor prima che fosse ultimata, dovuta al cedimento di alcuni blocchi alla base, vinti dalla tensione strutturale; ma, soprattutto, in ragione di precipitazioni, inquinamento e violenti terremoti che si propagano dalla faglia di San Andreas, fra cui spicca amaramente il grave disastro del 1994 con epicentro a Northridge. La comunità e i vari proprietari che si sono susseguiti, e che verranno in futuro, sono quindi chiamati a difendere e sostenere una delle “top ten houses in L. A.” secondo il Los Angeles Times (2008), nonché la più meritevole candidata al Premio Oscar onorario, se potesse essere conferito anche alle grandi opere d’arte che hanno partecipato alla storia della “settima arte”.
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