
All’estero c’è voglia d’Italia: Journal of Italian Cinema and Media Studies
In occasione dell’imminente uscita del prossimo numero del «Journal of Italian Cinema and Media Studies», rivista internazionale giunta al suo sesto anno di pubblicazioni, abbiamo intervistato a Bologna la principal editor Flavia Laviosa, docente del “Department of Italian Studies” e del “Cinema e Media Studies Program” presso il Wellesley College, negli Stati Uniti, dove insegna lingua e cultura italiane e tiene corsi su registe europee e del Mediterraneo, con particolare attenzione al cinema italiano. Laviosa ha inoltre curato il volume collettaneo Visions of Struggle in Women’s Filmmaking in the Mediterranean (Palgrave MacMillan, 2010) e il numero speciale Cinematic Journeys of Italian Women Directors della rivista «Studies in European Cinema» (8:2, 2011). La docente ha fondato e dirige la rivista internazionale «Journal of Italian Cinema and Media Studies», pubblicata da Intellect.
Come e perché è nato il Journal of Italian Cinema and Media Studies?
Credo nelle coincidenze, nelle situazioni un po’ fortuite come momenti folgoranti che portano cambiamento, ringrazio quindi Birdmen per l’opportunità di raccontare la particolare genesi del JICMS: nel 2010 ero a un convegno dell’associazione “Screen”, a Glasgow, e girando gli stand ho notato riviste specializzate nelle più svariate cinematografie nazionali, ma non in quella italiana. Ho chiesto delucidazioni e mi è stato risposto che tale rivista non esisteva. Dopo una mia esitazione, l’editore (la “Intellect”, ndr) mi chiese se fossi per caso interessata a fondarla io, risposi «ma magari!». Come dico spesso, bisogna cercare quello che non c’è, in quell’occasione il vuoto era così evidente che non poteva essere ignorato. Dialogando con l’editore, da lì a un anno la rivista è nata e nel 2013 è uscito il primo numero.
Quindi il Journal riempie un vuoto?
Sì, sentivo il bisogno di contribuire agli studi di cinema e media italiani, di offrire una piattaforma di dialogo a tutti quegli studiosi i cui articoli finivano dispersi in riviste un po’ miste, soprattutto di letteratura. In Nordamerica esistono, infatti, gli Italian Studies, ma non necessariamente gli Italian Film Studies, che finiscono in dipartimenti di letteratura, cultural studies, social studies, e il cinema è studiato all’interno di altre discipline, in posizione ancillare.
Chi scrive sul JICMS?
Autori internazionali provenienti da Canada, USA, America latina – Brasile, Messico, Colombia, Ecuador, Venezuela, recentemente Argentina – UK, Olanda, Germania, Danimarca, Italia, Spagna e Francia, con difficoltà ad entrare in Europa dell’est, dove l’inglese è una barriera. Non mancano alcuni contributi da Australia, Nuova Zelanda e Cina.
Come nasce un numero del Journal? Come funziona il progetto editoriale?
Pubblichiamo numeri generali comprendenti articoli su argomenti vari, sottoposti a referaggio e poi approvati, revisionati o respinti. L’intento è quindi di coprire più temi, esistono però numeri speciali, curati da me, di solito di natura celebrativa, per anniversari: in questi casi si lancia un call for papers, attraverso canali accademici, aperto a chi voglia cimentarsi in certi argomenti. La terza opzione è che siano i colleghi a proporre un numero tematico “guest edited” in cui vengono raccolti saggi di varia provenienza sempre supervisionati dal nostro comitato scientifico.
Quindi è una rivista di accademici per accademici?
Tecnicamente la rivista è accademica, Intellect è una casa editrice accademica con un pubblico di studiosi, ma, all’interno di questa sua identità molto precisa, parlando di ambiti artistici, non possiamo ignorare la presenza dei professionisti del cinema o dei media, i quali trovano uno spazio dedicato a loro con interviste a registi, produttori, costumisti e simili, oppure trovano spazio con testimonianze, biografie e recensioni dei loro film, soprattutto se indipendenti, con circolazione a circuito chiuso e poca risonanza internazionale.

Che idea si ha del cinema italiano all’estero? Siamo ancora Fellini o siamo anche Garrone?
Tutte le epoche del cinema italiano sono studiate, c’è certamente interesse per i maestri del cinema, mentre il muto riceve un po’ meno attenzione. Le serie TV, come Gomorra, riscuotono grande successo e c’è un vivo sguardo sull’oggi da parte dei docenti ma soprattutto dei loro allievi, i dottorandi e i colleghi più giovani. Ci sono anche studi in corso, soprattutto nel Regno Unito, su testi che circolano solo su Internet – la virtual reality, per esempio – e la nostra rivista, proprio per la sua doppia natura di cinema e media, li raccoglie insieme.
In che formato esce la rivista e quanti la leggono?
La casa editrice ha doppio formato, cartaceo e online, quindi si può scaricare il singolo articolo a pagamento o sottoscrivere un abbonamento istituzionale o individuale. Ad oggi la rivista, oltre ai singoli abbonati, è acquistata da più di 80 università e finisce a Dubai, Hong Kong, Shangai, con forte concentrazione, naturalmente, in USA, Canada, Australia, Uk, Germania, tutto il centro-nord europa. Sono ancora poche le sedi italiane, ma il Journal è una rivista scientifica riconosciuta da ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca, ndr) e attendiamo a giorni l’inserimento nella fascia A, il che cambierà certamente le sorti del progetto anche in Italia, con maggiore riconoscimento e diffusione capillare.
Scorrendo la vostra pagina Facebook ho visto una foto interessante, che mi dice del suo incontro con il Presidente Mattarella?
È stato emozionante, ci siamo stretti la mano, il Presidente ha detto di aver letto la rivista e ha ringraziato per il contributo agli studi su cinema e media italiani nel mondo. Due parole, ovviamente, però ricordava di aver ricevuto la copia e deve averla sfogliata, in qualche modo. Quello fu in occasione di un invito per la cerimonia che precede l’assegnazione dei premi David di Donatello.

Può anticiparci qualcosa sul prossimo cartaceo?
Certo, uscirà a fine novembre, conterrà un focus sui David di Donatello, un numero cui teniamo molto e che ha ottenuto il logo dei David, un prestito, un omaggio, che non si ottiene troppo facilmente (ride, ndr). Il volume conterrà, di conseguenza, un’intervista a Piera Detassis, direttore di «Ciak» e presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello.
E per il futuro che progetti avete?
Nell’immediato presente vorremmo essere riconosciuti sul territorio italiano, perché la rivista è ormai conosciuta in tutto il mondo anglofono e in Europa, mentre molti studiosi italiani esitano a mandare i loro elaborati perché il JICMS ancora non risulta nelle riviste di fascia A e i loro contributi non verrebbero riconosciuti. Fortunatamente, l’ingresso nella fascia A sta per avvenire, come anticipavo. Per quanto riguarda i contenuti, grazie a Intellect sta per partire una collana dedicata a monografie che soddisfino l’esplosione di interesse che il cinema italiano sta riscontrando all’estero.
In questo senso, l’intento è di indagare sempre di più sull’importanza e l’influenza che il cinema italiano ha e ha avuto sui cinema internazionali, soprattutto per quanto riguarda registi minori, sconosciuti e ancora da scoprire che abbiano influenzato o avviato una forma particolare di cinematografia nei paesi stranieri. Il fine non è riscrivere la storia del cinema italiano, ma scrivere una nuova storia del nostro cinema nel mondo.
Cogliamo l’occasione per segnalare l’interessante conferenza organizzata dalla Professoressa Laviosa in collaborazione con la docente di Roma La Sapienza, Milly Buonanno. L’evento dal titolo “Eroi anti-mafia e anti-eroi criminali: la Mafia Story nella fiction televisiva italiana” si terrà il 4 dicembre a Bologna, dalle 17:00, presso l’aula C di Piazzetta Morandi. Di seguito la locandina dell’evento.
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