
Rocco Schiavone: una nuova stagione
Aosta. Le Alpi, la neve. Il freddo pervade le strade e il cuore del vicequestore Rocco Schiavone, che per ripararsi ha solo un loden e un paio di Clarks, da sempre abituato al calore della sua Roma, trasferito per punizione alla questura del capoluogo dell’estremo nord. Così inizia la serie di romanzi noir – scritti da Antonio Manzini – che lo vedono protagonista e da cui è tratta la serie televisiva andata in onda nel novembre 2016 su Rai 2, diretta da Michele Soavi. Dopo una lunga attesa, il 17 ottobre Rocco Schiavone ritornerà sul piccolo schermo con i suoi fantasmi e il suo carattere dalle molteplici sfaccettature, nella seconda stagione diretta da Giulio Manfredonia.
Il vicequestore romano, interpretato da Marco Giallini che dà sangue e carne al personaggio dei romanzi, ha tutte le caratteristiche che fanno di lui un antieroe: burbero, scontroso, ombroso e poco incline a rispettare le regole, ma dotato di una profonda umanità, che va trovata scavando nell’interiorità della sua anima ferita e dilaniata in primis dall’omicidio della moglie Marina, interpretata da Isabella Ragonese. Per questo il pubblico non può fare a meno di provare empatia e affetto per Schiavone, imparando a conoscere le sue abitudini e i suoi modi di fare. Rocco si circonda di questa dura e fredda scorza per evitare ulteriori sofferenze; tuttavia non è impossibile fare breccia nel suo cuore: il primo a riuscirci, ad Aosta, è l’agente Italo Pierron (Ernesto D’Argenio) che affianca il vicequestore nelle indagini; anche il vice ispettore Caterina Rispoli (Claudia Vismara) imparerà a conoscere e ad affezionarsi al suo superiore, che riuscirà a confidarle una parte del suo passato doloroso; a Roma Sebastiano (Francesco Acquaroli), Furio (Mirko Frezza) e Brizio (Tullio Sorrentino), amici da una vita di Rocco, sanno come sostenere e aiutare il vicequestore.
Le scene della serie sono sempre avvolte da una luce glaciale che trasmette le sensazioni vissute da Schiavone: panorami montani e innevati, come anche le vedute della Capitale, che affiorano insieme al passato di Rocco, si stagliano su un cielo freddo, apparendo taglienti, come la vita, sempre pronta a sferrare colpi all’improvviso. Merito della sceneggiatura curata dallo stesso Antonio Manzini e Maurizio Careddu, e della fotografia di Michele D’Attanasio. Il freddo e il distacco sembrano ritirarsi nelle scene in cui Schiavone è nella sua casa, dove incontra Marina e si apre, lasciando intravedere i suoi ricordi, le riflessioni e le preoccupazioni; tuttavia, l’appartamento in cui vive è spoglio e impersonale, perché non è la sua casa, che ha perduto insieme alla moglie. Le performance di Giallini e della Ragonese riescono a far vivere i personaggi e a rendere il profondo legame tra i due: struggenti e malinconiche sono le scene in cui Rocco dialoga con la moglie Marina, scomparsa, eppure sempre presente al suo fianco; talvolta sembra quasi che il carisma dei due attori vada a mettere in ombra la recitazione del resto del cast. Rocco cerca disperatamente un luogo intimo dove può liberarsi del peso della corazza che si porta dietro e riesce a trovarlo dove sente la presenza della moglie.
Schiavone, al di là dei suoi comportamenti anticonvenzionali, è dotato di brillante logica intuitiva e di un senso etico personale, molto forte in lui, che fanno del vicequestore un poliziotto in gamba, disposto a tutto per rendere giustizia agli innocenti e ai più deboli. Nel contatto e nella relazione con l’altro, specie se bisognoso di aiuto, Rocco dimostra tutta la sua empatia e umanità, celate dietro gli atteggiamenti spicci e scostanti; non manca di essere spietato con i criminali.
Le indagini che lo vedono coinvolto vengono esposte tramite narrazione episodica, mentre il personaggio di Rocco e la sua storia personale presente e passata, fanno da filo conduttore per tutta la serie. Talvolta il ritmo degli episodi sembra rallentare: l’attenzione dello spettatore può calare ma mai perdersi del tutto.
Schiavone risulta un personaggio verosimile e attuale, così come i casi da risolvere attingono all’attualità. La serie è un esempio di prodotto interessante e ambizioso, che mostra la volontà di distaccarsi dal panorama delle tradizionali serie televisive poliziesche italiane. La seconda stagione, che andrà a scavare nel passato di Rocco, riuscirà a migliorare alcuni difetti e a perseguire l’obiettivo della prima?
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